Mourinho: le “zanzare” da silenziare
Voci e indiscrezioni puntano a disturbare la Roma, ma lo Special One (nonostante le tante difficoltà) tiene ancora duro
Le voci, queste fastidiosissime voci che, come le zanzare, nel cuore della notte ti ronzano nelle orecchie. Inutile accendere la luce per cercarle e liberartene. Le voci come i ronzii, che da sempre, sicuramente da mezzo secolo come testimonia la mia carta d’identità, infastidiscono e a volte turbano non solo la notte della Roma: soprattutto il giorno. Quando, con l’arrivo alle prime luci dell’alba arriva anche la “carica” dei social, rimbalzano notizie e indiscrezioni mai confermate e tantomeno verificate. Difficile e forse neanche giusto “silenziarle” come con le zanzare. Ma danni ne provocano.
La zanzara ha tormentato l’estate di Nicolò Zaniolo. Fino a giovedì, prima della partita di Europa League, addirittura Tammy era pronto a fare le valigie (per un’offerta di 40 milioni). Incredibile a dirsi. Oggi (verificheremo in futuro…) da lontano si sente il ronzio: ma siamo sicuri che José Mourinho resterà alla Roma? Si dice che i rapporti con la proprietà non siano più così saldi come nella scorsa stagione. Sono “gole profonde” che conoscono perfino la squadra che avrebbe pronto un contratto in bianco, sul quale lo Special One dovrebbe solo mettere la firma.
Nell’universo pallonaro è possibile tutto e il contrario di tutto. Ma bisogna guardare con attenzione quello che sta accadendo alla Roma, quella che scende in campo con cerotti e bende. A Helsinki erano fuori i pezzi più importanti che, con fatica, Tiago Pinto - in perfetta sintonia con l’allenatore - ha inserito nel puzzle di una squadra che in tre anni dovrebbe essere competitiva al alto livello.
Intanto una rinfrescata alla memoria. Mourinho, arrivando e facendo cadere da sedie, poltrone e divani non solo i tifosi, ma tutto il circuito dell’informazione, ha vinto alla “prima mano” la Conference League. Primo trofeo internazionale nella bacheca della Roma? Sì, no! Perché la Coppa delle Fiere conquistata nel 1960-61 è al centro di un’infinita disputa.
Sebbene si possa considerare un’antesignana dell’attuale Europa League, non tutti gli organismi politici del calcio ne riconoscono l’effettivo valore. La Fifa la considera un “major honour”, ovvero un titolo tra i più qualificanti nel palmarès di un club. Per l’Uefa, che non è mai stata l’organizzatrice del trofeo, non può essere annoverato insieme ai trofei attuali. La nostra Federcalcio la equipara alla Coppa Uefa e quindi Europa League. Per concludere: in Italia è trofeo internazionale.
Ma torniamo alle “zanzare” fin troppo fastidiose. Giovedì, in Finlandia, José ha giocato con la stessa squadra dello scorso anno. Dybala no, Wijnaldum no, Matic no, Celik no. Annullata la campagna acquisti, eccezion fatta per la “scommessa” Camara. In campo tanti ragazzini, perché come ha detto lo Special One "Nelle altre squadre avevo tanti campioni, era impossibile far giocare i ragazzi". Lui, delle difficoltà fa tesoro. E allora la speranza è che arrivi presto l’inverno, che faccia piazza pulita delle zanzare.
Perché in inverno tornerà nel cuore della Roma un certo Gini. Certo, non è solo un giocatore che risolverà da solo tutti i problemi, ma lui ha vinto finora nove trofei internazionali per club. Parla, cioè, la stessa lingua di Josè Mario dos Santos Mourinho Felix.
Two is better than one.
© RIPRODUZIONE RISERVATA