Zaniolo d'assalto: fra i più attivi nelle ultime due gare
Dopo lo stop Nicolò è rientrato subito a pieni giri. Mourinho se lo coccola e i compagni lo cercano. Lui delizia i tifosi. Ma la sua croce restano gli arbitri
A mille. Nicolò Zaniolo non smette di portare il proprio motore a pieni giri. Come sempre. Anche nella sfortunata gara contro l’Atalanta si è segnalato fra i più attivi, senza mai temere il duello personale (alla fine è stato quello che ne ha ingaggiati di più: 23). All’alba della sua quinta stagione in giallorosso il gioiello di Massa ha già fatto capire a più riprese che di risparmiarsi non se ne parla. "Ci mancherebbe, a quell’età", la facile obiezione dei minimizzatori in servizio permanente effettivo. Sarà. Fatto sta che chi subisce il terrificante uno-due di infortuni (pochi, in realtà) che ha travolto il numero 22 qualche remora sul campo tende a nutrirla. Nico invece possiede un talento sobillato dall’esuberanza, che è insieme la sua unicità e il suo limite.
Tanto che la settimana scorsa a Empoli Mourinho ha dovuto frenare la sua spasmodica voglia di rientrare in campo, pur apprezzando l’atteggiamento e premiandolo con la convocazione in Toscana, in largo anticipo sui tempi di recupero previsti all’indomani del ko alla spalla. "È stato un infortunato senza tranquillità - la rivelazione dello Special One alla vigilia della sfida di Europa League con l’Helsinki - voleva tornare il prima possibile. Ha lavorato fortissimo con lo staff, voleva anche rischiare mettendosi a disposizione anzitempo. È pieno di fiducia e motivazioni, stava giocando molto bene quando si è fatto male". E da lì ha ripreso già in coppa: qualche tentativo verso la porta finlandese non andato a buon fine, prima di sfoderare due assist vincenti e decisivi per il 3-0 finale. Appena tre giorni più tardi il bis in campionato, anche se in una partita dal risultato bugiardo. Privi di Dybala, i compagni hanno cercato in lui l’arma in grado di sventrare la difesa nerazzurra. E Zaniolo non si è fatto pregare, sfoggiando fin dalle prime battute quegli strappi che tanto esaltano il pubblico. Percussioni senza sosta, saltando avversari come birilli prima di essere puntualmente steso con le cattive, tanto da risultare il giocatore più tartassato del match con cinque falli subiti. Almeno a voler considerare soltanto quelli fischiati da Chiffi.
L’arbitro veneto ha sorvolato su tre interventi dubbi in area bergamasca ai danni dell’attaccante romanista, che nel primo caso non si è lasciato cadere nonostante trattenuta e sgambetto di Demiral; e nel terzo è andato a terra forse con un attimo di ritardo dopo essere stato letteralmente smutandato da Okoli (che gli aveva già tirato vistosamente la maglia nel secondo episodio). Ma che la direzione di gara fosse approssimativa e confusa (eufemismi) si era intuito già nei primi venti minuti, quando un fallo plateale di de Roon proprio ai danni del 22 non era stato sanzionato con alcun cartellino, scatenando la reazione veemente di Nico, portato via con la forza da Mancini per timore di rappresaglie arbitrali. D’altra parte già nella scorsa stagione Chiffi concesse l’impunità ai difensori di Torino e Milan, implicitamente autorizzati a malmenare il talento romanista.
Un trattamento di sfavore talmente diffuso fra i fischietti italiani, da indurre Mou a una provocazione durissima a tutela del suo giocatore, appena un anno fa: "Al posto di Zaniolo penserei seriamente alla possibilità di non rimanere in Serie A, gli atteggiamenti che hanno con lui mi fanno stare male". In attesa che le vessazioni finiscano, restano negli occhi le sue giocate lussuose e la smania di incidere. Esclusivamente con la maglia della Roma, visto che quella azzurra per ora è off limits. "Vincere una coppa è stato bellissimo e voglio continuare a farlo qui", il suo messaggio nemmeno troppo velato prima della sfida di EL rivolto alla società. Che avrà preso nota. Il rinnovo è alle liste, i tempi non saranno lunghi.
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