Mourinho: "Non vogliamo andare in Conference. Abraham giocherà"
Il mister: "In campo per un solo risultato: la vittoria. Su Zaniolo la Uefa ha fatto giustizia ma non so se scenderà in campo: mi piacerebbe averlo a disposizione"
José Mourinho ha rilasciato delle dichiarazioni nella conferenza stampa e ai canali ufficiali del club alla vigilia della sfida contro il Ludogorets. Queste le sue parole.
Come si "sopravvive" domani sera? Zaniolo è recuperato?
“Se non vinciamo andiamo in Conference League, ma non vogliamo questo. Questa è una partita dove abbiamo un solo risultato che è la vittoria. Sarà una partita difficile per noi e per loro, ci hanno battuto in una partita dove abbiamo giocato con le prime scelte a parte il portiere, non è che avessimo giocato con la Primavera. L’Olimpico sarà esaurito di nuovo, penso che possa crearsi un ambiente da partita decisiva come contro il Bodø/Glimt, il Vitesse, il Leicester. Con questo tipo di atmosfera e la motivazione dei giocatori, possiamo farcela. Su Zaniolo è stata fatta giustizia, tre partite di squalifica erano troppe. La UEFA ha fatto giustizia ed è importante per noi perché c’è questo senso di giustizia e poi perché può aiutarci a vincere. Non so dire se giocherà o no, il suo ematoma era grosso e il dolore era importante ieri, vediamo come si sente. Mi piacerebbe averlo a disposizione”.
Si è parlato poco del Ludogorets: quali possono essere le differenze rispetto alla gara d’andata?
“Mi aspetto un Ludogorets che gioca con due risultati su tre, per noi ce n’è solo uno e questo fa la differenza ovviamente. È una squadra pericolosa in contropiede, ha giocatori veloci, si può difendere di più perché ha sempre questa soluzione di essere dominata e poter sempre creare delle situazioni pericolose, è questa la differenza principale. Una squadra gioca solo per un risultato e l’altra gioca per due, ma magari è meglio per noi. Sappiamo che dobbiamo correre dei rischi, sappiamo che abbiamo uno stadio non piccolo dietro di noi, l’ambizione dei giocatori non è vincere di nuovo la Conference League, l'ambizione dei giocatori è andare ai playoff anche se sappiamo che affronteremo squadre costruite per vincere la Champions League, non l'Europa League. Ma è lì che vogliamo andare. Non penseremo ad altro, a nessuna partita in più, pensiamo solo a una partita che dobbiamo vincere. Importante l’ultima vittoria in campionato, perché tornare a casa con i tre punti da Verona, dopo la sconfitta col Napoli, si respira aria diversa, non sarà facile domani né per loro né per noi”.
Abraham sta passando un momento particolare. Come lo si può aiutare in un momento non semplicissimo, continuandogli a dare fiducia o concedendogli un turno di riposo?
“Io ai miei giocatori dico sempre che il portiere può sbagliare clamorosamente in un’azione, un difensore può commettere degli errori, un attaccante può non segnare ma per me è tutto secondario. La cosa principale è l’atteggiamento, pensare alla squadra, lavorare seriamente e non piangere quando ci sono momenti difficili, avere coraggio di tornare a fare. Faccio un esempio: Pellegrini ha sbagliato un rigore contro l’Empoli, un rigore che poteva essere decisivo. Il rigore successivo, sempre decisivo per noi, contro la Sampdoria ha avuto coraggio di tirarlo e ha segnato. Se non lo avesse fatto, non sarebbe stato un problema. Però è andato e ha voluto andare. Non so che espressione tu abbia visto nella mia faccia nell’ultima partita ma sicuramente non hai visto l'espressione di uno arrabbiato. Anzi, ti dico che sono contento per la partita che ha fatto, poi sì ha sbagliato due gol poi il secondo è stato bello perché ha fatto assist a Zaniolo… Però per me non è un problema. Il problema era quando a inizio stagione si vedeva un Tammy poco concentrato, adesso no: lavora tanto per la squadra, sta giocando bene per la squadra. I giocatori non sanno ancora chi gioca o chi non gioca. Tornando alla tua domanda, se si deve far giocare o far riposare: si deve far giocare".
Tempo fa ha detto di non aver mai lavorato con così tanti giovani, averli lanciati in prima squadra lo ritiene un motivo di orgoglio? E ritiene che sia il compito più importante che ha fatto? È più fiducioso dell'apporto che possono dare i più giovani alla squadra o più preoccupato degli attaccanti che segnano poco?
