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Verso Inter-Roma: una sfida al sapore di Premier League

I calciatori di entrambe le squadre vantano oltre 1.500 presenze nel campionato inglese. Cinque di loro erano al Manchester United di Mourinho

Mourinho in panchina all'Olimpico contro l'HJK Helsinki

Mourinho in panchina all'Olimpico contro l'HJK Helsinki ((As Roma via Getty Images))

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
27 Settembre 2022 - 09:00

Ci sarà tanta Premier League, nella sfida tra Inter e Roma in programma sabato sera a San Siro: potenzialmente, dando uno sguardo alle due rose, 1.552 presenze nel massimo campionato inglese nel curriculum di otto calciatori (escludendo Gini Wijnaldum, sicuro assente). Così come José Mourinho, che ben conosce il calcio d’Oltremanica - ma che non sarà in panchina causa squalifica - c’è ad esempio Chris Smalling, inglese di nascita e colonna da oltre 300 gare del Manchester United, o l’ex romanista Edin Dzeko, che invece ha fatto le fortune dell’altra squadra di Manchester, il City. Senza dimenticare un’altra vecchia conoscenza, Henrikh Mkhitaryan, che ha vestito le maglie dei Red Devils e dell’Arsenal. E poi Nemanja Matic, autentico decano della Premier; Rui Patricio, 127 partite in tre stagioni con la maglia del Wolverhampton, e poi Tammy Abraham, l’altro londinese della batteria. Infine, Romelu Lukaku, ancora in dubbio, ma sulla via del recupero dalla distrazione ai flessori della coscia sinistra che l’ha costretto a saltare le ultime gare.

È proprio il belga il giocatore con più presenze in Premier League tra quelli appena citati: 278, tra West Bromwich Albion, Everton, Chelsea e Manchester United. Alle sue spalle Matic, arrivato a Roma in estate dopo tanti anni in Premier e 251 gare; segue Smalling, che tra Fulham e Red Devils ne ha collezionate 219. Più distanti Dzeko (130 presenze nel massimo campionato inglese), Rui Patricio (112), Abraham (89), Mkhitaryan (78) e Darmian (60). Se è vero che la Premier è il miglior campionato al mondo, allora va da sé che i calciatori provenienti dall’altro lato dello Manica siano i più gettonati: forgiati da ritmi totalmente diversi da quello della Serie A, riescono spesso ad avere un grande impatto sul nostro calcio, una volta superato lo scoglio di certi tatticismi. Alcuni scelgono l’Italia nella seconda fase della loro carriera (vedi Matic, Mkhitaryan, Rui Patricio), altri invece lo fanno al top (Dzeko, Lukaku, Abraham), altri ancora (come Darmian) decidono di tornare a casa dopo un’esperienza non esaltante all’estero. 

Fatto sta che sabato sera a San Siro ci saranno, tra campo e panchina, sette titoli di campione d’Inghilterra: i tre di Matic col Chelsea, i due di Dzeko al Manchester City e i due di Smalling con lo United. Senza contare le FA Cup, le League Cup e gli altri trofei, tra cui un’Europa League. Europa League che porta anche la firma di José Mourinho, quella vinta nel 2017 dai Red Devils...

Il trionfo di José

In quella squadra giocavano Chris Smalling, Matteo Darmian e Henrikh Mkhitaryan (l’armeno andò a segno nella finale contro l’Ajax): il centrale, pur essendo ancora ventisettenne, era già un senatore nello spogliatoio; l’esterno era arrivato dal Torino per volere di van Gaal e, pur avendo trovato meno spazio con l’avvento del portoghese, in quel torneo collezionava 7 presenze; il fantasista invece era stato fortemente voluto da José e si rivelava protagonista in EL, con 6 gol in 11 partite

Ai tre si aggiungevano, nell’estate del 2017, anche Matic e Lukaku: il serbo veniva acquistato dal Chelsea per 44,7 milioni di euro circa, mentre il centravanti lasciava l’Everton per un totale di circa 90 milioni di sterline (75 milioni di parte fissa e 15 di bonus). Con loro, Mourinho chiuderà al secondo posto in Premier alle spalle del City schiacciasassi di Guardiola; a dicembre 2018, però, lo “Special One” verrà esonerato. 

Insomma, quella in programma sabato a San Siro sembra essere una sorta di rimpatriata, ma non ci sarà spazio per sentimentalismi di alcun tipo: entrambe le squadre sono reduci da una sconfitta in campionato, e vanno a caccia di punti. Per ottenerli, si affidano a gente esperta, che si è fatta le ossa in quello che, attualmente, è il miglior campionato al mondo.

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