Hellas Verona-Roma 1-3: alla fine vince sempre
È Volpato l’eroe del giorno di una squadra che ha conquistato all’88’ la quarta trasferta di fila e si è presa il quarto posto proprio alla vigilia del derby
Si chiama Cristian Volpato l’eroe del giorno, non ha ancora 19 anni, ma ha già regalato alla Roma tre punti in una gara col Verona che pareva stregata già quando Abraham nel primo tempo non ha inquadrato la porta dopo aver saltato pure il portiere e poi quando è andata sotto per un gol irregolare e poi quando in undici contro dieci per un’ora non è riuscita a segnare il gol del vantaggio dopo il pareggio a fine primo tempo di Zaniolo. E invece sono arrivati alla fine un gol e un assist (per El Shaarawy) di Volpato e la Roma la sua partita l’ha vinta 3-1, riconquistando il quarto posto e arrivando al derby nella condizione migliore. A patto che giovedì si regoli pure il Ludogorets.
Il primo tempo è corso sul filo degli errori: clamoroso quello che ha privato la Roma di un già acquisito vantaggio al 19’, con un palo a porta vuota di Abraham col portiere già saltato, autolesionistico quello che ha costretto il Verona a giocare in 10 dal 33’ quando, forse in trance agonistica per aver realizzato sette minuti prima il gol del vantaggio, Dawidowicz è entrato con un intervento scriteriato e uno slancio da karateka sulla parte interna del ginocchio di Zaniolo ed è stato giustamente cacciato, anche se l’incerto Sacchi ha avuto bisogno del conforto del Var per sventolare un rosso apparso evidente a tutti quelli che erano in campo e a chi guardava dalla tribuna. Escluso ovviamente il “civilissimo” pubblico di casa che da quel momento in poi se l’è presa con Zaniolo che ha avuto la colpa di rimettersi in piedi e poi di realizzare persino il gol del pareggio allo scadere del primo tempo.
Questi gli episodi decisivi di una frazione che era stata affrontata con troppa flemma dalla Roma e con grande spirito agonistico dal Verona, senza che da fuori fosse chiaro quale fosse la causa e quale l’effetto. Identici gli schieramenti tattici, con tre difensori (con il solito Smalling tra Mancini e Ibañez, con buona pace dell’ex Kumbulla, a macerarsi in panchina), due mediani a centrocampo (il pasticcione Cristante e il sempre più positivo Camara nella Roma, il geometrico Veloso e lo spiritato Hongla nel Verona), due esterni di gamba (Karsdorp e il timido Zalewski da una parte, De Paoli e Faraoni dall’altra), due trequartisti (Pellegrini, in versione annoiata, e Zaniolo, invece ben calibrato sull’impegno nella Roma, Kallon e Tameze per loro) e una punta, di qua Abraham, dillà Henry. Sugli spalti gran tifo per il Verona e splendore giallorosso nel settore ospiti, riempito da quasi 4000 miti.
A far capire che non sarà una serata facile arriva subito una doppia incertezza in disimpegno difensivo romanista e cross basso di Faraoni a far correre un brivido a Rui Patricio, con la palla che è sfilata lungo tutta la linea orizzontale della porta. Al 16’ ci ha provato Kallon, con un tocco di Smalling addomesticato dal portiere. Al 17’ Ceccherini ha commesso un primo fallo da ammonizione su Zaniolo, ma l’arbitro l’ha graziato. Al 19’ la clamorosa occasione mancata da Abraham, con l’uscita rapida dalla difesa, l’uncinata di Zaniolo di prima a liberare Karsdorp (come al solito marcando a uomo il Verona a tutto campo, quando perde una pedina rimane libera fino alla fine) che ha percorso l’autostrada che gli si è aperta davanti fino a servire nel taglio l’inglese, che con un tocco ha saltato Montipò uscito con i tempi sbagliati e poi ha incredibilnente fallito la mira da tre metri a porta spalancata, colpendo il palo esterno (il settimo della stagione) e generando una smorfia di perplessità mista a disapprovazione sul viso di Mourinho. Il tempo di vedere finalmente ammonito Ceccherini, per un altro fallo plateale su Zaniolo, e Abraham ha avuto