Il Natale romanista
Quante partite della Roma nel giorno speciale della nascita di Francesco Totti. Dalla prima doppietta di Falcao con il Cagliari alla trasferta di Champions con il Qarabag
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La squadra festeggia Totti il giorno dell'Addio
Anno zero, Natale romanista, Creazione, chi più ne ha più ne metta. Con tutto il rispetto e le dovute e giuste distanze dai culti riconosciuti, ce n’è uno che, il più importante tra quelli più importanti, si celebra e si pratica da più di vent’anni nella città Eterna e fuori dal Raccordo, in tutto il mondo dei buoni: è il 27 settembre, una data cara ai romanisti. Di quelle che – c’è chi lo fa davvero – vanno segnate in rosso sul calendario. E chi se ne importa se in quello convenzionale (ancora) è in nero. Anche questo è il Romanista. Esattamente quarantasei anni fa, nel 1976, da mamma Fiorella e papà Enzo, nacque Francesco Totti. Uno che in un caldo pomeriggio di maggio, il 28, nell’anno solare 41 d.T. (dopo Totti), si è preso una curva intera, quella della Roma. Non perché non se la fosse già presa, l’ha sempre avuta, infatti, con la sua magia, con le sue magie. Ma semplicemente perché - Totti-è-la-Roma – veniva per la prima volta così chiaramente formalizzato in mondo visione ciò che ottusamente, in troppi, si sono ostinati nel corso del tempo a non vedere: noi siamo romanisti, noi siamo con Totti. Tottiani, tottisti, tottesi. Ma chi se ne frega. Ve l’ha detto la curva quello che è. Ve l’hanno detto i sacerdoti del nostro tifo. Quelli che hanno cantato “Tanti auguri a te” al Capitano dalla Sud, il 27 settembre 2014, in occasione di Roma-Hellas Verona, l’unica in casa giocata nel giorno del suo compleanno. Finita 2-0 con due perle, una di Florenzi e una di Destro (da centrocampo). Colpo di genio. Si è detto: un miracolo da 27 settembre. Erano i 38 anni di Totti e Rudi Garcia l’aveva schierato titolare con Ljajic e Mattia, appunto. Non segnò Totti, ma ci andò vicino in scivolata. Ma in questa data storica ci sono diverse partite dal 1927 ad oggi, a. T. (prima di Totti) e d. T. Da calciatore, l’ex Capitano della Roma ha giocato tre volte di 27 settembre. La prima volta a Valencia, nel 2006, alla seconda giornata del gruppo D della Champions League. C’era Spalletti in panchina. Finì 2-1 per gli spagnoli, autori di un gran secondo tempo. Angulo e Villa rovinarono la festa dei trent’anni a Totti, che comunque riuscì a segnare, su rigore. Ma non bastò. Tre anni dopo, in trasferta al Massimino, i giallorossi furono messi in difficoltà dal Catania: finì 1-1, Totti e la squadra giocarono così e così, ma ci pensò l’altro figlio di Roma, De Rossi, a salvare l’undici di Ranieri al 90’.
Da quando ha smesso di giocare il Dieci, invece, la Roma è scesa in campo due volte nel giorno del suo compleanno: con il Qarabag in trasferta in Champions (finì 2-1 con gol di Manolas e Dzeko nel primo tempo) nel 2017 e con la Juventus in campionato nel 2020, con l’Olimpico praticamente vuoto per colpa del Covid, finì 2-2 con doppietta di Veretout e di Cristiano Ronaldo.
In quello che possiamo definire un “antico testamento” giallorosso, invece, quando Totti non era ancora sceso in Terra, risultati alterni per la Roma: nel 1931 Triestina-Roma 2-0, nel 1936 Torino-Roma 2-0, nel 1942 di nuovo Roma-Triestina, 2-1, stavolta in Coppa Italia. E poi nel 1953 Roma-Udinese 3-0, nel 1959 Milan-Roma 1-1, nel 1964 Roma-Varese 4-2, nel 1970 Roma-Fiorentina 0-1.
Da tifoso (poi raccattapalle, poi Primavera), invece, non sarà un caso - è questione di fede - che nel 1981, quando Francesco era ancora un bambino, il Divino Falcao - ecco quando si può usare con cognizione di causa per un giocatore il termine “profeta” - segnò di 27 settembre la sua prima doppietta con la Roma. Era Roma-Cagliari, all’Olimpico. 2-1 il risultato finale. Ancora un segno, nell’87-88, l’anno prima che Totti si tesserasse con la Roma la prima volta, il suo idolo di allora, Peppe Giannini, realizzò ad Avellino il gol del provvisorio pareggio contro i campani. Finì 3-2 in rimonta per la Roma. Di Boniek il primo gol, di Collovati il gol vittoria. Poi la trasferta di Torino, nel 1992-93, con la Juve. Il tecnico è Boskov, quello che avrebbe mandato in campo il ragazzino Totti la prima volta in serie A nel marzo della stagione a Brescia. La Juve passò con Moeller e subito dopo Aldair, quello che avrebbe incoronato il ragazzino Capitano nel ’98, vendicò il 5-0 del ’90 in cui fece autogol in una delle più umilianti sconfitte in casa dei bianconeri della storia. Finì in pareggio. Poi non dite che il 27 settembre, fedeli o infedeli che siate, non è un giorno speciale.
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