Sampdoria-Roma: Mourinho sfida l'allievo Stankovic
A Marassi lo Special One ritrova il serbo, che ha allenato ai tempi dell’Inter. Assieme vinsero il Triplete del 2009-10. Lunedì saranno avversari per la prima volta
"Per 90’ ognuno per la sua strada, poi amici come prima: da José ho imparato tanto, ho grande rispetto per la persona e per l’allenatore". Dejan Stankovic, da poco più di una settimana alla guida della Sampdoria, ha parlato così di José Mourinho, che terrà a battesimo il suo debutto da allenatore a Marassi. Una vera e propria gita sul viale dei ricordi, questa prima settimana blucerchiata, per il serbo: prima la sfida al Dall’Ara con Thiago Motta, compagno nell’Inter del Triplete; ora quella con il vero e proprio demiurgo di quel trionfo a tinte nerazzurre, lo “Special One” capace di conquistare cinque titoli nel biennio tra il 2008 e il 2010. In un paio di casi, peraltro, proprio a discapito della Roma, all’epoca allenata da Claudio Ranieri.
A Milano
Quando il portoghese sbarca in Italia, reduce dai successi con Porto e Chelsea, tra i senatori della squadra nerazzurra c’è proprio il centrocampista serbo, fedelissimo di Roberto Mancini (predecessore di Mou). L’intesa tra i due è immediata, tanto che José affida all’esperto ex Stella Rossa le chiavi del centrocampo, perlopiù in coppia con Cambiasso. Alla prima stagione 38 presenze totali e 5 reti (tutte in campionato) del serbo: i nerazzurri conquistano subito la Supercoppa italiana, ai rigori contro la Roma di Spalletti, quindi lo Scudetto.
Ormai trentunenne, Stankovic sembra destinato a un ruolo più marginale nella seconda annata con Mourinho, complici gli arrivi di Thiago Motta e Sneijder e lo spostamento a centrocampo di Javier Zanetti. Ma il numero 5 riesce comunque a ritagliarsi uno spazio importante, anzi, decisivo fin dall’avvio: alla seconda giornata del campionato 2009-10, segna il gol del poker nel 4-0 rifilato al Milan nel derby. E se questa rete risulta superflua ai fini degli equilibri, lo stesso non può dirsi di quelle che arrivano in Champions.
In Europa
L’avventura continentale di quell’Inter non inizia infatti nel migliore dei modi: 0-0 all’esordio nel girone con il Barcellona, poi due pareggi in rimonta contro Rubin Kazan e Dinamo Kiev. In Russia, il 29 settembre 2009, Stankovic risponde alla rete iniziale di Alejandro Dominguez e garantisce l’1-1. Il 20 ottobre, a San Siro contro gli ucraini, l’Inter deve rimontare due volte, prima col serbo e poi con Samuel, per strappare il 2-2. Col senno di poi, quelli che potrebbero sembrare deludenti pareggi sono invece sconfitte evitate, che tengono in vita i nerazzurri: a Kiev la vittoria in rimonta nel finale (2-1), poi il ko a Barcellona e il successo con il Rubin. I nerazzurri si qualificano e da lì in poi compieranno una cavalcata. Stankovic salta soltanto il ritorno della semifinale, al Camp Nou contro il Barcellona di Guardiola; nella finale con il Bayern Monaco subentra al 65’ a Chivu. La sua seconda stagione si conclude con 32 presenze e 5 gol, ma soprattutto con la vittoria del campionato, della Coppa Italia e della Champions League.
A quel punto le strade si separano: Mourinho si trasferisce a Madrid, mentre all’Inter arriva Rafa Benitez. Ora il portoghese e il serbo si ritrovano faccia a faccia, nello stesso Marassi dove un anno fa lo “Special One” ha tenuto a battesimo anche l’esordio da tecnico in Serie A di un altro suo ex giocatore, Andriy Shevchenko. "Ho sentito Mou - ha detto Stankovic - Mi ha chiamato in video. Lui ha mille panchine, per me sarà la prima a Marassi: c’è una bella differenza. Abbiamo vinto e abbiamo fatto un percorso stupendo insieme". Ma non c’è spazio per i sentimenti, non con tre punti preziosissimi in palio per entrambe le squadre. Visti poi i trascorsi da calciatore del serbo, per la Roma è una sorta di derby. La speranza di Mourinho e dei romanisti è che il maestro riesca a dare un’altra lezione al suo ex allievo.
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