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A tutto Friedkin: investimenti sulla Roma vicini al miliardo

Con l’estinzione del Bond e il lancio di uno nuovo a una cifra inferiore, la proprietà metterà 91 milioni che si sommeranno ad acquisto, Borsa e finanziamento soci

Dan e Ryan Friedkin

Dan e Ryan Friedkin (As Roma via Getty Images)

PUBBLICATO DA Piero Torri
22 Ottobre 2022 - 10:20

Non parlano, pagano. Anzi, più giusto dire investono. Perché è questo il concetto che fotografa meglio come gli uomini born in the Usa interpretano il business. Come, appunto, la proprietà della nostra Roma, Dan Friedkin nel ruolo di grande capo, il figlio Ryan come braccio destro, il resto della famiglia comunque coinvolto (e conquistato) nel progetto Roma. Un progetto certamente non mordi e fuggi, ma a media e lunga scadenza. Come certificato da tutto quello che la famiglia texana ha fatto e sta continuando a fare da quando, agosto del duemilaventi, è diventata ufficialmente proprietaria della Roma. 

L’ultimo segnale, forte, chiaro e inequivocabile, è arrivato nei giorni scorsi. Quando la Roma ha depositato un comunicato alla Borsa del Lussemburgo (dove era stato acceso il Bond) per annunciare l’intenzione, il prossimo ventisette ottobre, di estinguere il Bond lanciato (nell’agosto del 2019) dalla precedente proprietà. Costo dell’operazione circa 266 milioni di euro. Contemporaneamente, nello stesso comunicato, la società giallorossa ha ufficializzato che l’operazione sarà anticipata dal lancio di un nuovo Bond che il giorno precedente estenderà temporalmente il debito con scadenza 2027 (forse anche 2028). Si pensava che il nuovo prestito potesse essere superiore alla spesa per l’estinzione del precedente. In realtà, per le indiscrezioni pubblicate dalla prestigiosa agenzia economica «Bloomberg» e certamente non smentite dalla Roma, il nuovo prestito sarà inferiore. Perché le indiscrezioni valutano in 175 milioni il nuovo Bond che lancerà la Roma. La domanda è: chi garantisce i 91 milioni della differenza? Crediamo di non sbagliare rispondendo che sarà la famiglia Friedkin. Un ulteriore esborso che, come vedremo, avvicinerà sempre di più al miliardo di euro l’investimento che mister Dan e family hanno fatto in poco più di due anni al timone di comando della società giallorossa. L’altra domanda è: perché la Roma sta mettendo in piedi questa importante operazione finanziaria che è molto simile a quella che fece (con successo come si è visto) Elliot quando prese il Milan?  Sulle risposte, la Roma al momento mantiene il più stretto riserbo, più che comprensibile peraltro. Noi, confrontandoci anche con qualche esperto di economia, possiamo abbozzare più di una risposta plausibile. La prima è che l’obiettivo della proprietà è quello, nel tempo, di diminuire progressivamente il debito per arrivare, da qui a tot anni, all’azzeramento totale. La seconda, legata alla prima, è la diminuzione dell’interesse da pagare annualmente, interessi che su certe cifre fanno scopa con numeri importanti, basti dire che negli ultimi due bilanci alla voce oneri finanziari la Roma ha pagato circa 68 milioni di cui, appunto, una cinquantina per il Bond del 2019. La terza è che le voci che circolano nei mercati finanziari, indicano con una certa sicurezza un aumento, neppure piccolo, nei prossimi anni dei tassi d’interesse. Ora quello che paga la Roma è fissato al 5,125%, c’è il rischio che possa salire almeno di due-tre punti e non bisogna essere Einstein per capire che la cosa vuole dire svariati milioni di euro.

E’ un’altra operazione che porterà la famiglia Friedkin a investire nella Roma. Un investimento che, come dicevamo, è destinato ad avvicinarsi sempre (e poi a superare) il miliardo di euro. I conti sono presto fatti. La famiglia texana nei primi mesi del duemilaventi aveva di fatto acquistato la Roma per 750 milioni di euro (compresi i 300 del debito). Poi scoppiò la pandemia, la trattativa si arenò, per poi riprendere e chiudersi con il pagamento di 199 milioni a Pallotta, a cui aggiungere il debito. A questi 199, in questi due anni bisogna sommare i quasi 38 spesi per uscire dalla Borsa, prima con l’acquisto delle azioni, poi con il lancio dell’Opa che si è conclusa positivamente con la definitiva uscita da piazza Affari. A questi soldi, nel corso degli oltre due anni di presidenza, bisogna aggiungere anche la voce finanziamento soci che i Friedkin non hanno mai fatto mancare mensilmente, per una cifra complessiva di 394 milioni (ci manca il dato del settembre scorso perché con l’uscita dalla Borsa la Roma non ha più l’obbligo del comunicato mensile sui conti). Il totale sono circa 630 milioni a cui vanno aggiunti i 270 del debito. Siamo di fatto ad oltre novecento milioni. Ma il miliardo è lì, a portata di mano. Perché appena poche settimane fa, la società giallorossa ha presentato il piano di fattibilità per lo stadio di proprietà, costo 581 milioni, quattrocento con prestiti sfruttando la legge per gli stadi e l’impiantisca privata, il resto, circa 180 milioni di tasca giallorossa. Anzi di tasca famiglia Friedkin. Che, grazie anche all’abbassamento del debito, probabilmente avranno più facilità a impegnarsi in un nuovo prestito.

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