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Venti a favore: risale ormai a 4 anni fa l'ultimo ko casalingo in Europa

Contro l’Helsinki ottenuto il 20° risultato utile consecutivo all’Olimpico . L’ultima sconfitta è datata 27 novembre 2018, col Real Madrid. Poi 14 successi e 6 pareggi

Tifosi della Roma all'Olimpico (As Roma via Getty Images)

Tifosi della Roma all'Olimpico (As Roma via Getty Images)

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
17 Settembre 2022 - 11:41

E sono venti. Con il successo per 3-0 contro l’Helsinki giovedì sera, la Roma ha ottenuto il ventesimo risultato utile consecutivo allo Stadio Olimpico nelle competizioni europee: un traguardo importante, mai raggiunto prima nella storia del Club. Il record di quindici gare interne senza sconfitte ottenuto tra il 1991 e il 1999 era già stato eguagliato e superato nella passata stagione, prima grazie al pareggio interno contro il Bodø/Glimt (2-2 nella fase a gironi della Conference League) e poi con il 4-0 rifilato allo Zorya Luhansk. Il primato è stato poi incrementato con le gare a eliminazione diretta della competizione, che Pellegrini e compagni hanno finito per conquistare. L’1-1 col Servette, il 4-0 al Bodø e l’1-0 al Leicester avevano portato a 19 il filotto positivo; il tris firmato Dybala, Pellegrini e Belotti ha permesso di raggiungere la cifra tonda. La speranza, chiaramente, è di poter allungare il più possibile la striscia favorevole. 

Quattro anni dopo

L’ultima sconfitta interna in ambito europeo della Roma risale a quasi quattro anni fa, per l’esattezza al 27 novembre 2018. Si trattava della fase a gironi della Champions League: sulla panchina giallorossa sedeva (ancora per poco) Eusebio Di Francesco e a passare allo Stadio Olimpico fu il Real Madrid di Julen Lopetegui: 2-0 per i Blancos il risultato finale, con le reti di Bale e Lucas Vazquez. La sconfitta non compromise comunque la qualificazione agli ottavi di finale, dove affrontammo il Porto. All’andata a Roma, il 12 febbraio 2019, la doppietta di un Nicolò Zaniolo non ancora ventenne (e più giovane giallorosso di sempre a colpire due volte nella stessa partita di Champions) dette il via alla cavalcata casalinga; purtroppo, in terra portoghese la Roma fu eliminata, con conseguente esonero di Di Francesco e addio a Monchi. 

L’anno seguente, con Paulo Fonseca in panchina, fu la volta dell’Europa League: girone tutt’altro che entusiasmante, quello disputato dalla Roma, ma allo Stadio Olimpico arrivarono una vittoria (4-0 all’Istanbul Basaksehir) e due pareggi (1-1 col Borussia Moenchengladbach e 2-2 con gli austriaci del Wolfsberger). Ai sedicesimi ci ritrovammo di fronte il Gent, eliminato grazie all’1-0 interno (gol di Carles Perez) e all’1-1 in terra belga. Poi il lunghissimo stop causa Covid, e l’eliminazione agli ottavi, in gara secca a Duisburg contro il Siviglia (0-2). Cammino interno pressoché perfetto nel 2020-21, ancora una volta in Europa League: si salva il CSKA Sofia (0-0), poi quattro successi (con Cluj, Young Boys, Braga e Shakhtar Donetsk) e l’1-1 nel ritorno dei quarti di finale contro l’Ajax che ci permette di avanzare. In semifinale la vittoria interna per 3-2 contro il Manchester United è una ben magra consolazione, dopo il ko per 6-2 rimediato all’Old Trafford. 

Special One

Arriva Mou e arriva la Conference League, nuova competizione Uefa per club: con il portoghese in panchina, la si gioca per vincerla fin dai preliminari. Eliminiamo il Trabzonspor con il 3-0 al ritorno all’Olimpico, quindi nel girone due vittorie un pareggio in casa; arriva un pari, ma prezioso e in extremis, anche col Servette agli ottavi. Ad aprile gli stadi tornano al 100% della capienza, e il 14 sugli spalti è una bolgia per il ritorno dei quarti con il Bodø/Glimt: il 4-0 ci qualifica e vendica il 6-1 rimediato in Norvegia ad ottobre. La bolgia è ancor più assordante il 5 maggio, quando ci giochiamo a casa nostra l’accesso alla finale contro il Leicester dopo l’1-1 dell’andata: «Non voglio spettatori, ma tifosi», dice Mou, e il popolo romanista recepisce il messaggio. Un tifo d’altri tempi permette ai giallorossi di vincere 1-0 e di volare a Tirana, con Mou che scoppia in lacrime. Il resto è storia, che si consuma al di là dell’Adriatico e fa esplodere di gioia una città intera, che si riversa in strada per festeggiare. Stadio stracolmo anche giovedì scorso, ma ormai quasi non ci si fa più caso, quando di mezzo c’è la Roma. In fondo, anche chi la partita la vive sugli spalti ha avuto un ruolo in questo filotto di venti gare senza ko in casa.

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