Verona-Roma amarcord: tanti punti pesanti al Bentegodi
In casa dei gialloblù lo 0-0 che il 22 giugno 1952 ci riporta in Serie A. Nel 1983 un pari prezioso nella corsa allo Scudetto, nel 2000 il missile di Batistuta
Molti tifosi se lo dimenticano (o forse decidono di dimenticarselo), ma a Verona la Roma ha fatto festa, mezzo secolo fa, perché mise fine al purgatorio della Serie B. Era il 22 giugno 1952, i giallorossi avevano compiuto una cavalcata pressoché perfetta per ritornare dove competeva loro il più presto possibile. Giusto una settimana prima, il Siracusa era stato travolto 6-0, e quel successo aveva messo una seria ipoteca sulla promozione. Promozione che sarebbe poi arrivata proprio in terra veneta, grazie a uno 0-0 che porta la firma Luigi Albani, portiere classe 1928: con le sue parate, respinse l’assedio veronese e permise agli uomini allenati da Gipo Viani di tornare nel massimo campionato.
Verso il tricolore
Nel corso degli anni, quelle tra la Roma e il Verona sono state partite spesso combattute - soprattutto quelle in casa dei gialloblù - e in cui l’una o l’altra squadra ha prevalso soltanto di misura. Il risultato più frequente è però il pareggio. Proprio come il 23 gennaio 1983, seconda giornata del girone di ritorno, con la Roma di Nils Liedholm in vetta al campionato e a seguire un folto gruppetto che vede proprio il Verona, la Juventus, l’Inter e la Fiorentina. Di Bartolomei e compagni sono reduci dalla vittoria casalinga per 1-0 contro il Cagliari (gol di Falcao); la squadra di casa, allenata da quell’Osvaldo Bagnoli che giusto due anni più tardi la porterà a vincere uno Scudetto storico, schiera vecchie conoscenze come Marangon, Spinosi e Penzo. È proprio quest’ultimo a rispondere a Iorio: botta e risposta che si consuma nell’arco di due minuti nel primo tempo, poi entrambe le squadre corrono parecchi rischi, quindi si accontentano. Dopo quella giornata, che vede anche i pareggi di Juventus e Inter, al secondo posto c’è proprio il Verona, con 23 punti, mentre Conti e compagni comandano la classifica a 25. È un punto decisivo nell’economia di quella stagione, che terminerà con il trionfo atteso 41 anni.
Il poker è servito
Anni dopo, per l’esattezza il 19 novembre 2000, la Roma torna al Bentegodi da capolista, con Fabio Capello in panchina: il Verona però va subito in vantaggio con un rigore di Oddo, che fa spaventare i circa 4.000 tifosi giallorossi accorsi in Veneto. Ma la paura non dura molto, perché già prima dell’intervallo Candela e Totti ribaltano l’incontro. Nella ripresa sale in cattedra Gabriel Omar Batistuta: al 58’ si incarica di battere un calcio di punizione dal limite e con un missile terra-aria di potenza indescrivibile fulmina Ferron all’incrocio dei pali; poi, allo scadere, appoggia in porta con il più facile dei tap-in il cross dalla destra del solito, instancabile Tommasi. È 4-1, la squadra sembra inarrestabile: il 17 giugno 2001 è ancora lontano, ma già da quel giorno di novembre, grazie alla splendida rimonta, si comincia a sentire profumo di trionfo.
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