Mourinho non si nasconde: "Voglio vincere la Coppa Italia"
«È il peggior formato d’Europa, ma vorrei arrivare fino in fondo. Pinto? Non commento. Zaniolo? Dà tutto. C’è chi prende i soldi dalla Roma e ne parla molto male»
C'è la firma di Dybala anche sulla vittoria contro il Genoa, che regala alla Roma il pass per i quarti di finale di Coppa Italia. L’importanza dei fuoriclasse mai è stata occultata da José Mourinho, «Volevo risparmiare sia Pellegrini sia Paulo, ma Gilardino mi ha regalato una partita difficile», la rivelazione a fine gara ai microfoni di Mediaset.
L’importanza di un giocatore come il numero 21 giallorosso non si scopre oggi. Nessun dubbio per lo Special One: «L’importante era non andare ai supplementari, potevo mettere un giovane e invece ho scelto Dybala. Sono questi i giocatori che rendono bravi gli allenatori, ci sono allenatori bravissimi perché hanno giocatori bravissimi. Così è andata oggi. Poi c’è il lavoro di squadra, ci hanno dato sicurezza i tre dietro. Ma Paulo è un’altra cosa, è un profumo diverso. Ci sono squadre che ne hanno 4 o 5 come lui, alcuni ne hanno 11 o addirittura 20. Per noi non è così e quando lui c’è, la musica è diversa. Mi è piaciuto molto. Quando entra c’è più qualità e sicurezza, più uscita da dietro. Davanti alla porta ha tiro e senso del gol». La Joya non è solo magia, anche quella fragranza che permette al Capitano della Roma di uscire nell’intervallo dopo un fastidio alla coscia destra. «Pellegrini ha qualche problema, valuteremo la situazione domani (oggi, ndr)», è la risposta del tecnico, già proiettato verso il prossimo impegno di domenica sera contro la Fiorentina.
Non solo singoli. L’allenatore di Setúbal si complimenta con tutti: «La Roma dà sempre il massimo, per questo il mio affetto è tutto per i miei ragazzi. I giocatori da questo punto di vista sono intoccabili. Ma quando giochi 40 o 50 partite in una stagione ci saranno sempre un paio di match dove sembra che non sia così».
Ma come sempre poi non perde occasione per portare l’attenzione su ciò che lo ha particolarmente infastidito. «Mi è dispiaciuto sentire qualche fischio verso Zaniolo. Ho imparato fin da piccolo che quando dai il massimo, non sei obbligato a dare di più, anche quando vai a scuola. Possono fischiare la squadra, il risultato, quello che vogliono, ma non un singolo. Quando tu hai una persona che prende lo stipendio dalla Roma e davanti ai microfoni critica un giocatore devi andare dritto. Mi dispiace per Nicolò e mi dispiace che il mio club non ha la forza di andare dritto. La mia storia è piccola nella Roma, ma magari la gente mi sente. Per favore non fischiate i calciatori che danno tutto quello che hanno». Ancora una volta Mou difende i suoi in pubblica piazza, facendo capire che se e quando serve sarà lui a gestire personalmente qualcosa che non va.
Infine, la chiosa in conferenza stampa è sull’importanza della competizione. Il 1° febbraio i giallorossi affronteranno nei quarti la vincente della sfida tra Napoli e Cremonese. «Mi piacerebbe vincere con questo club la Coppa Italia. L’ho vinta una volta proprio contro la Roma, qui a Roma. Ovunque andremo cercheremo di vincere. Se perdiamo come abbiamo fatto l’anno scorso va bene, però andiamo. Giocare tre competizioni insieme è dura. Si accumulano minuti per i giocatori di qualità ed è rischioso farli giocare. Il pericolo è far giocare chi non entra spesso, o mettere i ragazzini. Ho messo Bove e non ho potuto mettere Tahirovic. Tutti vogliamo vincere la Coppa Italia, noi cercheremo di vincere la prossima». Così Mourinho ancora una volta lascia l’Olimpico tra l’abbraccio del pubblico, sapendo che ora le aspettative sono più alte.
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