"Non ho mai avuto tanta necessità di far crescere e giocare i giovani, però questo non significa che io accetti bene il fatto che tanti dicano che nella mia carriera io ho lanciato pochi giocatori giovani. Non sono pochi e sono bravi, tanti bravi. Qui è un po' per necessità però anche una conseguenza del profilo del nostro lavoro. Prendendo l'esempio di Volpato: non sono un eroe per dare loro un'opportunità. È stupido mettere giocatori che non sono preparati. È un processo, prima è un giocatore di solo Primavera, poi di Primavera che si allena in prima squadra, poi di prima squadra che può giocare in Primavera per avere minutaggio che qui non ha, poi diventa di prima squadra e aspetta che l'opportunità arrivi. Quando arriva un momento di giocare esiste fiducia da parte mia ed esiste anche una certa fiducia che può compensare il nervosismo del giocatore che debutta o gioca per la prima o seconda volta. Mi fa piacere il processo, per il club è ovviamente importante, per tutti i giovani che sono di là è importante avere questo feeling che la porta è aperta e l'ora può arrivare. Fa piacere non solo a me ma anche ai giocatori della prima squadra, si sente e si vede che sono felici quando un bambino debutta e fa bene, quando Volpato segna il gol della vittoria. Il gruppo aiuta questi ragazzi giovani a crescere, questo mi fa piacere. Tornando alla domanda: voglio vincere le partite, non sono troppo preoccupato con A o con B. Quando perdiamo è diverso, quando vinciamo sono contento. Mi fa ovviamente piacere che i bambini facciano bene. Mi fa anche piacere l'atteggiamento dei miei attaccanti che in questo non stanno segnando tanto, l'atteggiamento di Belotti, che non ha segnato il gol della partita, i problemi che ha creato all'avversario, il coraggio di prendere una botta forte, la faccia gonfia e ferita, per me l'atteggiamento è più importante di tutto. Quando l'atteggiamento è buono le cose cambieranno. Per me non sarebbe una sorpresa se domani Abraham facesse gol. A parte i gol sbagliati ha fatto una partita di atteggiamento e lavoro di squadra, per me questo è la base di tutto".
Si è parlato molto dei giovani, tra gli ingressi decisivi ce ne sono stati tanti come quello di Matic. È pronto per giocare dal 1'? Che impatto sta avendo un giocatore del genere anche sui giovani?
"Sono questi tipi di esempio che i giocatori più giovani prendono in modo positivo o negativo. Uno di 34-35 anni che è infortunato, ma vuole esserci per aiutare, è infortunato di nuovo e vuole restare di nuovo per cercare di aiutare. Quando Nemanja viene qua io lo conosco bene, sapevo esattamente cosa potesse fare non solo in campo, ma anche in questo tipo di situazioni. Se Volpato ha parlato di Nemanja con questi tipo di referenzia, immaginate Tahirovic che parla la sua stessa lingua, che gioca nella sua stessa posizione e stanno insieme prima e dopo l'allenamento. Potete capire cosa possa significare. Vediamo oggi come sta, se può giocare domani titolare o no, se vogliamo che giochi titolare o no, però sicuramente se può esserci lo farà. Ho già detto che gioca Abraham, gioca El Shaarawy perché è qui e ne mancano 9".
Mourinho ai canali ufficiali del club
"Orgoglio fino alla fine se si può dire nelle sconfitte di 1-0 che sei vivo fino all'ultimo secondo, anche nella sconfitta per 4-0 la squadra ha lottato ed è stata unita, anche a Udine ho sentito questo. Ciò ti dà fiducia e ti fa piacere ed è importante, perché ovviamente non si vince sempre".
Domani arriva il Ludogorets che ha due risultati su tre le chiedo che partita si aspetta e cosa ci può essere di differente dalla gara di andata?
"Nella gara di andata non abbiamo giocato bene però non abbiamo fatto i fenomeni. Abbiamo giocato con una squadra importante, con tatni giocatori titolari, abbiamo rpeso gol, abbiamo avuto una reazione fortissima per cercare di non perdere la partita, abbiamo segnato il secondo gol poi viene dalla luna e abbiamo perso, ma questo è il calcio. Abbiamo solo un risultato, dobbiamo vincere, dobbiamo essere aggressivi, offensivi, giocare con il pubblico. Però dobbiamo giocare anche con la testa con le emozioni controllate, perché loro in contropiede sono pericolosi"
A proposito di pubblico, non fa più notizia il sold out dell'Olimpico, io aggiungo, ci sono stati tantissimi tifosi in Finlandia, anche a Verona dopo pochi giorni dalla trasferta.
"Deve sempre fare notizia invece. Questa è una cosa che non si deve lasciare al vento. Deve essere sempre una notizia. Uno stadio gigante come l'Olimpico sempre esaurito deve essere una notizia, sempre. Perché alla fine si parla della nostra gente della nostra famiglia. Questa deve essere una nostra lotta, non dobbiamo smettere di parlarne. L'appoggio fuori casa è incredibile. Io anche ho scherzato qualche volta, c'è tanta gente a Roma che non lavora perché vanno a tutte le partite fuori casa. Però sicuramente fanno dei sacrifici per farlo e nelle partite fuori casa io ne parlo sempre con i giocatori. al di là del senso di professionalità, che dobbiamo fare sempre il meglio possibile, dobbiamo pensare a questa gente che viaggia fuori casa. Lo dobbiamo fare sempre.
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