Helsinki-Roma 1-2: la misura è quella giusta
Nel primo tempo 10° sigillo di Abraham. Ci riporta su El Shaarawy nel secondo (con deviazione). Ma per il playoff bisognerà battere giovedì il Ludogorets
Doveva vincere la Roma e l’ha fatto alla sua maniera, l’essenziale e niente di più. I tre punti di Helsinki garantiscono almeno il terzo posto nel girone C e mettono lo scivolo per il secondo (ma giovedì bisognerà battere il Ludogorets, ieri sconfitto in casa con il Betis) utile per affrontare a febbraio il playoff con una retrocessa dalla Champions per proseguire la corsa in Europa League. Ci hanno pensato Abraham (decimo gol in Europa con la Roma) ed El Shaarawy (con deviazione influente di Haskonen) a segnare i gol della vittoria, in mezzo aveva pareggiato Hetemaj. Per fortuna non si è fatto male nessuno anche se Ibañez non ha giocato per via di un’indisposizione che andrà monitorata.
La vittoria del Betis Siviglia a Razgrad aveva praticamente svuotato di significati agonistici la sfida della Bolt Arena (si chiama così perché è il nome di un’azienda, il velocista non c’entra niente) già prima dell’inizio, visto che per la Roma a quel punto pareggio o vittoria non avrebbe cambiato nulla rispetto a ciò che i giallorossi dovranno fare giovedì prossimo all’Olimpico contro il Ludogorets: vincere. Addirittura anche una sconfitta nel freddo di Helsinki (9 gradi, niente di terribile) avrebbe tenuto in gioco i giallorossi anche se poi sarebbero diventati decisivi addirittura i gol segnati in trasferta nelle tre partite giocate: calcoli troppo complicati. In ogni caso, per l’onore non sarebbe stato certamente dignitoso tornare dalla Finlandia senza i tre punti che invece rimettono la squadra giallorossa in linea con i bulgari e dunque consentono di guardare con fiducia a quella che sarà una vera e propria finale che potrebbe mandare al playoff di febbraio. In ogni caso almeno la “retrocessione” nella “nostra” Conference League è assicurata: in caso di pareggio o, peggio, sconfitta, si scenderebbe di categoria, ma si resterebbe comunque in Europa.
Ci si penserà tra qualche giorno. Ieri intanto la Roma ha messo le cose in chiaro già nel primo tempo nonostante una formazione decisamente sperimentale mandata in campo da Mourinho. Quattro i cambi rispetto alla sfida con il Napoli, con un debuttante assoluto sulla trequarti (Volpato), Viña braccetto di sinistra della difesa a tre al posto di Ibañez (neanche in panchina), Camara e Cristante in mezzo e Zalewski e El Shaarawy a tutta fascia, con Pellegrini e il giovane italoaustraliano alle spalle di Abraham. 352 invece per il fresco campione di Finlandia Koskela, con Hetemaj nella veste di incursore e una coppia di attaccanti poco attendibile, Hostikka e Olusanya, peraltro sostituito dopo l’inguardabile primo tempo da Abubakari. La partenza della partita è stata per i padroni di casa, pericolosi prima per una palla persa malamente da Camara e poi per un inserimento di Browne (perso da Zalewski e Mancini), e in entrambi i casi ha rimediato Smalling, in campo ancora una volta con Kumbulla solo in panchina. Al 5’ su calcio d’angolo Cristante ha colpevolmente trascurato Hoskonen, decisivo l’intervento in tuffo di Rui Patricio. Poi la spinta emozionale si è esaurita ed è salita in cattedra la Roma, nonostante le difficoltà a volte nel palleggio date dalla desuetudine all’utilizzo del fondo sintetico. Al 12’ El Shaarawy ha puntato la porta ignorando la bella sovrapposizione di Pellegrini per andare al tiro, sfortunato. Al 20’ sfortunatissima la Roma sul solito bel corner calciato da Pellegrini: Cristante svettando sul primo palo ha colto la traversa, Viña ha provato il tap-in colpendo il petto di Mancini che ha mandato la palla a carambolare sul palo, e poi ancora Mancini ha