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Per la Roma è un'occasione d'oro, anzi Doria

Nel posticipo pomeridiano la squadra giallorossa rende visita ai blucerchiati di Stankovic, ex pupillo di Mou. Si può migliorare la classifica

La Roma durante un allenamento a Trigoria

La Roma durante un allenamento a Trigoria (As Roma via Getty Images)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
17 Ottobre 2022 - 09:00

Succede sempre qualcosa quando la Roma gioca a Marassi con la Sampdoria. L’anno scorso arrivò la prima vittoria in carriera per Mourinho in questo stadio, 0-1 gol di Mkhitaryan, e da lì arrivò l’abbrivio per andare dritti fino a Tirana, il 25 maggio. In panchina c’era Giampaolo, appena subentrato a D’Aversa. L’anno prima andò malissimo alla squadra di Fonseca, ma il giorno dopo i Friedkin cambiarono con un colpo solo l’umore della tifoseria tirando fuori dal cilindro l’ingaggio sorprendente del portoghese. Prima della vittoria dello scorso aprile, il precedente successo era legato all’ultimo gol realizzato in giallorosso da Daniele De Rossi, che proprio sabato ha esordito da primo allenatore in panchina pareggiando con la Spal in casa del Cittadella. Ma se parliamo di gol della Roma a Marassi con la Sampdoria non possiamo non citare IL gol di Totti, 26 novembre 2006, la prodezza che fece scattare addirittura la standing ovation per tutto il pubblico presente allo stadio, anche di fede sampdoriana. Non si potrà pretendere la stessa sportività in questo strano anticipo del posticipo (poi ci sarà Lecce-Fiorentina) della decima giornata, calcio d’inizio alle 18.30, almeno 2000 “parrucchieri” saranno al seguito della Roma, un’altra invasione, l’ennesima. Chi resta a casa potrà seguire la partita attraverso la mediazione di Dazn.

Alla Sampdoria è appena arrivato un altro allenatore, un ex pretoriano di Mourinho ed ex avversario storico della Roma nella sua lunga militanza laziale. Si chiama Dejan Stankovic e fino a un paio di mesi fa guidava la Stella Rossa di Belgrado, alla cui guida ha conquistato tre titoli nazionali consecutivi. E per tre volte aveva provato a portare il club ai gironi di Champions, fallendo sempre l’appuntamento con il preliminare. L’ultima per l’appunto ad agosto contro il Maccabi Haifa, recente giustiziere della Juventus. Troppo grande la sofferenza per aver fallito l’ennesimo appuntamento, così il “Drago” ha lasciato la Stella Rossa gettando nello sconforto i suoi tifosi. Si è rimesso sul mercato e dieci giorni fa ha accettato l’offerta dei dirigenti della Sampdoria. La presentazione ufficiale c’è stata solo venerdì, dolci le parole usate per Mourinho: "Ho imparato molto da lui, sul campo e fuori dal campo. Lui è una persona forte. Ma non possiamo fare paragoni: José è a mille panchine, io sarò alla mia prima a Marassi". L’esordio è stato a Bologna, accettabile 1-1.

Per la Roma è un’occasione d’oro, anzi Doria. Non bisogna perdere altro terreno nei confronti del Napoli, che ieri ha vinto faticando con il Bologna, come il Milan con il Verona. Ma con tre punti si farebbe un bel balzo in avanti, scavalcando Lazio e Udinese. Poi ci saranno cinque allenamenti per preparare al meglio lo scontro diretto di domenica sera allo stadio Olimpico. Sarà quella la volta buona per tornare a misurare le potenzialità della squadra giallorossa che in campionato sta andando bene e in Europa ha la strada aperta per qualificarsi come seconda. Finora ha sbagliato forse un paio di partite (a Udine sicuro, a Razgrad con il Ludogorets è stata magari ingenua) eppure a volte se ne parla con accenti drammatici come se fosse in piena crisi, dimenticando peraltro che le ripetute e sfortunate assenze soprattutto di Wijnaldum, Zaniolo e ora Dybala hanno rappresentato un chiaro ostacolo alla costruzione della squadra che l’allenatore aveva in mente d’estate. Nonostante tutto la Roma è lì, a un passo dai primi e con l’opportunità di confrontarsi presto con la capoclasse. E stavolta i precedenti specifici con Juventus, Atalanta e Inter lasciano ben sperare: la distanza con chi comanda non sembra così significativa. Ecco perché è fondamentale tornare da Genova con il conforto di una prestazione top e di un risultato conseguente. Un altro sforzo, neanche così grande.

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