Quarto posto di rigore: è una Roma brutta, sporca e cattiva
Come una delle diverse avversarie di Conference dello scorso anno la Sampdoria è stata colpita a freddo ed è rimasta tramortita per tutta la gara
Come una delle diverse avversarie di Conference dello scorso anno la Sampdoria è stata colpita a freddo ed è rimasta tramortita per tutta la gara, frustrata in ogni ambizione offensiva da una Roma brutta, sporca e cattiva, testaccina verrebbe da scrivere, ammesso e non concesso che i lettori specialmente più giovani padroneggino il riferimento come i tifosi più adulti. Tre punti servivano e tre punti sono arrivati, terza vittoria consecutiva e quarto posto solitario riconquistato, tutto grazie al rigore trasformato da Pellegrini al 9’ del primo tempo e alla successiva gestione difensiva, con un muro eretto non davanti alla porta ma sulla trequarti campo, mai scalfito dall’attacco disordinato e spuntato della Sampdoria di Stankovic, nonostante le rotazioni di attaccanti e trequartisti sulle zolle offensive. Ma Rui Patricio è rimasto inoperoso tutta la gara.
Il rigore del vantaggio è stata in pratica l’unica azione offensiva di tutto il primo tempo, giocato dai due allenatori come su una scacchiera tattica, attentissimi alle contrapposizioni in campo, poco propensi allo spettacolo, molto di più alla sostanza. Così la Roma si è presto accontentata del gol di Pellegrini dal dischetto, assegnato da Aureliano al Var che ha segnalato, con un paio di minuti di ritardo al collega in campo, il solito approssimativo Di Bello, un chiaro fallo di mano di Ferrari sull’assist di Abraham verso lo stesso Pellegrini. Perfetta l’esecuzione del capitano giallorosso, alto alla destra di Audero, a frustrare anche i suggerimenti di Villar che si era preoccupato di sussurrare all’orecchio del suo portiere il consiglio da esperto ex romanista per neutralizzare l’imminente conclusione. Dimenticato, per Lorenzo, l’errore commesso contro l’Empoli (il terzo in carriera giallorossa, dopo quello dello scorso anno con la Juventus e di due stagioni fa contro il Braga in Europa League). Al 9’ la Roma si è così ritrovata in vantaggio (quasi quattro minuti sono passati tra fallo e battuta) e si è praticamente fermata lì. Il resto del tempo è stato un lungo controllo del pallone della Sampdoria (possesso palla del 61% nel primo tempo), senza peraltro che i guantoni di Rui Patricio venissero mai sporcati (cinque dei sei tiri scoccati verso la porta si sono persi lontani dai pali, l’unico nello specchio è stato quasi un passaggio di esterno di Rincon).
Stankovic ha scelto uno strano schieramento cangiante, con un 442 molto teorico e solo in pura fase di non possesso. Con la palla invece, Augello saliva da quinto di centrocampo, Leris restava largo a destra, Bereszynski faceva il terzo centrale con Ferrari in mezzo e Colley braccetto di sinistra, così Djuricic poteva uscire centralmente, con Villar play e Rincon mediano di supporto. Davanti Caputo al fianco di Gabbiadini, poco incisivi e poco serviti per la grande efficacia difensiva del 352 confermato da Mourinho, con Camara e Pellegrini intermedi di un centrocampo a tre con Cristante vertice basso, la solita difesa a tre, e la conferma di Belotti al fianco di Abraham davanti. In non possesso, Camara (e non Pellegrini, come sarebbe stato col 3412) aveva il compito di alzarsi su Villar, regista particolarmente caricato dall’opportunità di confrontarsi con l’uomo che lo aveva bocciato alla Roma, Mourinho: ma la partita semmai ha confermato l’oculata scelta del portoghese.
Cristante non ha mai lasciato la sua comfort zone davanti ai difensori, così la generosa Sampdoria si è trovata spesso sulla trequarti un doppio muro difensivo su cui ha sbattuto per tutto il tempo, anche se poi la Roma rilanciava quei palloni vaganti in avanti senza un destinatario, a produrre continui duelli nervosi e sfilacciati, gestiti con poca padronanza da Di Bello. Niente di serio da segnalare per il taccuino, se non uno squallido tentativo di Colley di additare Abraham quale colpevole di una presunta gomitata a Ferrari solo sognata dal difensore gambiano di passaporto inglese, un paio di ammonizioni per gioco scorretto (Ibañez e Rincon), un cross di Abraham che ha preso in controtempo Pellegrini e un’unica occasione estemporanea per la Roma proprio sul finire del quarto minuto di recupero, grazie a una delle pochissime palle non rinviate ma gestite, nello specifico da Pellegrini, con apertura magnifica verso El Shaarawy che però al momento dell’assist per Abraham è scivolato come tanti altri suoi colleghi nel corso della serata.
L’intervallo è servito agli spettatori sampdoriani del Ferraris per rendersi conto che in tribuna era apparso l’odiatissimo presidente Massimo Ferrero e in poco tempo la voce si è sparsa, così qualcuno ha provato ad avvicinarlo in maniera poco amichevole mentre lo stadio è passato ad intonare cori piuttosto ostili. E lui ha lasciato presto lo stadio, scortato. Stankovic alla pausa ha provato invece a ridisegnare la sua squadra con due cambi immediati (Pussetto per Leris e Murru per Augello) e altri due al 14’ (Quagliarella per Gabbiadini e Verre per Rincon). In mezzo la Roma ha costruito una mezza occasione in apertura di ripresa (cross profondo di Mancini per tre romanisti che si sono gentilmente scansati l’uno per l’altro, in fila Abraham, Pellegrini ed El Shaarawy) e una vera al 10’, con un tocco alla Dybala di Abraham per Belotti e conclusione affrettata del Gallo su Audero, con Pellegrini a rammaricarsi in mezzo all’area per il mancato assist. Un tocco di braccio di El Shaarawy non visto dall’arbitro ha fatto arrabbiare Stankovic (ammonito per proteste), ma essendo fuori area è rimasto al di fuori anche della giurisdizione del Var. Così si è arrivati al 95’ senza lo straccio di un tiro nello specchio per la Samp e una serie di occasioni sprecate dalla Roma soprattutto dopo l’ingresso di Zaniolo per Abraham. L’unica buona è stata tolta dal guardalinee: se Nicolò a campo aperto fosse partito dalla sua metà campo invece che mezzo metro più avanti sarebbe stato buono. E nel finale la coppia d’attacco è stata Zaniolo-Pellegrini.
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