Timido passo in avanti: la Roma supera il Casa Pia e mostra progressi
La decide El Shaarawy. Rispetto al test col Cadice, gioco più fluido e diverse occasioni. Ma a mancare ancora è la necessaria concretezza in zona gol
Se passo avanti doveva essere, passo avanti è stato. Sia pure timido. Nel secondo test disputato in Algarve, la Roma batte il Casa Pia col minimo scarto e al di là del risultato - che in questa fase conta il giusto - mostra progressi rispetto alla prima gara (poco) amichevole del ritiro portoghese contro il Cadice. D’altra parte sarebbe stato preoccupante il contrario. Con gli spagnoli tanta fatica e pochi tiri in porta. Di fronte alla sorprendente matricola portoghese (quinta in Liga dietro le due big storiche, lo Sporting e il Braga), la squadra di Mourinho riduce all’osso i tentativi avversari creando a sua volta diverse occasioni. Il neo resta il solito: la concretezza in zona gol. In attesa del ritorno del neo-iridato Dybala, ci sarà ancora tanto da lavorare.
Pronti via, lo Special One prova a mischiare le carte. Col rientro di Smalling e Ibañez dal primo minuto la retroguardia torna a tre. Celik prende il posto di Karsdorp (rimasto in panchina per tutta la partita) sulla corsia di destra, mentre sul versante opposto tocca a Zalewski. Cristante e Bove giostrano in mezzo al campo. Davanti Mou attua una piccola rivoluzione, tenendo inizialmente Abraham in panchina e dando spazio a un reparto veloce con El Shaarawy e Zaniolo in partenza larghi, per permettere a Pellegrini di inserirsi centralmente partendo qualche metro più dietro. L’esperimento sembra dare maggiore fluidità alla manovra, anche grazie a un giro palla decisamente più rapido di quanto eseguito venerdì scorso.
Nei primi venti minuti la Roma si avvicina alla porta di Bravim almeno sei volte, ma trova lo specchio soltanto con una botta dal limite di Zaniolo, violenta quanto centrale. Vana invece la zuccata vincente di Ibañez che avrebbe trasformato in rete una punizione di Pellegrini: fuorigioco e nulla di fatto. I tre giocatori più offensivi si cercano con continuità, anche se in un paio di occasioni Elsha pecca di egoismo (e precisione). Il Capitano è però costretto al cambio poco dopo la mezz’ora: il campo tutt’altro che in buone condizioni gli procura un fastidio alla tibia su un tackle difensivo. Il tempo di farsi vedere dallo staff sanitario, rientrare e uscire per precauzione nell’arco di pochi secondi. A rilevarlo è Matic, che un minuto dopo innesca il Faraone: slalom in area e piattone a suggellare il vantaggio. La difesa del Casa Pia si alza ancora di più e le punte giallorosse potrebbero raddoppiare già prima dell’intervallo, mentre i portoghesi affidano le proprie (rare) sortite dalle parti di Svilar alle iniziative di Romario Baro, che però dell’illustre omonimo brasiliano ex Barcellona ha ben poco e non punge.
Al rientro in campo Filipe Martins compie la prima girandola di cambi, mentre Mou fa entrare il solo Kumbulla per Mancini. La gara però nella seconda parte scorre con pochi acuti, quasi tutti affidati agli strappi di uno Zaniolo ancora vivace. Godwin prova ad aggiungere pepe facendo sentire i tacchetti al difensore albanese, ma gli interventi duri restano rari e la differenza rispetto al Cadice è anche nei toni agonistici tutto sommato pacati. C’è spazio per l’ingresso a metà ripresa di Spinazzola e Abraham. Nel finale entra anche Shomurodov, che prende il posto di uno stremato Nicolò. Ma l’unico episodio degno di nota si registra a un minuto dal 90’, quando Smalling anticipa Clayton che gli frana addosso: Chris resta a terra dolorante, il brivido però dura poco. Negli occhi restano i segnali di ripresa. E la mira da rivedere. Possibilmente entro il 4 gennaio.
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