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Roma-Torino: una roba da Matic

Il serbo era stato preso per coprire il buco nel ruolo di regista. Ieri è partito dalla panchina, ma è stato decisivo: "Dobbiamo fare molto di più"

L'esultanza di Matic dopo il gol al Torino

L'esultanza di Matic dopo il gol al Torino (As Roma via Getty Images)

PUBBLICATO DA Piero Torri
14 Novembre 2022 - 10:30

Domanda: se all’intervallo ti domandi chi è stato il migliore della Roma e dici Camara, la risposta giusta quale può essere? A) Il guineano è pronto a entrare in corsa per il prossimo Pallone d’oro; B) Meno male che all’Olympiakos hanno chiesto solo poco più di un milione per il prestito; C) La Roma ha un problema serio in mezzo al campo; D) Ti tocchi, giusto per ricordare la meravigliosa Sabina Guzzanti quando ci regalava l’imitazione dell’altrettanto meravigliosa Moana Pozzi.

Credeteci, non abbiamo nulla contro Camara. Anzi, nel corso dell’inguardabile primo tempo di ieri contro il Torino, è stato l’unico a creare un’occasione da gol, interdizione in mezzo al campo, quindici metri in verticale, pallone a Zaniolo che ha incrociato tirando di poco alto, unico pericolo portato alla squadra granata. Ma questo non toglie che la Roma un problema serio ce l’ha in mezzo al campo. Con un Cristante che da qualche partita è alla canna del gas, un Bove che a questo punto non si capisce perché sia rimasto, un Wijnaldum in infermeria dall’inizio, un Pellegrini fermo da un paio di turni causa infortunio conseguenza dei troppi impegni, un Tahirovic che è sicuramente di prospettiva ma che non può ancora essere in grado di togliere le castagne del fuoco.

E con un Matic che spesso e poco volentieri lo Special One sistema in panchina. Per poi mandarlo in campo quando è in vantaggio per gestire il risultato o, come ieri, nel tentativo di rimettere in piedi una partita che stava scivolando verso i fischi e le pernacchie. Ed è stato proprio il serbo, lui che in carriera di gol ne ha fatti sempre pochini, contro il Torino a confezionare il sinistro che ha consentito di evitare una nuova sconfitta al tramonto di una partita che non ha fatto altro che evidenziare le problematiche di una squadra che troppo spesso in campo dà la sensazione di non sapere cosa fare, orfana di un regista in grado di dettare tempi, geometrie, posizioni. Appunto, Nemanja Matic. Che, invece, fin qui, ha sì messo insieme già venti gettoni di presenza, soltanto dodici da titolare (sette in campionato e cinque in Europa League), ma che finora non è riuscito a dare quel contributo di saggezza tattica per cui la Roma e Mourinho lo hanno voluto in giallorosso. E francamente non si capisce perché. Perché il tecnico portoghese, dopo una serie di partite in cui ha fatto giocare in mezzo al campo il serbo al fianco di Cristante, ha preso atto che i due sono troppo simili per poter costituire una coppia in grado di garantire tutte quelle caratteristiche necessarie per poter essere compatibili, in particolare dal punto di vista della velocità d’esecuzione, troppo compassati per poter dare quel cambio di passo che spesso, se non proprio sempre, fa la differenza sia nella fase offensiva, sia in quella difensiva. E allora lo Special One ha optato per Cristante con Camara al fianco, con Matic sistemato in panchina come dodicesimo uomo da mandare in campo nel momento del bisogno. Come, appunto, ieri contro i granata di Juric che alla sua squadra, pur con tutti i limiti del caso, ha comunque garantito un’identità precisa e un filo logico di gioco.

 Chissà che la partita contro il Torino, anche se adesso avremo due mesi di buco da orfani di Roma, non abbia convinto Mou a dare il boccino in mano al serbo. Che, pure, conosce benissimo e apprezza al di sopra di qualsiasi ragionevole sospetto. Lo ha avuto al Chelsea, lo ha rivoluto al Manchester United e l’estate scorsa quando Tiago Pinto gli ha detto che si poteva prendere il serbo, il tecnico ha risposto che era l’uomo giusto da mettere al posto giusto nel centrocampo di una Roma che aveva perso Mkhitaryan (Veretout e Sergio Oliveira). Matic anche se l’età ormai non è più quella di un giovincello, è l’unico tra i centrocampisti in rosa che può garantire un senso logico alla manovra della Roma, sempre che ci sia. Adesso ci saranno oltre cinquanta giorni per poter riflettere sulle carenze della Roma in mezzo al campo, cercando di trovare una soluzione valida per la ripresa del campionato. Con Matic titolare e, potendo, un nuovo centrocampista da prendere a gennaio (Aouar?). 

Parole in serbo

Un pareggio non soddisfacente, dal quale prendere, semmai, la reazione: "Dopo il gol del Torino abbiamo trovato il pareggio nonostante il rigore sbagliato - ha detto Nemanja a fine gara- Segnare all’ultimo minuto, non è facile per noi, ma il calcio è così. Dobbiamo migliorare molto, perché giocare così non va bene, anche per i nostri tifosi. Dobbiamo fare meglio. Prima della partita volevamo i 3 punti, ma il Torino ha giocato molto bene, penso che un punto oggi vada bene, perché segnato all’ultimo minuto. Come il Mister ha detto nell’intervallo, dovevamo e dobbiamo giocare meglio, perché contro una squadra come il Torino è difficile vincere giocando così".

"Non dovevamo aspettare di prendere il gol per avere una reazione. Dobbiamo migliorare molto come squadra, anche individualmente - ha aggiunto Matic - Cosa manca alla Roma per fare il salto di qualità? La mentalità. Pecchiamo di creatività e quando Paulo è entrato in campo la creatività è tornata e abbiamo avuto qualche occasione in più. Abbiamo visto che abbiamo bisogno di lui. Però penso che nella rosa ci siano molti giocatori in grado di portare quella qualità in campo e che debbano farsi carica della squadra. Adesso abbiamo una grossa sosta, non è una cosa abituale. Ma appena torneremo ad allenarci, ma anche prima dobbiamo pensare a migliorare, perché come ho detto prima giocare così non è abbastanza per questa squadra. Dobbiamo rimanere uniti e guardarci allo specchio per capire dove migliorare e fare il nostro meglio. Alla fine della stagione vedremo dove arriveremo, ma ci tengo a ribadirlo, giocare così non è abbastanza". E la mentalità di Matic parla da sola.

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