Un jolly per Mourinho: ecco il Faraone ElSha a cresta alta
L'esterno tornato titolare col Bologna come esterno a tutta fascia. Ora contro il Milan, che lo ha lanciato e a cui ha già segnato 3 gol, spera nella conferma
La data decisiva, forse, è il 21 novembre 2021: la Roma espugna Marassi battendo il Genoa grazie alla doppietta di Afena-Gyan, ma tra gli highlights (oltre ai bei gol del giovane ghanese) spicca un salvataggio sulla linea di Stephan El Shaarawy. Un intervento da difensore, più che da esterno d’attacco, che non passa inosservato agli occhi di Mourinho: «È uno Stephan che non ho mai conosciuto - dice lo Special One - Ho sempre pensato che fosse un’ala offensiva, ma ha avuto un’evoluzione per cui ora gioca 90’ e a due metri dalla linea di porta ha fatto un salvataggio». All’epoca, José lo sta trasformando in un esterno a tutta fascia già da un paio di settimane: l’esperimento ha avuto inizio a Venezia, complice l’assenza di Viña, prima dell’esplosione di Zalewski. Stephan ha fatto bene, perciò il portoghese ha deciso di portare avanti l’assetto tattico, perlomeno fino a quando alla ribalta non è arrivato il giovane polacco.
E mercoledì scorso, alla ripresa del campionato, El Shaarawy è stato preferito a Zalewski nel ruolo di esterno sinistro di centrocampo nel 3-4-2-1 opposto al Bologna: il Faraone ha svolto come al solito il compito assegnatogli in maniera ordinata e giudiziosa per un’ora, prima di lasciare il posto proprio al numero 59. Se, da ala, i suoi ripiegamenti difensivi venivano lodati, ora non fanno quasi più notizia; ma è grazie al suo spirito di abnegazione e alla sua propensione al sacrificio che Stephan è riuscito a conquistare Mourinho. Inevitabilmente, il cambio di ruolo influisce sui suoi numeri in fase offensiva, inferiori rispetto a quando faceva l’attaccante; ciò nonostante, Stephan è l’unico degli esterni nella rosa giallorossa ad aver fatto registrare sia un gol sia un assist in questa stagione. Nella quale, complice una lesione muscolare alla coscia sinistra, è stato costretto a saltare qualche gara; ma, quando è abile e arruolato, José lo utilizza spesso, che sia dall’inizio o a partita in corso. Finora per lui 15 presenze (condite da una rete appunto, nella vittoria per 3-1 in casa del Verona) e un totale di 593’. Ma con tante partite ravvicinate all’orizzonte, Stephan punta a ritagliarsi uno spazio importante da qui alla fine della stagione. A partire dalla prossima partita, che per lui ha un sapore speciale.
Sfida al passato
Elsha torna infatti a San Siro, lo stadio in cui è diventato grande non solo calcisticamente, ma anche anagraficamente. Non aveva ancora vent’anni quando metteva a segno i suoi primi gol in Serie A e in Champions, proprio con la maglia del Milan, prossimo avversario dei giallorossi domani sera. In rossonero 102 gare e 27 reti per il Faraone, che con la Roma ha giocato esattamente il doppio delle partite (204) e segnato quasi il doppio dei gol (50). Il feeling con il Milan è rimasto anche da avversario, nel senso che El Shaarawy l’ha colpito tre volte da quando veste il giallorosso, due delle quali proprio al Meazza: nella vittoria per 3-1 del 14 maggio 2016, in quella ancor più rotonda (4-1) di un anno dopo e infine nella passata stagione, nel ko per 2-1 che ancora grida vendetta per l’arbitraggio a dir poco discutibile (volendo usare un eufemismo di Maresca). Quella di domani sarà la decima sfida alla sua ex squadra per il Faraone, che è in lizza con Zalewski e Spinazzola per una maglia da titolare. Mou si riserva di decidere dopo la rifinitura di oggi: se optasse per la prudenza, allora la scelta ricadrebbe su Spinazzola, che però non sta brillando. Idem per quanto riguarda Zalewski. Stephan, in ogni caso, è pronto a dare il suo contributo. Come ha sempre fatto da quando veste il giallorosso.
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