AS Roma

La verità invisibile più lontana col derby

I tifosi hanno tutto il diritto di esagerare, mentre i media meno, ma lo hanno fatto in tutto. Da Ibañez a Orsato, per finire con la Lazio di Sarri

La rissa durante il derby dopo le perdite di tempo di Radu

La rissa durante il derby dopo le perdite di tempo di Radu (MANCINI)

PUBBLICATO DA Giovanni Scipioni
09 Novembre 2022 - 13:08

La verità è invisibile e spesso la menzogna ci vede benissimo. Accade nella vita di tutti i giorni e, in particolare, nel mondo del calcio, magnifico contenitore di umanità e di divino fiato. Quando poi si gioca un derby l’invisibile urla, la verità si allontana sempre di più e tutto si estremizza. Drammatizzano i tifosi (ne hanno tutto il diritto), ma esagerano anche i media, l’informazione in genere e non ne hanno tutto il diritto. Anzi.

Ibañez. È stato crocifisso. È vero, ha commesso un errore davvero ingenuo e non è la prima volta che scherza con un pallone esplosivo. Ma il numero tre è un buon giocatore, veloce, difensore di qualità. Sbaglia per un eccesso di sicurezza. Perché osa e non si limita al compitino. Chi fa sbaglia. Chi non fa evita le critiche ma non gioca per la squadra. Deve solo fruttificare la sua mente e in questo modo la verità sul suo conto si rivelerà per intero: diventerà visibile e gagliardo. Fa bene Mou a insistere su di lui. Dopo Smalling è il migliore difensore che abbiamo.

Orsato. Tutti a dire e a scrivere che il vecchio arbitro internazionale è stato bravissimo. Voti lusinghieri da parte dei cronisti televisivi, cartari e digitali. Eppure… Eppure con lui la Roma non vince mai. Un caso? La beffa del destino infame? Non credo. Io ho smesso di credere alle favole (anzi ci credo perfettamente) e quando Rocchi, il designatore, ha messo l’arbitro di Vicenza sul terreno dell’Olimpico, ho incominciato a tremare. Non avevo torto. 

Gli arbitri sono importanti in una partita di calcio e possono indirizzarne l’andamento. Come? Non necessariamente dando rigori fasulli (ormai con il Var è difficile) ma fischiando in continuazione, interrompendo le trame di gioco nei momenti salienti, quando l’inerzia spazio tempo in cui si trovano pallone e giocatori sta prendendo la via del gol. Chi fa così viene definito arbitro equidistante. Un fischio a favore e uno contro per non fare torto a nessuno. E così sembra perché la verità è invisibile. Ma fischiare a ridosso dell’area avversaria o a centrocampo non è la stessa cosa. E chi mastica di calcio sa quando il fischio interrompe una possibile azione da gol o quando è ininfluente. Gli arbitri equidistanti sanno di calcio. 

Nel libro/film Il colibrì c’è uno psicanalista a cui piace arbitrare le partite di tennis degli amici. Spiega così la sua passione: "Mi piace stare lassù, sovrastare, dominare, fare arrabbiare i giocatori". Una passione diffusa, probabilmente anche tra i professionisti. Mi sono chiesto più volte perché la maggior parte dei media utilizza, nel giudicare gli arbitri, il luogo comune dell’equidistanza. Oggi ho una risposta: la maggior parte non vede la partita per intero, senza alzare lo sguardo, ma a tratti, alternando la visione di altre partite o rispondendo su Whatsapp. In questo modo esce il giudizio a zig zag. Bisognerebbe brevettarlo.

Sarri. La Lazio vince il derby giocando come il Padova di Nereo Rocco e qualcuno scrive "Una Lazio lucida e concreta". Hanno visto la partita? E il famoso gioco spumeggiante di Sarri? Mou ha parlato di cinismo, ma l’ha fatto, come è suo costume, con perfetta ironia. Peccato che nessuno abbia chiesto al mister il significato della parola cinismo. Ne avremmo sentite delle belle. Mi piacerebbe che la verità possa diventare nel prossimo futuro meno invisibile e che, allo stesso tempo, la menzogna cominci ad accusare qualche diottria. Sono ottimista?

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