Infortuni: per Dybala è lesione al quadricipite, il Mondiale è a rischio
Dopo Wijnaldum e Celik, costretto a fermarsi anche l’argentino: lesione muscolare, stop almeno di quattro settimane. Oggi farà la risonanza
Non spingete. Ci sarà posto per tutti per il pellegrinaggio al Divino Amore o a Lourdes, scegliete voi. Perché solo un intervento divino può (forse) allontanare dalla nostra Roma quella sfortuna che purtroppo storicamente l’accompagna. Quello che si temeva sin dal momento dell’amarissima gioia per il rigore trasformato contro il Lecce, ieri ha avuto una prima conferma. Paulo Dybala si è procurato una lesione al quadricipite femorale della coscia sinistra. Questo ha sentenziato una prima ecografia a cui ieri l’argentino si è sottoposto. Ecografia che non è riuscita ad andare oltre nella diagnosi perché il versamento è piuttosto esteso (segnale non confortante).
Per questa ragione il grado della lesione lo scopiremo soltanto nella giornata di oggi quando il giocatore si sottoporrà a una risonanza magnetica che dovrebbe garantire risposte più certe. Soprattutto sui tempi di recupero che ieri, tra una chiacchiera e l’altra, un’indiscrezione e una confidenza, sono stati valutati tra le quattro e le otto settimane. Come certificare che, in ogni caso, per la Roma vorrebbe dire tornare ad avere a disposizione il ragazzo alla ripresa del campionato (l’ultima partita prima dello stop mondiale è in calendario il tredici novembre) dopo la lunga sosta per il Mondiale; per l’Argentina, nella peggiore delle ipotesi, dover rinunciare alla sua (e nostra) Joya per l’avventura in Qatar. Cosa che sarebbe un colpo pesantissimo per Dybala anche dal punto di vista del morale visto che essere costretti a rinunciare a un Mondiale sarebbe oggettivamente molto difficile da metabolizzare (la prima testimonianza l’abbiamo avuta con le lacrime che l’argentino non ha nascosto quando è tornato in panchina). Purtroppo non c’è stata nessuna notizia in controtendenza rispetto a quello che si era temuto sia al momento del cambio, sia nel dopo partita quando Mourinho non aveva nascosto la sua preoccupazione per il ko dell’argentino e della situazione in generale visto che «stiamo perdendo un giocatore a partita».
Appunto. Un giocatore a partita. In particolare il mercato degli effetti speciali dell’estate scorsa, è stato travolto dagli infortuni. Prima Wijnaldum quando era stata giocata soltanto una partita di campionato (Salernitana) con una frattura alla tibia, poi con il problema al ginocchio di Celik. Cioè, con Dybala, tre titolari che dovevano garantire un salto di qualità alla squadra, oltre a migliorare una panchina che nella passata stagione non era stata un inno all’opulenza. A questo punto, al posto di Matic e Belotti (e pure di Svilar e Camara) saremmo un tantinello preoccupati. Anche perché gli infortuni che hanno colpito l’argentino, l’olandese e il turco (in più ci sono stati pure gli stop di Zaniolo, Kumbulla, El Shaarawy, Darboe e Karsdorp, più una serie di problematiche per Pellegrini che non gli hanno mai consentito di essere al top), sono purtroppo piuttosto pesanti, con tempi di recupero che, per tutti e tre, certificano il loro rientro il prossimo anno.
Per questo Mourinho, nel dopo partita contro il Lecce, non si è nascosto dietro le parole dicendo che da qui alla sosta per il Mondiale, l’obiettivo sarà quello di tenere botta il più possibile, cercando di rimanere nelle zone alte della classifica, per poi puntare a una seconda parte di stagione con il botto puntando sul rientro dei lungodegenti. Con Wijnaldum che ha appena tolto il gesso e si spera di poterlo ripresentare in campo per la metà di gennaio, e l’olandese come ha detto sempre lo Special One era ed è considerato l’uomo chiave per il salto qualità della Roma. E con Celik che era arrivato a Trigoria per essere qualcosa di più di un’alternativa a Karsdorp, peraltro pure quest’ultimo stoppato da un problema al menisco con tanto di intervento chirurgico.
La speranza è che i guai si siano esauriti in questi primi due mesi di calcio ufficiale, anche se con la Roma purtroppo al peggio non c’è mai fine. L’augurio è che oggi per Dybala la sentenza sia meno destabilizzante di quello che si teme così da poter andare al Mondiale e poi tornare per garantirci altra Joya.
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