Roma club Amsterdam, una lupa tra i tulipani rossi
Parla Gian Paolo Simonetta, il presidente: «Siamo partiti in quattro solo tre anni fa. Oggi ci raggiungono da tutta l’Olanda»
La lupa campeggia fiera tra due tulipani rossi, emblema indiscusso dell'Olanda. È questa l'immagine simbolo del "Roma club Amsterdam", nato per caso tre anni fa in un locale della capitale dei Paesi Bassi. «In uno dei peggiori locali di Amsterdam - sottolinea Francesco, uno dei soci fondatori del club - l'unico però che dava la serie A e che ci permetteva di seguire la Magica». In una situazione che accresceva ancora di più quel sentimento naturale di emarginazione che qualsiasi straniero sente lontano da casa, in un freddo gennaio del 2014, durante un Roma-Juventus di coppa Italia (vinto 1-0 dai giallorossi, ndr) quattro ragazzi romani si sono guardati negli occhi e hanno deciso di fondare il club. «Parlando tra di noi - spiega Gian Paolo Simonetta, presidente del club - ci siamo resi conto che ognuno, appena trasferitosi, aveva cercato un "Roma Club ad Amsterdam", che però non esisteva. Senza neanche pensarci un attimo abbiamo deciso di fondarlo noi e dopo circa tre settimane il sogno è diventato realtà». Il primo Roma Club nella capitale olandese è cresciuto in fretta, oltre 100 tesserati in tre anni che ad ogni partita si ritrovano a tifare al "The Flying Dutchman",un pub olandese vicinissimo alla stazione centrale, in pieno centro, che Il Romanista ha avuto il piacere di visitare in occasione dell'indimenticabile partita di Champions League Roma-Chelsea. Un club anche molto attivo sui social, con una pagina Facebook che conta oltre 5.700 fan, ed è in continua crescita.
Essere Romanisti all'estero
«È molto diverso per me - racconta Gian Paolo - tifare Roma ad Amsterdam. Ovviamente l'aspetto più negativo è il non poter andare frequentemente allo stadio. Ma tifare la Magica da qui ti fa sentire delle emozioni particolari, uniche. Nel senso che, ad ogni partita, sia noi residenti che i turisti ci ritroviamo "risucchiati" per circa due ore in un'atmosfera di romanità incredibile per poi uscire dal locale e tornare alla vita da Amsterdammers. Gli fa eco Marco, uno dei nuovi soci del club: «C'è ancora più orgoglio nel tifare la Roma qui - evidenzia - perché, essendo una delle città più multietniche del mondo, si ha la possibilità di raccontare la Magica di oggi e di ieri e farla conoscere a persone provenienti da ogni angolo del globo». E a quanto pare questa opera di divulgazione della fede giallorossa ha i suoi effetti. «Abbiamo tifosi anche da altre parti d'Italia e una folta colonia di olandesi romanisti. E oltre alla Roma - sottolinea il presidente - molti olandesi, come in tutto il mondo, hanno una passione incredibile per il nostro ex capitano. Un trasporto nei confronti di Totti che gli olandesi hanno dimostrato sempre e che prosegue anche oggi. Un esempio? Qualche giorno fa il servizio decoro urbano di Amsterdam ha rimosso a tempo di record un bellissimo murales dedicato a Francesco appenato realizzato da Kamp Seedorf, una "street crew" attiva tra Amsterdam e Almere. La decisione ha creato sdegno anche tra gli olandesi perché sono proprio pazzi per Totti e per quello che ha rappresentato ».
Daje Kevin
«Sicuramente - racconta Francesco - un momento memorabile per il club è stato quando abbiamo sostenuto da vicino Kevin Strootman durante l'infortunio. Quando si è operato qui ad Amsterdam, una delegazione del club si è piazzata sotto l'ospedale con uno striscione con scritto "Daje Kevin". E siamo riusciti a consegnargli una cartella contenente centinaia di dediche raccolte grazie alla nostra attivissima pagina Facebook. «Durante l'attesa dell'intervento - ci tiene a sottolineare il presidente - abbiamo giocato a calcio in un prato adiacente all'ospedale. Per me che sono cresciuto negli anni ‘80 questi sono dettagli che aggiungono un senso di romanticismo al calcio, e mi fanno amare profondamente questo sport». Un gruppo di tifosi giallorossi innamorati del nostro giornale dunque, e che non vedono l'ora di venirci a trovare in redazione.
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