AS Roma

Tornare i padroni di casa per invertire il trend

Sono appena 9 punti su 26 conquistati all’Olimpico. Anche i gol fatti sono la metà di quelli realizzati in trasferta e l’ultima vittoria in A nella Capitale risale a oltre un mese fa

Abraham e Belotti si abbracciano a fine partita

Abraham e Belotti si abbracciano a fine partita (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
12 Novembre 2022 - 11:04

Da qualche tempo l’aria di casa non è più la stessa. Quel giardino ripetutamente violato è uno sfregio alle tendenze storiche della Roma e dello stesso Mourinho. Eppure il contorno è sempre di primissimo ordine e anche col Toro gli spalti dedicati ai tifosi giallorossi non presenteranno vuoti, come da splendida e consolidata abitudine. Quello che sta mancando appartiene esclusivamente alla sfera del campo, dove non si vede vittoria in Serie A all’ombra del Cupolone da oltre un mese. L’ultima gioia risale al 9 ottobre scorso e porta la firma della Joya, con quel rigore dolceamaro che ha significato successo sul Lecce e allo stesso tempo (in senso letterale) rinuncia a Dybala per tutto il periodo che ne è seguito. Fino almeno a domenica, quando è probabile che l’argentino riassaporerà il gusto dell’impegno agonistico appena in tempo per volare in Qatar con la propria nazionale. 

Intanto però il suo apporto è mancato eccome (nonostante la cospicua assenza resta ancora il capocannoniere della squadra, in campionato come in assoluto), anche perché lo stesso Pellegrini ha giocato a lungo ben distante dalla migliore forma fisica, fino a dichiarare forfait obbligato nel bel mezzo del derby. Ovvero il terzo big match consecutivo finito male fra le mura amiche, dopo quelli con Atalanta e Napoli. Guarda caso tutti disputati con i due elementi di maggiore creatività in rosa fuori causa o a mezzo servizio. Coincidenza temporale che può aiutare a comprendere le difficoltà nella manovra offensiva, soprattutto quando la Roma è chiamata dal fattore campo a “fare la partita”. Un dato deflagrato in tutta la sua evidenza nell’ultimo mese e confermato dalla differenza di rendimento fra le gare giocate a Roma e quelle in trasferta. 

Al riguardo i numeri lasciano poco spazio alle interpretazioni: sono nove i punti conquistati nella Capitale a fronte dei diciassette messi in fila lontano da casa. Quasi doppio anche il totale delle reti realizzate finora in trasferta: undici, contro le sei messe a segno all’Olimpico. È vero che anche il calendario influisce sulle statistiche, avendo dirottato i giallorossi negli altri stadi d’Italia in ben otto giornate su quattordici, ma l’asimmetria non basta a giustificare la carenza di risultati casalinghi.

Peraltro due delle partite di cartello sono state disputate su campi storicamente ostici per i colori giallorossi. Ma fra la sfida alla Juventus nel suo stadio e quella del Meazza contro l’Inter sono stati accumulati quattro punti, in assoluta antitesi con quanto raccolto davanti al pubblico amico. E se in passato la Roma ha ricevuto spesso la spinta necessaria a ottenere risultati di prestigio dall’incontestabile calore dei propri tifosi, anche José Mourinho a lungo ha sfruttato l’effetto fortino. Nelle sue prime 43 panchine in Serie A è rimasto imbattuto. E in tutta la scorsa stagione - quando il gruppo a disposizione era senza dubbio tecnicamente inferiore a quello attuale - i suoi si sono piegati in casa soltanto alle due milanesi e alla Juve. Ovvero gli stessi ko già incassati in questo scorcio, ma con sole 6 gare disputate in casa (il primo col Milan un anno fa arrivò proprio alla 6ª giornata). L’unica sconfitta incontestabile - o comunque priva di rimpianti - apparve allora quella contro la sua ex squadra. Dalla rocambolesca rimonta subita dai bianconeri (9 gennaio scorso), Pellegrini e compagni hanno poi centrato un filotto di 10 gare senza ko interni (15 includendo le coppe, nelle quali la pluriennale imbattibilità casalinga è caduta il 6 ottobre scorso col Betis). 

Per i più disparati motivi le sconfitte romane della stagione in corso porterebbero i segni della casualità: assedio denso di occasioni fallite con l’Atalanta; supergol subito, tirato fuori dal cilindro col punteggio incanalato in parità contro il Napoli; errore decisivo di un singolo nel derby. La costante resta la sterilità offensiva, con sole 2 reti all’attivo negli ultimi 4 match e Abraham ancora a secco all’Olimpico. Prima della sosta c’è l’occasione per riprendere la rotta giusta.

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