Volpato: da Sidney a Villa Pamphilj
Nelle parole di chi lo accolse al Trastevere. Ciotti: "Vi racconto Cristian, umile e di un altro livello. Primo ad arrivare e ultimo ad andare via. Aveva fame"
Dell’arrivo di Cristian Volpato alla Roma se ne è parlato tanto, spesso a sproposito. Succede sempre così quando un talento riesce a imporsi. Per vederci chiaro, abbiamo fatto una chiacchierata con Fabrizio Ciotti, responsabile del settore giovanile del Trastevere, l’uomo che materialmente lo accolse in questa sua esperienza transitoria.
"Cristian è venuto nell’inverno del 2019, grazie ai buoni rapporti che ci sono con la Roma, è arrivato dall’Australia ed è stato “parcheggiato” da noi per circa tre mesi. In questo periodo si è allenato con la Juniores, nonostante fosse un 2003, era nella rosa di mister Mazza ed era sotto età, perché la squadra era composta da 2002 e 2001. Ci sono state informazioni incomplete su di lui e quel periodo: noi lo abbiamo allenato, da quando è stato in forma si è visto subito che aveva qualità superiori alla media, ma doveva entrare in forma. Quando è successo, lo abbiamo schierato anche nelle partite amichevoli, una delle quali è quella famosa tra la Juniores Nazionale e la Rappresentativa Regionale e lui quel giorno fece vedere quello che valeva. Segnò tre gol, ma a parte quello dimostrò di essere un giocatore di un’altra caratura. Si era visto subito, perché lui non parlava bene italiano e nel secondo allenamento era già il più cercato dalla squadra, tutti i compagni la passavano a lui, perché dal punto di vista tecnico e atletico aveva qualcosa in più. Poi è venuto fuori alla grande, dopo pochi giorni di lavoro. È venuto che non aveva ancora 16 anni, anche dal punto di vista fisico aveva un’altra struttura, ora ha un fisico diverso, era più leggerino, però aveva nel dinamismo e nella tecnica qualità superiori".
Che giocatore era appena arrivato?
"Lo abbiamo inizialmente utilizzato come mezzala, il mister cercò di impiegarlo nel suo 4-3-3. Ragazzo fantastico, puntuale, si è sempre comportato in maniera ineccepibile e quando ha rotto il ghiaccio con i compagni è diventato un punto di riferimento nello spogliatoio, anche in così poco tempo. È un trequartista, mister Mazza lo impiegò come mezzala per il modulo, ma non ebbe alcuna difficoltà. Con quelle qualità tecniche e atletiche non ha fatto alcuna fatica nonostante la differenza di età".
La sua prima impressione quale fu?
"Il discorso è semplice: lui aveva una caratteristica, oltre a quelle citate, che alle volte è difficile da trovare nei giovani d’oggi. Era non solo umile, ma aveva fame, voglia, disposizione al sacrificio, per cui nella sua testa si era posto l’obiettivo di fare tutto il possibile per arrivare. Poi con le doti che ha, con il percorso che gli è stato permesso di fare sicuramente si poteva prevedere di vederlo in ambito professionistico. Poi il lavoro fatto a Trigoria e le qualità dello staff di Mourinho hanno generato il palcoscenico che ha adesso. Che avesse qualità sopra la media… dopo due allenamenti venne mister Mazza e mi disse: “Ha qualità impressionanti”. Il ragazzo si allenava con gente più grande di età, grandi fisicamente, più esperti. Le stigmate c’erano, poi è stato bravissimo lui e la Roma brava a lavorarci. Può ancora crescere molto".
Quali erano gli accordi tra club?
"C’era un discorso presumo burocratico, era stato seguito nella sua squadra in Australia, sia per aspetti burocratici sia per aspetti tecnici hanno voluto fare un passaggio preliminare con il quale hanno ricevuto tutte le conferme che cercavano e avevano risolto tutti gli intoppi relativi all’acquisto di un minorenne proveniente da un altro continente".
Volpato, ora che sta giocando in prima squadra, è stato definito da Mou uno dei pochi in grado di far luce: che carattere ha?
"Da noi ha avuto il vantaggio di avere questo livello e spessore superiore alla media dei ragazzi, anche più grandi di lui, è diventato subito un riferimento, tutti i compagni sportivamente parlando lo cercavano sempre, era un ragazzo che aveva qualcosa in più, come movimenti e lettura di gioco, tecnicamente era sopra la media. Noi l’abbiamo impiegato in partite interne e quando c’è stata l’occasione “ufficiale”, in una gara sulla quale ci sono più riflettori, lui fece vedere tutto il suo talento, fu imbarazzante vedere il divario, in quella gara fece lo ‘stravede’, si dice a Roma (ride, nda)".
Intanto ha scelto di non andare al Mondiale.
"È stata una scelta matura, il ragazzo calcisticamente è cresciuto qui in Italia, quando è arrivato era un nome sul taccuino di scout particolarmente bravi, è maturato qui e mi sembra una scelta condivisibile. Ha fatto anche la trafila con le nazionali italiane, se le premesse sono queste non ha fatto bene solo per lui, ma anche per l’Italia".
Come ragazzo che tipo è?
"È un ragazzo umile. Ineccepibile, nei comportamenti dentro e fuori dal campo, sempre tra i primi ad arrivare e tra gli ultimi ad andare via, qui non c’è traccia del minimo comportamento sbagliato. Era un ragazzo appena arrivato in Italia, era un nome riservato a pochi, di questo bisogna fare i complimenti allo scouting della Roma, che ha scovato un ragazzo così bravo che potrebbe avere un profilo importante in futuro".
Ci sono altri casi come il suo?
"Magari ad averne di altri Volpato, però noi nel nostro piccolo cerchiamo di lavorare con l’obiettivo di rifornire la prima squadra di profili di alto livello, poi il lavoro che noi facciamo se si traduce in un livello superiore arrivano società superiori ad attingere da noi, ma se forse ci dedicassimo di più al nostro settore dilettantistico qualche profilo di livello potremmo intercettarlo. Non dico altri Volpato, di questo livello, però insomma, giocatori bravi".
Questa operazione è un simbolo del feeling con la Roma.
"Il rapporto continua ad esserci, periodicamente ci confrontiamo con la società giallorossa, la sensazione che si ha è che la Roma voglia avere una presenza ancora più massiccia sul territorio regionale e mi sembra una decisione saggia".
Però non ci sono foto di Volpato con la vostra maglia.
"La Juniores si allena dalle 19 fino alle 21, era notte in inverno, per questo non ci sono foto di Volpato con la nostra maglia e i nostri colori, abbiamo provato, ma non ce ne sono. Lui veniva accompagnato dalla mamma, arrivavano prima dell’allenamento e poi andavano via perché non avevano la macchina e si spostavano con i mezzi. Non era semplice muoversi per loro, ma sua madre lo accompagnava sempre al centro di allenamento".
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