Mourinho is back: lo Special One va a difesa della sua Roma
Il tecnico rompe il silenzio dopo un mese. Ha protetto Zaniolo e spronato la società sul suo rinnovo; Senza filtri, nel suo stile, chiede impegno e garanzie
Un mese, quattro settimane, 30 giorni, 730 ore o 43800 minuti. Scegliete voi l’unità di misura che preferite, ma è esattamente il tempo che José Mourinho ha impiegato per presentarsi nuovamente davanti alla stampa, pronto per confrontarsi e rispondere alle domande dei cronisti. Un’occasione attesa da tutti, tifosi in primis.
Un mese infinito, dove la nazionale portoghese ha provato in tutti i modi a strapparlo alla Roma, dove la nazionale brasiliana ha cercato di esercitare tutto il suo fascino, dove rumors e indiscrezioni si sono rincorse nel descrivere il suo futuro lontano dalla Capitale, contestando la qualità del gioco e la sua difficoltà nel trovare la chiave di volta. Lo Special One ha incassato, letto, ascoltato e, in parte, metabolizzato. Poi nel post gara di Roma-Genoa ha rotto finalmente il silenzio e quando parla José Mourinho non esiste concetto che meriti di essere trascurato. Anche perchè non dice mai nulla per caso. Il tecnico di Setubal ha difeso il suo operato («Facciamo sempre il massimo, se giudicate positivo quanto fatto allora non siete rimasti intossicati da qualche fenomeno che ha un microfono davanti o una penna in mano») ma soprattutto Nicolò Zaniolo.
Dal rapporto con gli arbitri agli atteggiamenti in campo, il numero 22 giallorosso non sta vivendo un momento sereno e Mou lo sa bene, da eccellente psicologo: per questo ha deciso di fargli scudo, chiedendo ai tifosi di non fischiarlo, di accompagnarlo e incoraggiarlo nel superare la tempesta. E proprio sul futuro del talento giallorosso ha chiesto al club di percorrere con decisione la strada che porta al rinnovo, di “andare dritto”. Non ha fatto nulla per nascondere di non essere d’accordo con la visione del gm Tiago Pinto sulle potenzialità da quarto posto della squadra. È il suo modo di spronare il club a completare la rosa, a inserire elementi in grado di aiutare la sua Roma a fare il salto di qualità. Lo ha sempre fatto nel corso della sua carriera, lo sta facendo anche qui.
«Ad un tifoso della Roma, un direttore della Roma o un proprietario della Roma non interessa se sono felice o meno felice, ma che ogni giorno do sempre il massimo e lo faccio». Dall’impegno quotidiano sul campo al forte richiamo a Karsdorp, fino all’attenzione spasmodica per i suoi “bambini”, che prosegue a lanciare con coraggio, nonostante qualcuno continui a sostenere quanto sia allergico agli Under 30. Segnali tangibili di quanto lui si senta coinvolto nel progetto Roma, tanto da declinare un’offerta, quella del Portogallo, che lo ha inorgoglito. Ma chiede a tutti, calciatori, dirigenza e club di seguirlo, di accompagnarlo nel suo percorso.
Mou vuole vincere e vuole farlo, di nuovo, con la Roma. A partire da domenica contro la Fiorentina: contro i viola è iniziato il suo viaggio in A sulla panchina giallorossa, il 22 agosto 2021, con una rotonda vittoria grazie al gol di Mkhitaryan e una doppietta di Veretout. Diversi mesi dopo la sua Roma ha vinto un trofeo europeo, è in corsa su tre fronti e ha un signore in campo che porta il nome di Dybala: «Ma Paulo è un’altra cosa». Un po’ come avere José Mourinho in panchina.
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