AS Roma

Sei vittorie su sette sono di misura: adesso è corto Mouso

18 punti su 22 col minimo scarto. A Genova il terzo 1-0, altrettanti i 2-1. Con Mourinho in panchina sono 20 i successi ottenuti in questo modo

José Mourinho e Foti durante un allenamento della Roma

José Mourinho e Foti durante un allenamento della Roma (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
19 Ottobre 2022 - 09:00

Sei in questa stagione. Quattordici nella precedente. Le vittorie di misura sembrano cucite su misura per José Mourinho, che da quando siede sulla panchina della Roma ne ha collezionate venti. Dato che appare ancora più significativo se rapportato al numero complessivo di successi messi in fila dallo Special One in giallorosso: 37, fra campionato e coppe europee. Che tradotto, vuol dire oltre la metà del totale (il 54 per cento per la precisione). Fin qui le mere statistiche.

Ma a volte le cifre non sono aride. A volte trasudano. Lacrime, sudore, passione. E così se per qualcuno pare rappresenti una sorta di onta vincere col minimo scarto, chi tiene alla Roma prima che ai dogmi di qualsiasi genere, potrà agevolmente ricordare che l’unico trofeo vinto dai giallorossi negli ultimi quattordici anni - targato JM, of course - è stato frutto di due 1-0 consecutivi: quello in semifinale di Conference col Leicester, che ha spalancato la scena all’ultimo atto della coppa poi sollevata al cielo; e ovviamente quello conseguito a Tirana di fronte al Feyenoord, che ha sancito il trionfo. Volendo, più bello perché sofferto. Come il derby Scudetto vinto su autogol di Negro, o come decine di altri successi da batticuore, travagliati o arrivati magari allo scadere e perciò tramandati negli annali.

Tutt’altro che tribolato è risultato invece - quantomeno per occasioni concesse agli avversari, pari praticamente a zero - l’ultimo 1-0 ottenuto sul campo della Sampdoria, da dove Rui Patricio è rientrato con la divisa immacolata. La sensazione di affanno per il coronamento dei tre punti è stata dovuta più che altro alla mancanza di cinismo davanti alla porta avversaria, dove tutti i tentativi successivi al rigore realizzato da Pellegrini sono stati falliti. Qualcosa di simile era accaduto già nei precedenti “1-0” stagionali (alle prime due giornate, con Salernitana e Cremonese) e nei “2-1” su Empoli - anche con errore dagli undici metri - e Lecce. L’eccezione risiede nella vittoria in casa dell’Inter, quando i tentativi a rete sono stati in equilibrio, se non a favore dei nerazzurri.

Classifica alla mano, indiscutibile è il raggiungimento della zona Champions tramite i successi di misura. Che d’altra parte sono marchio di fabbrica dei vincenti. Da Ancelotti a Capello, da Allegri a Conte, allo stesso Special One in salsa interista, chi ha fatto incetta di trofei nell’ultimo trentennio (e anche prima) di calcio italiano (e non solo), ha griffato i suoi titoli coi successi di misura. L’attuale tecnico juventino alla sua prima esperienza in bianconero ne fece un cavallo di battaglia anche dialettico, mutuando dalle gare ippiche l’espressione “corto muso”. Ovvero col solo muso davanti ai contendenti. Ora è il turno della Roma di José. Corto Mou(so).

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