Kumbulla verso una maglia da titolare nella sua Verona
Il difensore potrebbe iniziare dal primo minuto nella città e contro la squadra in cui è cresciuto. In questa stagione ha collezionato meno di 50’ in campo per infortuni
Riecco Kumbulla. La certezza si avrà soltanto all’imbrunire, quando verranno diramate le formazioni ufficiali che scenderanno sul prato del Bentegodi, ma il numero 24 appare fortemente indiziato per una maglia da titolare. A distanza di due mesi dall’ultima volta: 30 agosto scorso, match casalingo contro il Monza vinto 3-0. Una partita che però al di là del risultato non può essere ricordata fra le più fortunate. Quel giorno Marash viene schierato al centro della linea arretrata a tre per concedere un po’ di riposo a Smalling, nel cuore di un tour de force simile a quello attuale, fra impegni ravvicinati di campionato e coppa. I muscoli dell’inglese hanno mostrato nel recente passato di avere difficoltà a reggere troppi sforzi prolungati. Ma a cedere sono quelli dell’alternativa designata, che dopo soli 28 minuti è costretto a chiedere il cambio (sostituito proprio da Chris) dopo aver rimediato una lesione al bicipite femorale sinistro. Infortunio rognoso, la cui prognosi richiede almeno un mese di stop. Nella stessa circostanza va fuori causa anche El Shaarawy per un’altra lesione, alla coscia. E da poco hanno già iscritto i propri nomi nell’infermeria di Trigoria anche Wijnaldum e Zaniolo. Peraltro col gong del mercato dietro l’angolo.
È allora che comincia l’emergenza, in difesa più ancora che in altri reparti. I centrali di ruolo in rosa sono quattro. E con Kumbulla out le scelte sono obbligate. L’albanese torna a disposizione di Mourinho subito dopo la sosta, come da programma. Fa in tempo a disputare i due minuti finali all’Olimpico contro il Lecce, poi si ferma di nuovo. Si teme una ricaduta, ma sono scongiurate altre lesioni. A Siviglia e Genova va in tribuna, per poi tornare in panchina nell’ultimo turno di Serie A col Napoli e riassaggiare il clima agonistico nei sei minuti conclusivi della sfida di Europa League a Helsinki, giovedì scorso. L’ammontare totale delle sue presenze stagionali arriva così a 49’, poco più di un tempo. Ma adesso il ragazzo nato a Peschiera del Garda (poco meno di 30 chilometri da Verona) è di nuovo pronto a giocare dall’inizio. Ironia della sorte, proprio in concomitanza della sfida all’Hellas. Dove è cresciuto calcisticamente e non solo, come testimonia quel messaggio di saluto ai “butei” (ragazzi in dialetto veronese) ai tempi della cessione alla Roma, a fine estate 2020. Marash è legatissimo alla sua terra d’origine, anche se come Zalewski è in possesso del doppio passaporto e ha scelto di indossare la maglia della nazionale avita. Ma è tempo di riprendersi il giallorosso. Mou non ha mai fatto mistero di apprezzarne la professionalità: gli ha concesso spazio nella fase centrale della Conference, come in diversi match di campionato. Ora si ricomincia.
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