AS Roma

Quando a Cadice giocava l’idolo di Maradona

C’è stato un tempo in cui la squadra che affronterà la Roma questa sera schierava quello che, secondo Diego Armando Maradona, è stato «il giocatore più forte di sempre»

Jorge Alberto Gonzalez Barillas, il Magico

Jorge Alberto Gonzalez Barillas, il Magico

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
16 Dicembre 2022 - 11:00

C’è stato un tempo in cui il Cadice schierava quello che, secondo Diego Armando Maradona, è stato «il giocatore più forte di sempre». Il calciatore in questione era Jorge Alberto Gonzalez Barillas, salvadoregno che - proprio come “El Pibe de Oro” - ha incarnato la dicotomia genio e sregolatezza. Classe 1958, soprannominato “Magico” per il suo talento straordinario con il pallone tra i piedi, approdò al Cadice nell’estate del 1982, subito dopo i Mondiali a cui ha guidato (per la prima volta nella storia) El Salvador. Sul conto di Gonzalez storia e leggenda spesso si mischiano: certo è che, poco prima di passare al Cadice, stava per prenderlo il PSG; era tutto pressoché fatto, ma i dirigenti francesi rimasero a lungo ad attenderlo invano nell’albergo dove avrebbe dovuto esserci la firma. Al primo anno in Spagna segnò 14 gol in 33 gare, contribuendo alla promozione del Cadice nella massima serie. Il legame con la città e con la tifoseria fu istantaneo, nonostante le frequenti nottate “selvagge” del talento sudamericano; la sua vita sregolata e dedita alla movida spinse il club ad assumere una persona con lo specifico compito di andare a svegliarlo la mattina affinché non saltasse gli allenamenti. Il suo talento in campo le attenzioni del Barcellona, che nel novembre 1983 approfittò di una pausa del campionato per portarlo con sé in una tournée negli USA. Si valutava il suo ingaggio, per affiancarlo a Maradona, ma i blaugrana non avevano fatto i conti con il carattere “sui generis”. Una sera, in uno degli alberghi, scattò l’allarme antincendio: squadra e staff si ritrovarono ben presto fuori, assonnati e allarmati; tutti, ad eccezione di “Magico”. Un tesserato andò quindi a bussare alla sua stanza, e lo trovò che dormiva della grossa in dolce compagnia dopo quella che aveva l’aria d’essere stata una nottata movimentata. Dopo una parentesi al Valladolid, nel 1986 Gonzalez tornò al Cadice, dove rimase fino al 1990, contribuendo con le sue magie da funambolo alla permanenza del club in Primera Division. Quindi tornò in patria, al FAS. Una volta ritiratosi, per un po’ ha fatto il tassista. Oggi ha 64 anni e vive lontano dai riflettori, ma a Cadice non c’è persona che non si ricordi o che non abbia sentito parlare di “Magico”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI