AS Roma

Il tifoso in Giappone: "Nun c'è problema, vi spiego la mia pezza"

Stefano, direttamente da Tokyo, ci racconta la sua Roma: "La delusione non è prenderne 6 a Bodø, ma non poter cantare con i tuoi amici"

PUBBLICATO DA Matteo Vitale
27 Novembre 2022 - 15:00

Non è importante che sia una partita in casa o fuori casa, se sia a Roma o in Norvegia o in Giappone, la pezza “Nun c’è problema” sarà sempre al suo posto, fra i tifosi romanisti, nello spicchio colorato di giallo e di rosso. Era anche al Toyota Stadium contro il Nagoya, neanche a dirlo. Se fra i tifosi spunta quell’iconica pezza, famosa ormai fra tutti i tifosi, allora vuol dire che allo stadio c’è Stefano Del Signore. E c’è sempre. Abbiamo avuto modo di parlare con lui e ci ha raccontato cosa vuol dire la Roma per lui e non solo. 

Non ha stupito nessuno vedere la tua pezza in Giappone...
«Indubbiamente è un onore poter seguire e sostenere la propria squadra, simbolo della città dove sei nato. Se le persone che ti amano ti capiscono, se la salute te lo permette e se hai portato avanti una piccola attività lavorativa che ti può permettere alcuni sforzi economici....allora tutti i sacrifici che affronti si trasformano in soddisfazioni con gli amici di sempre al tuo fianco. Il Giappone è una nazione unica. L’AS Roma in terra nipponica è un’esperienza emozionante. Venerdì, dentro e fuori lo stadio, i tifosi giapponesi ci salutavano e ringraziavano solo perché dall’Italia, da Roma soprattutto, eravamo giunti fin nella loro terra per un evento sportivo così rappresentativo. Lo stadio non era pieno, poco più di 13mila spettatori, quasi tutti con la maglia della squadra della capitale italiana. Più che stadio ci è sembrato un teatro: ci hanno spiegato che per restrizioni in tempo di post-massima  emergenza-covid, non potevamo stare in piedi, cantare, urlare o esporre scritte in modo continuo! Immaginate che delusione per noi…»

Non sarà stata la delusione peggiore presa in trasferta...
«La delusione non è prendere 6 gol a Bodø o 7 a Manchester o perdere con il Lecce già retrocesso o ai rigori con il Liverpool o un derby qualsiasi con gente che non può nominare il nome della propria città! Stai male quando tu o un tuo amico o un gruppo non può essere presente al tuo fianco per urlare a tutti il nome di Roma!»

Com’è nata la pezza “Nun c’è problema”? 
«Nasce 22 anni fa e vuol dire tutto e niente: tutto è cosa si è disposti a fare se si ama, niente significa che gli ostacoli li superi. Proprio come quando da bambino il mio Capitano, della mia Roma preferita, ci portava in porto con il vessillo». 

Fuori dal campo chi è Stefano Del Signore?
«Gestisco una piccola trattoria di famiglia (dal 1966) con mio fratello Sandro a Torre Spaccata. Sono l'unico tifoso in famiglia, mi brillavano gli occhi solo a sentire il nome di Roma pronunciato, figuriamoci a cantarlo…».

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