un’altra occasione, stavolta su cross basso di Karsdorp mancato da Gunter: buono l’istinto di Tammy di gettarsi in tuffo, sfortunato nell’esito della traiettoria, che ha rimbalzato sul terreno e si è impennata vicino all’incrocio dei pali. Al 26’ improvviso e inatteso è arrivato il gol del Verona, su uno schema da calcio d’angolo non perfettamente riuscito, con la palla che raggiunto fuori area Faraoni che ha controllato e calciato il pallone trovando però la deviazione in area quasi fortuita di Dawidowicz ad ingannare Rui. C’è voluto un lungo benestare del Var prima di dare l’ok alla ripresa del gioco per la valutazione della posizione di Henry che in posizione di fuorigioco ha solo sfiorato il pallone, ma ha chiaramente limitato la visuale di Rui Patricio. Al 33’ il già descritto rosso al difensore polacco che ha spinto Bocchetti ad abbassare Tameze dalla trequarti campo alla linea di difesa, a disegnare un 342 che sarà replicato anche ad inizio secondo tempo, con l’ingresso di Hien al posto di Ceccherini e di Lasagna al posto di Kallon. Nel frattempo però aveva pareggiato Zaniolo, che ha sfruttato al meglio l’iniziativa di Camara, tra i migliori dei suoi, che ha strappato il pallone alto dai piedi proprio di Tameze, ha servito Abraham che ha tirato forte di destro sul palo (e otto) con Nicolò che ha seguito l’azione e ha spedito il tap-in nella porta vuota.
Per alzare il baricentro Mourinho ha messo ad inizio secondo tempo El Shaarawy per Cristante e dopo 12 minuti Belotti per Zalewski e Volpato per Zaniolo che, dolorante per il colpo subito nel primo tempo, ha provato fino all’ultimo a dar fastidio ai veronesi (sua anche un’iniziativa al 7’, senza successo) prima di arrendersi al cambio. Il Verona si è ritratto tutto nella sua metà campo e ha cominciato a difendersi con ordine, lasciando a volte quei varchi in cui la Roma ha però faticato ad entrare anche per l’eccessiva staticità di molti dei giocatori in campo. Così Mourinho ha messo anche Matic al posto di Mancini per una sorta di 2-4-4 con Matic e Camara davanti ai due centrali rimasti in campo, Karsdorp e El Shaarawy altissimi sulle fasce e quattro giocatori offensivi in ordine sparso, Pellegrini e Volpato sulla trequarti, Belotti ed Abraham in area. E come se non fossero abbastanza, al 38’, col risultato ancora fermo sull’1-1 ha inserito anche Shomurodov per l’esausto Camara. Occasioni in totale non ce ne sono state tante perché il Verona si è difeso bene, rinunciando a qualsiasi velleità offensiva, ma abbassandosi compatta nella propria trequarti. Al 17’ Karsdorp è arrivato bene di testa su un bel cross di Camara, ma invece di concludere verso la porta ha cercato la torre per un compagno, trovando invece un difensore in maglia blu pronto a rinviare. Al 19’ Belotti aveva spazio davanti ma se n’è reso conto quando era troppo tardi e si è fatto rimontare. Al 27’ ancora Belotti ha provato a cogliere di sorpresa Montipò tirando invece di crossare dalla fascia destra, ma il portiere non si è fatto sorprendere. Al 34’ anche Pellegrini, in uno dei pochi gesti tecnici che gli sono riusciti, ha mandato nello spazio il Gallo, ma il suo tiro è stato respinto da Magnani. E quando al 37’ Matic ha colpito la traversa (e nove) staccando su corner, è salito forte il sospetto che la Roma la partita non l’avrebbe vinta. E invece a due minuti dal termine lo stesso Matic in un’azione prolungata sulla sinistra ha mandato al bar un paio di avversari prima di scaricare al limite dove Volpato ha calciato di prima angolando in maniera perfetta il pallone, e due minuti dopo il 90’ ancora Volpato in una ripartenza nelle praterie che a quel punto si sono aperte ha aspettato il tempo giusto per servire in sovrapposizione El Shaarawy, bravissimo a sua volta a saltare con un tocco morbidissimo Montipò e poi a segnare a porta vuota.
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