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El Shaarawy: il faraone errante della Roma

Centravanti, seconda punta, attaccante di fascia, con Mou esterno a tutta fascia. Con Celik e Karsdorp in infermeria, può far riposare i titolari

El Shaarawy in campo con la maglia della Roma

El Shaarawy in campo con la maglia della Roma (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Piero Torri
09 Ottobre 2022 - 13:30

C’era una volta un centravanti. Giovane, con il gol facile, una cresta a rendere più facile l’individuazione, un cognome egiziano, già un soprannome, il Faraone. Cresciuto nel Genoa, si era affermato nel Milan in una San Siro rossonera che si era convinta di aver trovato il goleador giusto per dare vita a un nuovo ciclo. Poi Galliani si convinse che serviva di più. E andò a prendere Mario Balotelli che, poi avremmo scoperto, di Super in carriera ha avuto soprattutto le esagerazioni, in campo e fuori. La cresta stava sempre , ma defilato, non più al centro del progetto, seconda punta comunque oscurata da Balotelli. Primo cambio di ruolo, seconda punta. Ma i riflettori si spengono, gli sponsor calano, c’è la necessità di salutare. Prestito al Monaco. Nel Principato ancora seconda punta, ma soprattutto un diritto di riscatto fissato a un certo numero di presenze. Mai raggiunto. Perché con stile davvero poco principesco (ma poi esiste lo stile principesco? Se sì, a noi non piace) la dirigenza del Monaco, a una partita dal numero di presenze che trasformava il diritto in obbligo, alzò la voce per dire, "Questo Faraone non deve più giocare".

 E allora, nuovo giro, nuova squadra. Con la conseguenza di doversi adattare a un’altra posizione diversa in campo. Nella Roma del secondo Spalletti, il Faraone fu sistemato come attaccante esterno a sinistra da dove, rientrando verso il centro, poteva il suo destro peraltro troppo spesso a rientrare e quindi prevedibile. In questo continuo errare per il campo, i gol sono diminuiti ma sempre arrivati con una certa regolarità, a conferma di una qualità tecnica che davvero non si può discutere. Ma poi arrivarono i cinesi con un bastimento carico di milioni  (all’epoca potevano, per i dettagli chiedere a Suning), come si fa a rinunciare a quindici milioni ogni dodici mesi? Non si può, la Cina è vicina (o no?), il Faraone emigra. Dura poco, complice pure la pandemia, una nostalgia crescente e la sensazione di aver sbagliato qualcosa. E allora Roma mi rivuoi? Accontentato. Anche perché il Faraone da queste parti aveva lasciato una parte di cuore. Cartellino a costo zero, tre anni di contratto (scadono il prossimo giugno, ma c’è una clausola che potrebbe prolungarlo per altri dodici mesi), bentornato El Shaarawy. 

Pazienza se quell’errare in campo della sua posizione non era ancora finito. Perché quando da queste parti si è presentato un signore soprannominato Special One, nel momento in cui ha preferito schierarsi in campo con una linea difensiva a tre, quando lo ha mandato in campo in qualche occasione lo ha sì confermato nel ruolo di esterno offensivo, ma poi, nel momento della necessità ha pensato bene che il Faraone poteva risultare utile anche come esterno nella linea dei centrocampisti, sempre sulla corsia sinistra, ma con l’obbligo di presidiarla per intero. Va bene la fase offensiva, ma quando gli avversari hanno il pallone tra i piedi, caro Faraone devi essere bravo e continuo pure nella fase difensiva. Con l’educazione e la disciplina tattica che lo hanno sempre contraddistinto, il ragazzo che una volta giocava da centravanti, non ha fatto una piega e si è messo a disposizione di Mou. Del resto chi può permettersi di dire no allo Special One, a parte Balotelli?

E adesso con il reparto degli esterni difensivi orfano dei due destri, Karsdorp e Celik, entrambi alle prese con problemi a un ginocchio, non è difficile immaginare che il Faraone possa rappresentare un’opzione sulla fascia sinistra. Dove è vero che sono rimasti gli altri tre esterni, Spinazzola, Zalewski e Viña, ma il campione d’Europa sta faticando a tornare se stesso, l’uruguaiano tutto ha fatto meno che dare risposte positive e Zalewski, per forza di cose, è il primo indiziato a giocare sulla corsia destra come ha fatto giovedì scorso contro il Betis quando il turco è stato costretto ad alzare bandiera bianca causa intervento di Gianluca Mancini (roba da pazzi). In più si continuerà a giocare al ritmo di tre partite ogni sette giorni, Mourinho ha bisogno di un’ulteriore alternativa sulle fasce. A sinistra, già da stasera contro il Lecce, il Faraone potrebbe essere la soluzione, magari anche solo parziale, per sentirsi meno orfano nei due ruoli di esterni bassi. Sapendo pure che il ragazzo che una volta giocava da centravanti, ha una certa confidenza con il gol.

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