Mourinho non ha comprato anche Ancelotti
Le dichiarazioni dell'allenatore del Real Madrid sull’importanza dei giocatori forti e l’importanza di un tecnico top sembrano ritagliate appositamente per José
Quando arrivi in una città nel centro della quale c’è il Colosseo devi sempre ricordare che non solo Pilato ha chiesto il dito “su o giù” per decidere i destini di Cristo o Barabba. Devi anche considerare che nell’Anfiteatro combattevano violentemente gladiatori e animali feroci. Sintesi: Roma è una città che ti esalta, ma nel giro di un attimo ti spedisce agli inferi. Ti mangia.
Noi romani lo sappiamo. Lo sanno bene soprattutto i veri romanisti. Quanti miti finiti nella polvere. Leggendo un’intervista rilasciata da Carletto Ancelotti, né uno qualsiasi, né uno che non conosce “Roma caput mundi”, una frase ha colpito: "Nessun allenatore potrà mai vincere se ha giocatori scarsi. Puoi essere bravissimo, ma ti servono sempre campioni. Senza non puoi inventarti nulla".
Come non pensare subito a José Mourinho. Lui, che dopo aver conquistato 25 titoli a tutte le latitudini, decide di accettare la Roma. Non una grande squadra, solo tanto appeal e un ambiente come pochi in altre parti del mondo. E i Friedkin appena arrivati.
Lui, che ha sempre guidato squadre già fatte per vincere, scommette con e su se stesso. Capire se scegliere un progetto può essere nelle sue corde. Prova e al primo tentativo, con una squadra non eccezionale, porta all’ombra del Colosseo la Conference League. E il Colosseo vi potrebbe raccontare quella festa nelle strade storiche di Roma, dipinte di giallorosso.
José ha accettato di “scommettersi”. Magari non ha valutato che, avendo un ego smisurato (di solito un handicap, ma non sempre), si sarebbe trovato a fronteggiare il ruggito del Colosseo. Ma lui e Carletto hanno la “Laurea honoris causa”, si sono sfidati alla guida di squadre stellari, sanno tutto l’uno dell’altro.
Ma quel… "se hai giocatori scarsi non vinci", in questo momento sembra tagliato su misura per il portoghese. Certo, bisogna ammettere che alcune sue esternazioni non fanno bene a nessuno: squadra, città, società, ambiente. Ma bisogna anche ricordare che se non avesse messo la sua voce e tutto il suo bagaglio di vincente nel microfono di un cellulare, Dybala, Wijnaldum, anche Matic, non avrebbero accettato di giocare a Roma. Nonostante il Colosseo e i sette colli.
Sta lavorando con una squadra sicuramente inferiore a quella della scorsa stagione. Un esempio: Mkhitaryan, trequartista, esterno d’attacco, seconda punta, è stato trasformato nel “faro” della Roma. Davanti la difesa, pronto nel fare il portaborse e il “nobile”. Con grande umiltà. Ma il mercato estivo ha tolto a Mourinho quei due giocatori veri. Già…“senza campioni non vinci…”. Potete stare certi: José non ha telefonato e “comprato” Carletto.
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