Betis-Roma, Mourinho: "Per Abraham è solo un momento ed è una cosa di squadra"
A circa 24 ore di distanza dal fischio d'inizio della gara di Europa League. le parole del tecnico: "Belotti o El Shaarawy? Anche insieme o nessuno dei due"
Vigilia europa in casa Roma. I giallorossi domani pomeriggio, precisamente alle 18:45, scenderanno in campo per la quarta partita di Europa League e dovranno vedersela con il Betis di Pellegrini. A circa 24 ore di distanza dal fischio d'inizio, è tempo di conferenza stampa anche per i protagonisti romanisti. Prima sarà il turno di José Mourinho, poi di Roger Ibañez. Le parole del tecnico:
La prima cosa che voglio chiederle è: tanti infortuni, traumatici, lesioni, ginocchio, menisco, ma anche infortuni muscolari.
"Quali?"
Dybala.
"E qual è la storia di Dybala?"
Che ne ha avuti altri.
"Grazie"
Anche El Shaarawy...
"Storia?"
Ma non era per fare polemica, è che la preparazione è stata anomala. La preparazione potrebbe portare a correre più rischi di infortuni? Chi è in vantaggio tra Belotti ed El Shaarawy?
"Questa domanda che fai è una domanda buona, per la quale tutti possiamo avere delle sensazioni, se ne parla da tanto, ma ora la stiamo vivendo. Si parlava del mondiale 4-5 anni fa, si parlava di questa cosa, ma ora ci siamo dentro. Io ho imparato a piangere meno di quanto piangevo prima e a vivere con la realtà delle cose. Dire che si gioca troppo, paragonare i giocatori oggi a quelli del passato, dire che i club ricchi sono privilegiati che hanno una rosa che permette di fare diverse gestioni dei calciatori, ma la verità è che secondo me ci sono i ricchi, i poveri e i meno ricchi. I poveri giocano una partita a settimana, i ricchi con le rose che hanno possono giocare anche ogni giorno e cambiarne 10, i meno ricchi, che sono quelli con ambizioni equlibrate e devono giocare contro i ricchi sono quelli in difficoltà. Sto vivendo questa difficoltà. Perché la domanda tra Belotti o El Shaarawy? O entrambi, o uno sì e l'altro no, o nessuno dei due. Tutto aperto"
Giudichiamo Abraham sul fatto che segni o meno, però mi sembra che nelle ultime partite faccia fatica, è avulso dal gioco. Problema fisico, mentale?
"È un problema nostro, di squadra. Non mi piace fare queste analisi. Capisco che potete farlo, non leggo tanto, però troverai altri giocatori di alto livello e altre squadre che vivono momenti simili, in Italia e fuori, ci sono momenti. Per voi tutto è numero, è statistica, per noi la verità è che abbiamo bisogno di gol per vincere le partite. Per opportunità di gol siamo primi in Serie A, ma sbagliamo tanto. Sono dei momenti e qualche giorno qualche squadra pagherà questa frustrazione, perché faremo 4 tiri e 4 gol. L'importante è che noi vediamo questa cosa come squadra. Non dobbiamo mettere pressione sui giocatori, per noi non è giocatore A, B o C, noi analizziamo tutto di squadra. Facciamo pochi gol per quello che creiamo. Dobbiamo segnare di più e questa cosa arriverà".
Dopo il Lecce ha detto che i suoi non fanno quello che dice a volte. A cosa si riferiva? Ha visto segnali diversi?
"La prima cosa è che per un allenatore parlare 10' dopo una partita finita non è facile, a volte si dice cose che poi bisogna spiegare, però niente, il piano di gioco di ogni allenatore del mondo prevede sempre la vittoria, un conto è il piano e un altro è come i giocatori sono capaci o no di metterlo in pratica. In panchina e a casa ho avuto sensazioni diverse, cambia la prospettiva, continuo a dire lo stesso: dobbiamo avere più disciplina nel nostro gioco, quando uno o due perdono questa disciplina davanti o dietro c'è un'implicazione in tutta la squadra e in questo dobbiamo migliorare. Le nostri grandi partite in questo anno e mezzo sono partite di grande concentrazione, di grande rispetto per il piano di gioco, di grande organizzazione di squadra. Abbiamo vinto poche partite con situazioni individuali o gente che è uscita dal piano di gioco".
Una domanda che prescinde dalla partita: come ha visto l'ultimo periodo di Benzema?
"Non rispondo, scusami".
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