Il momento di Abraham: Tammy up & down
Al Mapei è tornato al gol (il terzo) in campionato dopo un mese di digiuno. Ma la buona prestazione non gli ha evitato la stoccata di Mourinho e l’esclusione dal Mondiale
Troppo tardi. La sveglia di Tammy Abraham ha suonato fuori tempo massimo. Se non per la Roma, che ha ancora due terzi di stagione davanti, quantomeno per la nazionale inglese, che il Mondiale si appresta a disputarlo fra meno di due settimane. E dalla lista diramata ieri da Southgate per la rassegna in Qatar il centravanti giallorosso è rimasto fuori. A motivare un’esclusione che era nell’aria da qualche giorno lo stesso ct: "Tammy ha avuto un periodo difficile in zona gol al momento sbagliato. Lo stato di forma può essere molto importante". Quello di Abraham è risultato deficitario nell’intero primo scorcio di stagione, con rare eccezioni: tre reti in campionato, quattro inserendo nel computo anche l’Europa League, curiosamente tutte lontano dall’Olimpico, dove i tifosi di casa non assistono a un centro del proprio centravanti da oltre sei mesi (firma decisiva il 5 maggio scorso nella semifinale di Conference contro il Leicester).
Lo score attuale non si discosta però troppo da quello della scorsa stagione nello stesso periodo, almeno in Serie A: fino alla doppietta di Bergamo (18ª giornata, poco prima di Natale) che diede il via a una marcia da bomber quasi inarrestabile, erano quattro i suoi centri in campionato (anche se nel girone di coppa ne aveva già accumulati sei). A marcare le differenze più evidenti è stato più che altro il suo modo di stare in campo. Nella prima annata romanista, Abraham era un costante punto di riferimento della squadra da trequarti in su, tanto da conquistare l’affetto incondizionato dei tifosi anche segnando poco: grinta da vendere, continue sponde per i compagni, tanto lavoro in rifinitura e perfino in ripiegamento difensivo.
Ancora alla vigilia del match col Sassuolo, a domanda diretta sulle ragioni della versione Dottor Jekill e Mister Hyde fornita dall’inglese nelle due stagioni, la risposta di Mourinho è stata tanto concisa quanto significativa: "Magari è una buona domanda da fare a lui, è la persona ideale per rispondere: “ho un problema o no, penso al Mondiale o no, sono distratto o no”". Ancora più eloquente l’esclusione dalla formazione iniziale scesa in campo al Mapei. A metà ripresa, Tammy è però entrato col piglio giusto: ha realizzato un gran gol di testa (tornando a segnare dopo un mese di digiuno in A) e soprattutto ha giocato come era solito fare l’anno scorso. Ma a fine gara le scuse pubbliche dell’attaccante verso tecnico, club e tifosi non sono bastate a risparmiarlo da una nuova stoccata firmata JM: "Gli ho chiesto perché ha avuto questo atteggiamento soltanto oggi e non nelle precedenti partite". La risposta verbale resta chiusa fra le mura dello spogliatoio, per quella pratica c’è il campo. La prova del 9.
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