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La signora Juventus e l’eterno ritorno

In una lettera ai dipendenti, Agnelli cita Nietzsche. Ma avrebbe dovuto guardare a un’altra sua opera

Andrea Agnelli a colloquio con John Elkann

Andrea Agnelli a colloquio con John Elkann (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Giovanni Scipioni
05 Dicembre 2022 - 10:00

Ve lo ricordate Nietzsche? Il filosofo del cavallo? Quello che con i suoi ironici baffoni occupava con prepotenza le pagine dei sussidiari filosofici? Ve lo ricordate lo smisurato Friedrich, tra i massimi pensatori e scrittori di ogni tempo in grado di influenzare il mondo occidentale del XX secolo? Ve lo ricordate, vero? Ebbene, questo insigne filosofo che tanto ha fatto per le nostre povere menti è stato tirato per la giacchetta dal presidente (ormai ex) della Juventus che, in una lettera inviata a tutti i dipendenti, si è addirittura lanciato in una citazione del filosofo tedesco. Ha scritto: "Quelli che non potevano sentire la musica pensavano che tutti quelli che danzavano fossero matti". Ipse dixit. Perché questa colta citazione? Ha voluto far vedere che gli anni di studio non sono passati invano? Ha cercato di migliorare con un pensiero dotto uno scritto standard? O forse ha voluto mandare un messaggio cifrato indirizzato ai media, agli amici, ai nemici, ai procuratori, ai giocatori, ai presidenti di alcune squadre “amiche”, agli arbitri sempre così gentili con la vecchia Signora? Oppure l’ha indirizzata come messaggio criptico a suo cugino John Elkann, numero uno dell’impero che tiene la Juve come provincia? Difficile trovare il destinatario. Almeno per ora. Ma si può giocare sulla frase del filosofo e del suo utilizzo in perfetta serenità visto che lo scandalo (l’ennesimo) che ha coinvolto la Juventus e i suoi dirigenti sta assumendo giorno dopo giorno, gli stessi toni di Calciopoli. Un disastro. Economico ed etico.

Il mio vecchio e caro professore di filosofia spiegava Nietzsche con semplicità e per questo momento di pensiero preso in prestito da Agnelli utilizzava le parole della saggezza. Commentava: i pazzi danzano perché sentono la musica, sono considerati pazzi dagli altri, da quelli che non sentono la musica. In realtà, aggiungeva il mio professore, la pazzia secondo Nietzsche è una magia, una dote, un qualcosa in più. Come Dybala rispetto agli altri giocatori della serie A. Come Mourinho rispetto agli altri allenatori. Un po’ come vedere una bellissima partita di calcio ed emozionarsi con accanto una persona che sbadiglia. Tu senti la musica, l’altro ha i tappi alle orecchie. Cosa voleva dire il presidente che voleva fare un campionato a parte tra le squadre che hanno i bilanci in rosso? Che il pazzo non è solo lui e che ci sono tanti altri attori nel mondo del calcio dotati di stessa ipotetica pazzia? Voleva dire che sono tutti pazzi e che lui è solo uno dei tanti? Fermate il mondo voglio scendere, recitava uno slogan degli Anni 70. Ma qui non vuole scendere nessuno, neanche Agnelli. È scivolato a sua insaputa perché la situazione era diventata insostenibile. Se questa lettura della citazione di Nietzsche è giusta, l’Andrea ha mandato un segnale (potremmo chiamarlo così) al cugino o al mondo pieno di insetti, serpi e belve che si abbevera nei ruscelli dei campi verdi. Ma probabilmente non è così. Sarebbe la nascita di una tragedia, per giocare con le parole del filosofo tedesco.

Il mio professore di filosofia, oggi, di fronte all’ennesimo scandalo in bianconero avrebbe bocciato Agnelli sulla citazione danzante e avrebbe proposto, in alternativa, il pensiero di un demone trascritto su La gaia scienza. Suona, più o meno, così: "Questa vita dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte e non ci sarà in essa mai niente di nuovo… l’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere". È l’eterno ritorno. Sempre loro, a dettar legge, a indirizzare arbitri e dirigenti, per poi cadere e ricominciare. Ecco forse il giovane Agnelli avrebbe fatto bene a cambiare citazione.

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