Il prof. De Carli avvisa: "Per Gini serve ancora tempo"
Mentre i tifosi scalpitano, Wijnaldum prosegue nel suo percorso di recupero. A Radio Romanista parla il noto ortopedico: «Il nodo è legato al rischio contrasti in gara»
Attesa, lavoro e pazienza, tanta pazienza. Non dev’essere facile tenere a bada tutta la voglia di mangiarsi il campo e di tornare presto protagonista con la maglia giallorossa. Lo sa bene Gini Wijnaldum che prosegue a Trigoria il suo percorso di recupero dalla frattura alla tibia. Ogni settimana ipotesi di rientro si sono susseguite, trovando a volte conferme e altre secche smentite. Da Trigoria rimangono moderatamente soddisfatti delle tempistiche legate al recupero del centrocampista, indicando il mese di febbraio come possibile data.
Per approfondire la tematica abbiamo interpellato su Radio Romanista il prof. Angelo De Carli, professore associato di Ortopedia e Traumatologia presso l’Università di Roma ‘La Sapienza’. Medico della Federazione Italiana di Atletica Leggera e della Nazionale maschile Under 18 di Pallavolo, nel 1996 inizia il suo percorso professionale in FIGC. Dal settembre 2022 entra nello staff medico della Nazionale maggiore guidata da Roberto Mancini. Nessun allarme e nessuna fretta, serve ancora tempo per Gini: «Partiamo dal presupposto che lui si procura una frattura alla tibia nel mese di agosto, che viene trattata attraverso la terapia conservativa. Dobbiamo considerare che un osso lungo, come la tibia, può richiedere un tempo di guarigione di cinque mesi». Il professore entra all’interno della questione: «Tra il far guarire l’osso e riprendere il ritmo partita a pieno regime, con la possibilità che il calciatore possa effettuare contrasti, bisogna avere la certezza di non rischiare nulla, ma soprattutto che il giocatore si senta sicuro».
L’esperto ortopedico segue il ragionamento di José Mourinho, mettendo in guarda tutti nel dare troppa importanza alle immagini che arrivano direttamente da Trigoria: «Quando vedete, nella varie clip di allenamento, il calciatore effettuare i cambi di direzione dovete pensare che tra un lavoro aerobico e la sua partecipazione ad una partitella con i compagni possono passare dei giorni, soprattutto per quanto riguarda la piena ripresa della sicurezza psicologica, oltre che al discorso di una guarigione biologica completa della frattura». In poche parole: ci vuole ancora tempo.
Wijnaldum punta quindi a rientrare in gruppo a fine mese, dovendo senza dubbio saltare le sfide con Spezia, Napoli e il quarto di finale di Coppa Italia con la Cremonese, e puntando con moderato ottimismo alla gara interna con l’Empoli del 4 febbraio. Ma seguendo la linea prudente indicata dal prof. De Carli e osservando con attenzione il calendario giallorosso, non è completamente da escludere che il suo rientro possa slittare a metà del mese, a pochi giorni dalla sfida di Europa League con il Salisburgo, ovvero tra il Lecce, o poco dopo con il Verona (tra l’11 e il 19). Molto dipenderà dallo stato emotivo e psicologico del calciatore olandese e dalle sensazioni che la gamba restituirà all’olandese nel momento in cui proverà a rientrare al lavoro con la squadra a pieno regime. Nell’ultimo controllo, a cui si è sottoposto il calciatore ad Amsterdam, l’ex PSG non aveva infatti ancora ricevuto l’ok per rientrare in gruppo, non tanto per la parte atletica, ma proprio per quello che riguarda la sua partecipazione alle partitelle in famiglia, con tanto di contrasti.
Mourinho attende con ansia il mediano olandese, l’uomo destinato a cambiare volto al centrocampo giallorosso, soprattutto per quanto riguarda ritmo e profondità. Ma il gran ritorno di Wijnaldum non comporterà in automatico il passaggio alla difesa a quattro, con l’intenzione quindi di valorizzare l’orange e Pellegrini come incursori alle spalle dell’attacco giallorosso. Ma si posizionerà nel cuore del centrocampo romanista, pronto a portare con le sue discese box to box il pallone nella metà campo avversaria. I tifosi sognano a occhi aperti il suo rientro, l’idea di vedere la Roma con tutto il potenziale in campo, da Dybala a Gini, da Spinazzola a Solbakken, li esalta. Serve tempo poi Gini e la Roma si ritoveranno.
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