provato a rimettere la palla tra i pali da mezzo metro senza riuscirci. Il difensore è stato poi ammonito per un fallo su Hetemaj: diffidato, giovedì non ci sarà. Al 23’ una bella discesa a sinistra di El Shaarawy, culminata con un assist basso, ha messo Pellegrini nelle condizioni di battere a rete dopo un intelligente tocco di tacco di Volpato, ma Browne è riuscito a respingere il tiro. Al 26’ un assolo di Abraham è stato reso vano dal bel tuffo di Hazard. Al 28’ solo il Var ha scovato l’irregolarità che ha fatto annullare l’ennesimo gol di testa di Cristante sul primo palo sull’ennesimo bel cross di Pellegrini, stavolta da sinistra: punita la posizione di fuorigioco di Volpato davanti al portiere. Ma il gol su calcio piazzato è arrivato lo stesso, al 42’: punizione da 35 metri di Pellegrini, solida staccata di Abraham a sovrastare Halme e testata all’angolino. Un altro gol della Roma in trasferta europea (sono 24 i viaggi onorati con almeno un gol, l’ultimo a secco fu Madrid 2018), e peraltro partita numero 20 in Europa con Mourinho con gol: bel filotto finora.
Koskela all’intervallo ha provato a rivitalizzare l’attacco inserendo Abubakari, con un primo effetto migliorativo. Sta di fatto che dopo un velleitario tentativo di Abraham (destro a giro da lontano finito di poco fuori) è arrivato il pareggio dei finlandesi, con una verticale su Hetemaj a difesa schierata, ma un po’ distratta, con l’ex Chievo che ha potuto controllare fuori area, confidare sulla scivolata sul terreno infido di Mancini e battere a rete prendendo in controtempo Rui Patricio. Per un po’ la Roma ha sbandato, fino a quando El Shaarawy non ha rimesso le cose a posto, rientrando al 17’ sul destro da sinistra e battendo forte verso la porta in direzione di Abraham, anticipato maldestramente da Hoskonen che ha ingannato il proprio portiere e reso vano a quel punto il controllo del Var sulla posizione di Tammy. Il replay ha evidenziato peraltro anche un leggero tocco già in partenza di Soiri sul tiro del Faraone: ma il gol l’Uefa l’ha dato a lui e nessuno glielo toglierà. Subito dopo Pellegrini ha colpito forte di sinistro mandando la palla a lato di pochissimo, ad Hazard battuto. Koskela si è giocato allora il tutto per tutto, inserendo anche il fantasista Boujellab al posto dello stanco Hetemaj e l’Helsinki ha avuto un’altra bella reazione d’orgoglio mettendo in difficoltà la Roma proprio con il marocchino in prestito dallo Schalke 04 (destro alto e un altro fermato a fatica da Rui), fino a spingere Mourinho ad intervenire con i cambi: fuori Camara, Pellegrini e Volpato, dentro Bove, Faticanti (esordio) e Shomurodov, a stringere un po’ le fila con il 352. E invece neanche un giro di lancette e l’Helsinki sugli sviluppi di un calcio d’angolo ha trovato il pareggio, con un destro ciclonico al volo da fuori area di Browne con acrobatica deviazione volante di Abraham che ha alzato la traiettoria di quel tanto da toglierla dalla disponibilità di Rui Patricio e per farla infilare all’incrocio dei pali: comunque una prodezza resa vana dall’intervento del Var (Godinho, nomen in quel momento omen per i 500 romanisti in trasferta) che ha colto una smanacciata di Abubakari su Cristante che ha fatto crollare il centrocampista in area, colpito probabilmente con un dito nell’occhio. Nell’attesa della decisione dell’arbitro portoghese sono arrivati altri due cartellini gialli per proteste: Rui Patricio e proprio Abubakari. Nel finale altri due cambi per Mou: Kumbulla a rilevare anche il ruolo di Cristante, inedito mediano a uomo su Boujellab, e al posto dell’indolenzito El Shaarawy Spinazzola, che ha fatto anche in tempo a prendersi un giallo per aver perso tempo prima di battere un fallo laterale.
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