AS Roma

Arriva Sassuolo-Roma: il penultimo sforzo prima della pausa

Guardare avanti: mancano due partite per arrivare al 2023 con le chances intatte per l’obiettivo quarto posto (con una posizione da Europa assicurata)

La gioia di Volpato dopo il gol a Verona

La gioia di Volpato dopo il gol a Verona (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
09 Novembre 2022 - 09:38

Se pensiamo alla formazione che presumiamo Mourinho possa mettere in campo alle 16 di mercoledì 4 gennaio 2023 rispetto alla squadra che scenderà in campo oggi alle 18,30 al Mapei (telecronaca esclusiva Dazn) pare un’altra squadra: potenzialmente contro il Bologna per la prima del nuovo anno potrebbero scendere in campo Wijnaldum e Spinazzola a centrocampo, Pellegrini e Dybala a trequarti, Solbakken in avanti. Poi, certo, bisognerà vedere se l’olandese avrà recuperato, come l’argentino sarà tornato dal mondiale, quanto il norvegese avrà capito della realtà romana, e tutte le altre variabili immaginabili, ma insomma le prospettive che si aprono nel 2023 per Mourinho ci sembrano sotto il profilo tecnico assai diverse rispetto a quelle con cui si sta chiudendo il 2022. Ecco perché è fondamentale terminare bene la stagione provando a portare a casa sei punti tra stasera e domenica pomeriggio (col Torino si giocherà alle 15, primizia assoluta, l’ultima volta il 5 febbraio scorso col Genoa) per la “sopravvivenza”, come l’ha definita José, e poi mettersi alla finestra ad attendere gli ultimi risultati prima della pausa mondiale, con la possibilità piuttosto concreta di passare a quel punto la rassegna di Qatar 2022 e pure le feste di Natale dall’alto di un quarto posto in classifica che sarebbe in ogni caso meritatissimo.

A complicare la stagione e inficiare il giudizio sulla squadra giallorossa è stata infatti sufficiente una sola partita, quella persa con la Lazio nel più brutto derby degli ultimi anni. Che la Roma non sprigioni un calcio effervescente da fare invidia al mondo è questione acclarata su cui non si dovrebbe neanche tornare ogni volta che il risultato finale è diverso da una vittoria. E invece questo puntualmente accade, il clima si invelenisce e si finisce per dibattere di questioni che invece a Trigoria sono decisamente sotto controllo. Discutere la leadership di Mourinho è semplicemente ridicolo, la sua posizione è inattaccabile, è il comandante in carica e lo resterà ancora a lungo, anche se purtroppo sono già spariti i titoli entusiastici che, anticipando clamorosamente una trattativa neanche cominciata, avevano prefigurato addirittura lo scenario del prolungamento di contratto appena cinque giorni fa. Assolutamente lecito, invece, che gli si possa chieder conto dello stallo tattico in cui a volte la Roma è preda al netto delle giustificazioni riguardo le pesantissime assenze che però, chissà perché, per lui valgono sempre un po’ meno. Basti pensare che l’acclamatissima Lazio di Sarri senza Milinkovic (una giornata di squalifica) e senza Immobile (assente da tre partite) è sembrata una banda di soldatini programmati solo per difendere, con tanti saluti allo sbandierato perfezionismo del tecnico toscano alla ricerca perenne dell’utopia (dichiarazioni di un paio di settimane fa, già rinnegate nei fatti). 

A Mou il compito di risolvere i problemi con i superstiti di una prima parte di stagione decisamente stressante, alla vigilia di un lungo periodo di sette settimane di vacanza durante le quali sarà complicatissimo ricalibrare la forma per ciascuno dei componenti della rosa di ogni squadra. Ma ci si penserà. Ciò che conta oggi è riprendere la corsa che l’inciampo nel derby non può aver compromesso. Prima di domenica, la Roma aveva vinto quattro delle ultime cinque partite disputate, perdendo solo col Napoli mattatore con un golletto di Osimhen a pochi minuti dalla fine. Sull’altalena del barometro emozionale oggi la temperatura è decisamente in ribasso, ma basta poco per rialzarla. Non sarà facile contro la bella squadra di Dionisi, uno che quanto a costruzione dal basso potrebbe dare ripetizioni a chiunque e che continua a vivere tranquillo nonostante abbia perso invece quattro delle ultime cinque partite. Eh, ma gli manca Berardi. Noi invece ora abbiamo Volpato.

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