Julio Sergio: "Fare il portiere a Roma non è mai semplice"
Le parole dell'ex estremo difensore giallorosso: "Rui Patricio per la squadra è importante e lo ha dimostrato lo scorso anno, anche in finale di Conference League"
Julio Sergio Bertagnoli, ex portiere della Roma, protagonista della splendida cavalcata chre ha portato la squadra di Claudio Ranieri a sfiorare lo scudetto nel 2010, ha rilasciato delle dichiarazioni sul Mondiale e sulla sua ex squadra durante la trasmissione Crossover ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5.
Cosa ne pensi del Mondiale e del Brasile?
“Se escludiamo il Marocco è un Mondiale con poche sorprese. Vedo partite molto tattiche, squadre che si difendono bene e altre che hanno degli attacchi formidabili. Il Brasile è molto forte, ha una rosa ricca di qualità. Neymar è fondamentale, è più esperto rispetto al passato ed è il vero leader della squadra. Mi sembra un gruppo molto solido che può sicuramente arrivare lontano. L’entusiasmo in Brasile c’è, ma la strada è ancora lunga e gli avversari saranno sempre più forti”.
Come hai visto la Roma e cosa ti aspetti dalla seconda parte di stagione?
“Penso che la Roma abbia fatto un ottimo mercato in estate, riuscendo anche a spendere poco. Qualche calciatore ancora non è riuscito ad esprimersi al meglio, ma sono sicuro che Mourinho stia studiando un modo per migliorare il rendimento di tutti nella seconda parte di stagione. Il calcio non è semplice, non c’è una formula perfetta. Mourinho ha sempre allenato squadre abituate a vincere e la Roma storicamente lo è un po’ meno, ovviamente escludendo la Conference League dello scorso anno. Tutti in società stanno facendo il massimo. La differenza però la fanno sempre i giocatori, se rientreranno con la testa giusta e una buona condizione fisica la Roma potrà far meglio”.
Cosa ne pensi di Rui Patricio?
“Fare il portiere a Roma non è mai semplice, perché è un ambiente che vive di pressioni ed emozioni molto forti. Spesso i piccoli errori sono più fastidiosi di quelli grandi. Rui Patricio è un portiere importante e lo ha dimostrato lo scorso anno, anche in finale di Conference League. Spero che possa tornare ad alti livelli perché avere un portiere che porta punti e fiducia è fondamentale per una squadra”.
Quanto è difficile il ruolo di “secondo”?
“La cosa più importante per un portiere è la testa, soprattutto se giochi meno degli altri. Devi farti trovare pronto perché, specialmente in una squadra forte, le occasioni sono poche e bisogna sfruttarle al massimo. Io ne so qualcosa, per tre anni ho sofferto, ma nonostante questo mi sono sempre allenato al massimo e quando ho avuto l’opportunità di dimostrare il mio valore ne ho approfittato. È un ruolo particolare quello del portiere, si cambia molto poco e la fiducia è fondamentale. Spero che Svilar possa farsi trovare pronto in futuro se dovesse avere altre opportunità”.
“Per il lavoro che faccio qui in Brasile mi confronto molto spesso con la Roma e spero che in futuro possano esserci di nuovo tanti brasiliani con la maglia giallorossa. Ci sono dei portieri molto importanti in questi anni, come Weverton che è il terzo della Nazionale. In generale, molti sono da calcio europeo, ma dovranno confermarsi giorno dopo giorno”.
Qual è stata la parata più importante a Roma?
“Te ne dico tre. Sicuramente quella su Mauri nel derby del 2009, ma anche il rigore parato a Floccari l’anno successivo. Peccato che quella stagione sia finita così. Le parate al derby fanno la differenza e le ricordano tutti quanti, ma quella più importante in assoluto per me è stata in un Roma – Juventus. La partita l’abbiamo persa, ma nei primi minuti ho parato un tiro fortissimo di Amauri. La prima palla è sempre la più importante perché ti mette tranquillità. Ho fatto una buona partita e mi è servito molto a livello mentale”
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