AS Roma

Un alieno all'Olimpico: Dybala, luce sulla Roma

In 20’ ha cambiato le sorti della gara col Torino. Oggi è il suo compleanno, il primo con i colori giallorossi. Ieri il meritato regalo: è in ritiro con l'Argentina

Dybala in campo contro il Torino

Dybala in campo contro il Torino (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Matteo Vitale
15 Novembre 2022 - 11:11

Un bagliore accecante. È tornata la luce. Visto il lasso di tempo, per minutaggio e per la maledetta o benedetta (dipende dai punti di vista) sosta alle porte, domenica Paulo Dybala è sembrato più che altro una cometa, passata in pochi attimi a fare luce su una squadra grigia, incupita dai propri limiti e priva di colori, lasciando sul terreno di gioco un alieno, così simile nelle fattezze agli altri esseri umani in campo, ma dotato di un talento extraterrestre. In realtà la Joya con quei venti minuti contro il Torino ha acceso un fuoco, quello della speranza di cui ha parlato José Mourinho nel postpartita. La speranza dei tifosi presenti all’Olimpico, la speranza dell’allenatore di rivedere una squadra “accesa”, la speranza che a gennaio ci sia fin da subito Wijnaldum, uno di quei giocatori in grado di far schizzare in alto il livello medio della rosa romanista. La speranza di una Roma migliore, più forte e viva, meno passiva e timorosa. D’altronde Dybala è questo e i numeri lo confermano: c’è una Roma con lui e una Roma senza di lui. Con l’argentino la squadra viaggia alla media di 2.3 punti a partita, senza a quella di 1.2. Il giorno e la notte. Per non parlare del dato dei gol segnati: 12 con lui, appena 4 senza. Tre volte di più. C’è anche il dato relativo alla costruzione di azioni che portano al tiro: la sua media nei 90’ è la settima in Serie A, a quota 4.99 e in larga parte su palla in movimento. Dati (insieme a quello dei 7 gol e 2 assist segnati in 12 partite giocate, 10 dal 1’) che ne testimoniano l’insostituibilità. Una statistica che potrebbe essere sfuggita durante la sua assenza: viaggia con la media di un gol ogni 90’. In ogni caso, la sua presenza migliora anche il rendimento di chi lo circonda.

Domenica è bastata la sua sola presenza per scuotere gli altri. Una scossa, emotiva, tecnica e tattica: è venuto in mezzo al campo a prendersi la palla da giocare, cosa che spesso i suoi compagni non fanno, chiacciandosi tra le maglie avversarie, quasi a nascondersi dalle proprie responsabilità. I 20’ di luce regalati da Dybala hanno messo a nudo i limiti dei suoi colleghi in giallorosso, sia tecnici sia di personalità, ma anche la fragilità della squadra, tema già diffusamente sviluppato senza mezzi termini da José Mourinho, quando aveva parlato di “luce” riferendosi a lui e a Pellegrini, unici due giocatori in grado di garantire qualità, movimenti senza palla e occasioni da gol. Con l’argentino in campo è cambiata l’aria, letteralmente, il rettangolo verde sembrava inclinato: quel pallone, in un modo o nell’altro, sarebbe entrato. Una finestra aperta sul resto della stagione, sul potenziale ancora inespresso di una squadra comunque in piena lotta per il quarto posto nonostante abbia dovuto fare a meno dell’argentino per settimane e di Wijnaldum da inizio stagione. C’è ancora vita.

Finalmente la Selecciòn

Dopo tanto lavoro, dopo le doppie sedute di allenamento, dopo la dieta e tutto quello che Paulo ha fatto per essere in Qatar con la sua Argentina, il giorno prima del suo compleanno, che è oggi ed è il primo da romanista, ha raggiunto i suoi compagni della Selecciòn nel ritiro ad Abu Dhabi. Lì Scaloni e i suoi ragazzi prepareranno il sogno Mondiale: ieri pomeriggio i canali ufficiali della nazionale argentina hanno pubblicato alcuni scatti dal primo allenamento della squadra al completo e il numero 21 giallorosso appare con alcuni suoi “colleghi” della Serie A. Aveva tanta voglia di Argentina, lo ha detto e fatto capire in tutti i modi, ma soprattutto ha lavorato duramente per essere presente, anche se dovrà giocarsi con il posto con una leggenda come Messi, ma oggi può scartare un regalo che durerà tutta la campagna internazionale. Venire in giallorosso per giocarsi ogni chance per essere presente in Qatar è stata una scelta azzeccata, sia perché sembra davvero nel suo ambiente ideale sia perché l’obiettivo personale principale è stato raggiunto. Ora c’è un Mondiale da vincere e, lo ha dimostrato dopo l’ultimo infortunio, non c’è dubbio che Paulo farà tutto il possibile per realizzare il suo sogno. A partire dalla gara del 22 contro l’Arabia Saudita.

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