Giallorossi poco cinici: José, convertili alla via del gol
Giovedì la richiesta di Mourinho ai suoi: «Dobbiamo essere più cattivi». Abraham e compagni tirano tanto e segnano poco: con l’Atalanta per invertire la rotta
La Roma segna poco, troppo poco rispetto a quanto crea. E lo ha detto lo stesso José Mourinho al termine della gara contro l’Helsinki, vinta 3-0, ma con tante occasioni sbagliate sotto porta. Il tecnico portoghese non ha usato mezzi termini: «Questi giocatori super talentuosi devono essere più cattivi. Anche il Gallo sembra che abbia già questa malattia perché gli ho visto fare quattro colpi di tacco mentre lui deve fare il gol, di culo, di tacco, di ginocchio. Creiamo tante opportunità ma è difficile fare gol». E i numeri danno ragione allo Special One, visibilmente frustrato dalle difficoltà realizzative di una squadra che può contare su giocatori del calibro di Pellegrini, Dybala, Abraham, Zaniolo e Belotti. La squadra giallorossa è la quarta in campionato per tiri totali verso la porta avversaria a quota 94 (54 dall’interno dell’area di rigore), dietro solo a Napoli (128), Inter (108), Fiorentina e Milan (97) ed è terza per il dato relativo alle conclusioni verso la porta avversaria, a quota 34, dietro solo a Inter (39) e Napoli (35).
Il problema, però, è che Tammy e compagni hanno segnato soltanto 8 gol in campionato. In questo senso è rivelatorio il dato degli expected goals: Pellegrini e i suoi hanno prodotto 12.3 xG, soltanto il Napoli ne ha prodotti di più dall’inizio del campionato, ovvero 12.6, segnando però 13 gol. La Roma, dunque, è “sotto” di quasi cinque gol (- 4,3) rispetto a quanto creato finora (il peggiore della Serie A, basti pensare che segue il Sassuolo a - 3.7), ma questo soltanto se ci si affida a questo dato, perché altrimenti sono ancora più numerose le occasioni in cui i giallorossi sono arrivati nei pressi dell’area di rigore o all’interno della stessa e semplicemente hanno sbagliato la scelta finale, proprio nel momento più bello. Giovedì sera il tecnico ha parlato “dei colpi di tacco”, figli del “calcio-fantasia”, ma non c’è solo questo aspetto: basti pensare alla gara di lunedì in Toscana, quando Spinazzola ha recuperato palla al limite dell’area e ha sbagliato il passaggio finale con Pellegrini e Dybala liberi per calciare all’altezza del dischetto del rigore.
I ragazzi di Mourinho sono (purtroppo) primi anche nella classifica delle grandi occasioni mancate: i giallorossi ne hanno fallite 16, il doppio dell’Inter (8), cinque volte più della Juventus (3), tre volte la Lazio (5), solo due in più rispetto al Napoli, che però in campionato come detto ha trovato la via del gol per 13 volte. Sostanzialmente c’è un abisso tra le occasioni che i giallorossi si creano per segnare e quelle che poi effettivamente riescono a tradurre in rete. C’è sicuramente una componente di sfortuna, sebbene non sia dimostrabile né risolvibile, ma Mourinho ha ragione: alla squadra serve “più cattiveria”. Nonostante le tante critiche per la mancanza di un gioco (?) fluido e coerente, la Roma crea tante occasioni da gol, è tra le squadre più attive e produttive da questo punto di vista, ma negli ultimi 16 metri qualcosa si interrompe. Oggi all’Olimpico arriva l’Atalanta, squadra della quale l’anno scorso Zaniolo e compagni hanno avuto ragione in entrambe le sfide di campionato, e potrebbe essere l’occasione migliore per scoprirsi più cinici, meno spreconi e più prolifici.
Una possibile spiegazione per questa imprecisione sistematica sotto porta potrebbe essere dovuta alla stanchezza degli interpreti offensivi, in particolare di Pellegrini e Dybala, spesso chiamati a partire da lontano, ma è necessario trovare una soluzione a stretto giro di posta. Lo scorso anno Mourinho al riguardo disse: «Sono giocatori che hanno sempre segnato nella loro carriera o anche prima facevano pochi gol? Non sono Lewandowski che adesso sono nella Roma e non segnano. Non è un problema di qualità ma di profilo». Se prima le alternative ai titolari erano Shomurodov e Felix, ora sono arrivati anche Dybala e Belotti, rispettivamente 140 e 126 gol in carriera. Non è un caso. Ora non resta che iniziare a buttare la palla in rete con più continuità.
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