200 volte Roma: a Empoli serve il Pellegrini migliore
Il Capitano è ridiventato un sopravalutato, un indegno di portare la fascia, uno scarso. A Roma, ricordando precedenti, non è poi che ci sia troppo da sorprendersi
Tutto dimenticato. Come se la passata stagione fosse stata cancellata dalla memoria collettiva, una stagione in cui è stato il meraviglioso comandante di una Roma capace di entrare nel cuore di tutti. E così Lorenzo Pellegrini, il Capitano che ha alzato nel cielo di Tirana la Conference League dopo quattordici anni di completa astinenza da vittoria, è ridiventato un sopravalutato, uno incapace di fare la differenza, un indegno di portare quella fascia, uno che non merita lo stipendio che gli riconosce la Roma, uno che è meglio perderlo che averlo. Uno scarso, insomma. A Roma, ricordando parecchi precedenti, non è poi che ci sia troppo da sorprendersi, basta poco o niente per cancellare tutto quello che di buono un calciatore è stato in grado di fare in precedenza.
E qui stiamo parlando di un ragazzo che ha soltanto ancora ventisei anni, ma che stasera a Empoli, brinderà alla sua 200ima presenza con la maglia giallorossa, 32 le reti segnate, 13, per dire, proprio la passata stagione quando, dopo Abraham, è stato il secondo miglior cannoniere della prima Roma morinhana. Forse sta proprio qui una parte del problema. Nel senso che i ripetuti e decisivi effetti speciali della passata stagione, per rinfrescare la memoria basterebbe ricordare quella punizione nel derby, probabilmente sono alla base delle troppe bocche storte (forse non aspettavano altro per quella malattia del te l’avedo detto io) che abbiamo visto (e ascoltato) a proposito dell’inizio di stagione del Capitano romanista. E’ vero, come negarlo, il Pellegrini che si è visto in questo primo mese di partite vere, poche volte è stato in campo nella sua versione migliore. Ma da qui a puntare il dito nei suoi confronti come fosse il male peggiore di questa Roma, c’è un oceano. Peraltro Mourinho, fin qui, tutto ha fatto meno che dare ascolto ai mormorii di critica nei confronti del suo e del nostro Capitano, Lollo è stato mandato sempre in campo, a conferma di come lo Special One lo consideri un giocatore imprescindibile nella sua Roma, ribadendo con i fatti che se lui avesse tre Pellegrini a disposizione ne manderebbe in campo tre.
C’è da domandarsi come mai in questo inizio della sua settima stagione con la maglia del suo e nostro cuore (comprendiamo anche quella dell’esordio, duemilaquattordici-quindici, prima dell’esilio controllato in quel di Sassuolo), