AS Roma

Da Helsinki con il sorriso: bentornato Abraham

Con la “capocciata” in Finlandia, si è messo. alle spalle un inizio complicato. Ora può fare come l’anno scorso quando, una volta stappato, non si è più fermato

Abraham durante Helsinki-Roma

Abraham durante Helsinki-Roma (MANCINI)

PUBBLICATO DA Piero Torri
29 Ottobre 2022 - 09:00

S’è stappato. Nella lunga notte finlandese (chissà da quelle parti quando rivedranno il sole), Tammy è tornato Abraham. Gol. Una capocciata ad aprire la partita, terza rete stagionale, a un mese e mezzo dalla precedente (dodici settembre a Empoli, la prima il ventisette agosto a Torino contro la Juventus), ancora una volta in trasferta, ultimo gol conosciuto all’Olimpico, quello che ci fa ancora a godere, al Leicester nella gara di ritorno della semifinale della nostra Conference League, si va a Tirana, si torna con la Coppa.

S’è stappato, dicevamo. E quanto gli mancasse il gol all’inglese di passaporto inglese ma con sangue nigeriano e pure un po’ mediterraneo, ce lo ha detto con la solita franchezza nel dopo partita. Quando non si è nascosto dietro al dito di alibi o giustificazioni, dicendoci che gi mancava da morire buttarla dentro come, del resto, non può che essere quando uno di professione fa il calciatore, ruolo centravanti. Non solo a parole Tammy ci ha fatto capire quanto gli mancasse. Ce lo aveva detto chiaramente pure in campo, perché dopo quella capocciata vincente, in campo si è (quasi) rivisto il giocatore della passata stagione, quello capace di segnare ventisette reti complessive (diciasette in campionato, nove in Europa, una in coppa Italia), quello in grado di prendersi sulle spalle il peso offensivo della Roma, quello che non ha tentennamenti quando c’è da tirare in porta, quello che era stato capace di entrare nel cuore della gente romanista nel breve spazio di poche partite.

E pure pochi gol. Perché se qualcuno se lo fosse dimenticato, anche nella sua prima stagione in giallorosso, Abraham non è che avesse cominciato a suon di gol. Per carità, quando andava in campo tutto faceva meno che tirarsi indietro, ma era arrivato a quota tre il ventitrè settembre dello scorso anno (gol all’Udinese, in precedenza aveva timbrato il cartellino a Salerno e all’Olimpico contro il Cska), complici anche una serie di legni colpiti che gli e ci avevano fatto mettere le mani nei capelli in più di un’occasione. Poi da quel gol all’Udinese, l’inglese si è trasformato in una garanzia offensiva, il terminale giusto per una squadra che progressivamente stava salendo di livello, il giocatore decisivo con i suoi gol che spesso aprivano e chiudevano le partite.

Ora che si è ristappato, la speranza è che il percorso possa essere come quello della passata stagione. Oltre alla vittoria in terra finnica, il valore in più con cui la Roma è tornata da Helsinki, è proprio il ritorno al gol e al sorriso dei giorni migliori del suo centravanti. Serviva come il pane che Abraham tornasse ad alzare la voce, soprattutto in un periodo come questo che dovrà portarci alla sosta per il Mondiale attraverso Verona, Ludogorets, derby, Sassuolo e Torino, cinque tappe che ci dovranno garantire di rimanere in Europa League e aggrappati al gruppone delle prime che inseguono la qualificazione alla Champions League della prossima stagione. Il tutto con Paulo Dybala in infermeria fino alla ripresa del campionato fissata per il quattro gennaio del duemilaventitrè.

Già, Dybala. Che sia un campione non c’è bisogno di ribadirlo, ma forse per spiegare l’avvio al rallentatore di Tammy, una motivazione potrebbe essere stata proprio la presenza dell’argentino. Intendiamoci, nessun problema di invidia, ma i due avevano bisogno di conoscersi, di capire le preferenze tecniche e di movimenti uno dell’altro, di trovare le distanze in campo, per poi trasformarsi nella coppia di quel sogno che aveva popolato la nostra estate. C’era bisogno che giocassero di più insieme per potersi sfruttare al meglio. Non ce ne è stato il tempo. Ci sarà nelle prossime settimane. Magari a distanza anche durante il Mondiale in Qatar, uno con la maglia dell’Inghilterra, l’altro con quella dell’Argentina (le ultime dicono che Paulo dovrebbe farcela a recuperare). E quando torneranno con un Abraham rigenerato e un Dybala guarito siamo pronti a scommettere che ci sarà da divertirsi. 

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