Due punti in più per Mourinho ma ancora non basta
L’anno scorso dopo 15 giornate eravamo a 25. Rendimento in media con i campionati dal 2017 in poi, seppur di poco inferiore. Per la Champions serve di più
Come recita un celebre adagio, "i conti si fanno alla fine". A maggior ragione se in panchina hai José Mourinho, uno abituato a replicare alle avversità e ai problemi con il carattere, la personalità e - spesso e volentieri - con i trofei. Ecco perché l’andamento avuto fin qui dalla Roma in questa prima metà stagione, seppur parecchio deludente, non deve essere letto come un dato definitivo: la stagione è ancora lunga e, con il rientro dei tanti giocatori infortunati, la speranza è che nella seconda parte del 2022-23 lo “Special One” e i suoi uomini rialzino la testa e tornino a correre per gli obiettivi che competono loro.
Troppo misero il bottino di 27 punti in 15 giornate che piazza i giallorossi al settimo posto in classifica: su questo non si discute, ed è il motivo per cui l’allenatore portoghese ha invitato tutti a "fare autocritica". Il rendimento, d’altro canto, non si discosta però molto da quello della passata stagione: un’annata forse travagliata in certi momenti, ma conclusasi con l’estasi della Conference League vinta a Tirana. Dopo 15 turni del campionato 2021-22, Abraham e compagni avevano due punti in meno, 25, rispetto a quelli attuali. Si dirà: c’erano le attenuanti del primo anno di Mou e di tanti giocatori, ma non gli infortuni a raffica con cui la Roma ha dovuto fare i conti da agosto in poi in questa stagione. La media-punti per partita è leggermente migliorata, passando dall’1,66 del 2021-22 all’1,8 attuale, ma comunque non basta per ritornare nell’Europa che più conta. La differenza sostanziale è che un anno fa, pur essendo quinti in classifica, distavamo 6 lunghezze dal quarto posto; esattamente il doppio rispetto a quelle che, oggi, ci separano da un piazzamento nella prossima Champions League. Tutto è ancora in gioco, ovviamente: a patto che il rendimento cambi in maniera netta rispetto a quanto visto nei primi tre mesi.
Poco è cambiato
C’è da dire che tra agosto e novembre Mourinho ha avuto a disposizione una rosa molto simile rispetto a quella della passata stagione: Wijnaldum c’è stato soltanto per due spezzoni, prima di rompersi la tibia; Dybala ha fatto la differenza nelle prime giornate, ma poi si è fatto male anche lui. Stop relativamente brevi - ma comunque sufficienti a far saltare loro almeno due partite - li hanno subiti anche Zaniolo, Celik, Pellegrini, Spinazzola, Zalewski, Kumbulla, Matic. Insomma, la differenza con la squadra del 2021-22 si è vista finora più nelle assenze (Veretout, Mkhitaryan, Sergio Oliveira) che nei rinforzi. Ma con un Dybala come quello visto finora, un Wijnaldum in più e un rendimento migliore da parte di alcuni big apparsi sottotono negli ultimi mesi, la corsa per un posto nell’Europa più prestigiosa non è impossibile.
I precedenti più recenti
Prendendo in analisi i cinque campionati precedenti, si nota come il rendimento avuto finora nel 2022-23 sia sostanzialmente in media con gli altri, seppur di poco inferiore. Partiamo dal 2017-18, prima stagione di Di Francesco sulla nostra panchina: dopo 15 partite di campionato, avevamo raccolto 35 punti, per una media di 2,3 per gara, e occupavamo il quinto posto in classifica. È stata l’ultima occasione, quella, in cui abbiamo scavallato quota 30, e anche l’ultima volta in cui a fine stagione siamo arrivati tra le prime quattro (terzi, per l’esattezza). Anche perché l’annata successiva, 2018-19, è stata la peggiore delle ultime dieci: 21 punti dopo 15 turni (media per partita di 1,4) ci valevano l’ottava piazza, poi migliorata con un sesto posto a fine stagione, con Claudio Ranieri che subentrava in corsa a Di Francesco.
È stata poi la volta di Paulo Fonseca, connazionale di Mou, capace di fare piuttosto bene nella prima parte di stagione, ma evidenziando dei tracolli nel periodo invernale e primaverile. Nel 2019-20 la Roma raccoglieva 29 punti, quinta in classifica dopo 15 giornate: stesso piazzamento avuto poi al termine del campionato. La stagione successiva il tecnico ex Shakhtar si migliorava, ottenendo 30 punti nello stesso segmento di Serie A, e in quella circostanza i giallorossi erano quarti: un piazzamento durato ben poco, però; alla fine arrivavamo settimi, qualificandoci per la Conference League che poi José ci avrebbe portato a vincere.
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