Tredici punti da calcio piazzato: l'arma letale della Roma
Su 21 centri totali, 10 (il 47,6%) sono arrivati dalle palle inattive. Comanda Smalling. Sono 7 le marcature di testa: meglio solo il Napoli (9)
Un’arma letale: no, in questo caso non ci sono né Mel Gibson, né Danny Glover. Gli attori principali si chiamano Chris Smalling, Tammy Abraham, Roger Ibañez, Lorenzo Pellegrini e Paulo Dybala, sotto la sapiente regia di José Mourinho e del suo staff. L’arma letale in questione sono le palle inattive, che la Roma sta dimostrando di saper sfruttare come nessun’altra squadra in Serie A: delle 21 reti totali dei giallorossi in campionato, 10 (il 47,6%) sono arrivate da calci piazzati, o dagli sviluppi di essi. Tre calci di rigore trasformati (uno lo ha fallito, a Empoli, Lorenzo Pellegrini), ma per il resto gli uomini dello “Special One” si sono avvalsi principalmente delle loro doti aeree, di schemi precisi e di una sana e fondamentale scaltrezza sotto porta. A San Siro l’ennesima riprova delle abilità romaniste quando si tratta di andare a saltare in area avversaria: prima il colpo di testa con cui Ibañez ha riaperto all’87’ una partita già virtualmente chiusa, poi il tap-in di Tammy, bravo a sfruttare una respinta di Tatarusanu su un altro tentativo aereo, stavolta di Matic, che arrivava sugli sviluppi di un calcio di punizione dalla destra. In entrambi i casi, di mezzo c’è stato lo zampino di Pellegrini, abile a disegnare traiettorie sempre pericolose per le difese avversarie.
Domina Chris
Questi 10 gol hanno permesso ai giallorossi di guadagnare 13 punti in più: si va dai 4 portati in dote dai colpi di testa di Smalling contro Cremonese e Inter, ai 6 che i rigori di Pellegrini e Dybala ci hanno regalato contro Lecce, Sampdoria e Bologna; Abraham ha garantito 2 punti in più grazie ai centri contro Juventus e Milan; quest’ultimo pari, però, non sarebbe stato possibile se prima Ibañez non ci avesse messo del suo, riaprendo i giochi. Per ora la palma di “capocannoniere dei piazzati” va a Chris Smalling, autore di tre gol (tutti di testa); seguono Ibañez, Abraham e Pellegrini con 2 ciascuno, chiude Dybala con il penalty contro il Lecce che ci ha regalato la vittoria per 2-1, ma che è costato all’argentino la lesione al retto femorale.
Modalità aerea
Come detto, la maggior parte di queste reti sono state firmate grazie a colpi di testa, fondamentale nel quale i giallorossi hanno pochi rivali: il gioco aereo è una delle armi migliori degli uomini di Mourinho, a maggior ragione se c’è chi - come Pellegrini, o Dybala - sa pescare il compagno giusto all’interno dell’area avversaria. Un’arma che permette di sbloccare partite altrimenti bloccate e che, come accaduto a San Siro, può capovolgere l’inerzia di un incontro letteralmente in un istante. Sono 7 i gol di testa, gli stessi messi a referto dall’Udinese: soltanto il Napoli, con 9, è riuscito a fare meglio. All’appello mancano ancora degli specialisti, come Mancini o lo stesso Matic, che ha propiziato il 2-2 di Abraham a Milano e che già a Verona, di testa, aveva colpito una traversa; senza dimenticare Cristante, Belotti e Kumbulla, che pure di gioco aereo se ne intendono, come hanno ampiamente dimostrato in passato.
Andando leggermente a ritroso, emerge come le qualità giallorosse sulle palle inattive non siano affatto una novità, anzi. Già nella passata stagione i ragazzi di Mourinho le avevano sfruttate con chirurgico cinismo, realizzando 24 dei 59 gol totali in campionato grazie a calci di rigore, punizioni e (soprattutto) calci d’angolo: in percentuale, il 40% delle reti erano arrivate grazie ai piazzati. In questa stagione, almeno finora, stiamo facendo ancora meglio.
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