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Roma-Cadice 0-3: la corrida svuota Pellegrini & co

Brutto ko nella prima amichevole. Gara nervosa: espulso Viña, diversi accenni di rissa. Gli spagnoli in forma migliore, ma la reazione manca

Viña esce dal campo dopo l'espulsione

Viña esce dal campo dopo l'espulsione (As Roma via Getty Images)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
17 Dicembre 2022 - 07:00

Pure con tutte le attenuanti del caso, il ritiro pre-natalizio in Algarve non comincia sotto i migliori auspici. La Roma incassa un sonoro 0-3 dal modesto Cadice in una gara che del carattere amichevole porta ben poco. Un espulso, cinque ammoniti, continui accenni di rissa, con discrete responsabilità dell’arbitro Ferreira, incapace di far rientrare i nervosismi iniziali, mettendoci anzi del suo col rosso a Viña francamente eccessivo, anche solo per il contesto. Molto più avanti nella preparazione gli spagnoli di quanto la settimana anticipata di rientro in campionato possa far presagire, ma i giallorossi mancano totalmente nella reazione. E alla fine di tiri nello specchio della porta da parte dei giocatori di Mourinho se ne contano due, uno per tempo.

La Roma, in maglia bianca e col lutto al braccio per omaggiare la scomparsa di Mihajlovic (anche un minuto di silenzio prima del match) si schiera con due terzini di ruolo - Karsdorp e Viña - che permettono il passaggio dalla linea a quattro a quella a tre, a seconda delle fasi, con l’uruguaiano a fungere da elastico alla sinistra di Mancini e Kumbulla. In porta c’è ancora Svilar come in Giappone, in attesa di Rui Patricio, che tornerà a occupare i pali già durante questa fase di preparazione nel suo Paese. La coppia mediana è formata da Matic e Bove, mentre Pellegrini oscilla come sempre fra centrocampo e attacco, con El Shaarawy e Zaniolo larghi alle spalle di Abraham. Gli occhi dei romanisti (diversi provenienti anche dall’Italia, col consueto sostegno) sono puntati sul Capitano, sul numero 23 e su Spinazzola, al rientro dopo le noie fisiche che li hanno tenuti a riposo precauzionale nelle partite della tournée giapponese. Lo stesso Tammy ha qualcosa da dimostrare sia pure per differenti motivi, dopo la prima opaca parte di stagione.

A pungere fin dai primi minuti però è il Cadice, che sfrutta una serie di disimpegni errati di portiere e retroguardia di Mou. A metà primo tempo la supremazia si concretizza: dal fondo Ocampo scarica dietro per l’accorrente Alcaraz che firma il vantaggio spagnolo, inappuntabile dopo le quattro occasioni create. Lo 0-1 sembra scuotere la Roma, che reagisce con una buona combinazione fra El Shaarawy e Abraham, ma la girata dell’inglese resta l’unico tentativo nello specchio di un primo tempo che da lì a poco si trasforma in corrida. Un gomito alto di Lozano non sanzionato scatena la reazione di Mancini, gli animi si surriscaldando e da lì in poi ogni scontro accende una miccia. Alejo continua a provocare chiunque capiti dalle sue parti e Viña decide di farsi giustizia da solo, stendendolo a centrocampo ma in volontario ritardo: anziché sedare, Ferreira opta per un rosso senza esitazioni che non fa altro che inasprire i contrasti. Rientrando negli spogliatoi, Pellegrini mima chiaramente le responsabilità arbitrali a tu per tu col direttore di gara. Ma al ritorno dall’intervallo le girandole di cambi (entrano in 8 nella Roma, 9 con Zalewski nel finale; addirittura in 12 nel Cadice) sembrano ammorbidire il clima. Volpato è il più vivace dei suoi e con un mancino a giro chiama il portiere avversario all’intervento più impegnativo della serata. A chiudere virtualmente i giochi  è Bongonda con un sinistro dal vertice dell’area su cui Svilar non pare irreprensibile. C’è tempo per un’altra mischia nel finale, nella trequarti romanista: fallo di Cristante su Sobrino, reazione e parapiglia che coinvolge anche Celik. Tutti ammoniti. Nel recupero il gran gol di Negredo rende più amaro il Cadice.

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