Lorenzo il cuore di Roma
La causa giallorossa per Pellegrini viene prima di tutto. È tornato da Coverciano per recuperare al meglio. Con l’Inter in mediana: così Mou punterà sui Fab Four
Prima la Roma. Il messaggio lanciato da Lorenzo Pellegrini all’ambiente giallorosso e all’esterno è questo: la sua squadra viene prima di tutto il resto, dei problemi fisici, della nazionale. Il tuttocampista di Cinecittà lo dimostra ormai da anni, ma gara dopo gara la storia si ripete ed è ormai la regola. Il Capitano ha di fatto detto “no” a Roberto Mancini, per tornare a Trigoria, per lavorare con José Mourinho, per recuperare al meglio per la sua Roma. Lo Special One gli ha dato le chiavi dello spogliatoio e del progetto tecnico, elogiandolo ogni qualvolta ne ha la possibilità, non solo per il talento di cui il romano è dotato dalla nascita, ma anche per il modo esemplare in cui vive la Roma. Le ultime dimostrazioni di amore incondizionato sono arrivate proprio in queste due ultime settimane: prima la partita contro l’Atalanta, durante la quale il Sette ha sentito tirare un muscolo, ma non solo non ha mai pensato di chiedere il cambio, non ha neanche fatto cenni alla panchina, tanto che è stato Mourinho a fine gara a rivelare alla stampa la presenza di un problema fisico, sottolineando il gesto ed ergendolo ancora una volta a modello. Gesti che con le dovute proporzioni ricordano i sacrifici di Totti e De Rossi, che prima di lui hanno dato tutto per la maglia giallorossa. Dopo quella partita, nell’apprensione generale dell’ambiente romanista, è arrivata la chiamata di Mancini per le due gare di Nations League contro Inghilterra e Ungheria, importanti per le finals e soprattutto per il momento della Nazionale, che sta vivendo una fase di ricostruzione. Pellegrini ha risposto alla convocazione, ma non essendo al meglio ha preferito tornare a casa.
Sabato c’è l’Inter e la Roma deve assolutamente vincere. E, come sempre, la sua squadra, della quale è fieramente e degnamente capitano e leader, viene prima di tutto il resto. Non è la prima volta che succede con questa nazionale: due stagioni fa, per rimanere in campo con i suoi compagni e non risparmiarsi nel finale di stagione, si è di fatto giocato la chance di vincere l’Europeo. Gesti che la gente romanista non dimentica.
Ieri Lorenzo è tornato a lavorare parzialmente in gruppo: la tabella di marcia per il suo rientro è stata delineata con grande attenzione anche grazie al suo nuovo staff personale, composto da una nutrizionista, un osteopata, un fisioterapista e preparatore e un dentista. A San Siro sarà regolarmente in campo, con la fascia da capitano al braccio, a guidare i suoi compagni.
In mediana
Per l’ennesima volta, per necessità di equilibrio e di squadra, Pellegrini dovrebbe giocare a centrocampo. Al suo fianco uno tra Matic e Cristante (che ha giocato entrambe le gare con gli azzurri), davanti a lui Dybala, Zaniolo e Abraham. Il Sette dovrà sacrificarsi, proteggendo le zone occupate da Spinazzola e correndo per due, come fa ogni gara (ottavo in A), senza oltretutto far mancare il proprio apporto in fase offensiva (secondo in A per expected assist a 2,5 e terzo per passaggi chiave a quota 20). Così potranno scendere in campo i fantastici quattro: finora in campionato è successo in due gare, a Salerno e contro la Cremonese (fino all’infortunio del 22), al termine delle quali i giallorossi hanno raccolto sei punti. Lo ha spiegato Mourinho: la Roma “di riferimento” è quella vista contro il Tottenham, con i Fab Four dal 1’ e una maggior ricerca del possesso palla, quindi del controllo del match. Per vedere la miglior Roma ci sarà bisogno del miglior Pellegrini. E questo il Capitano lo sa.
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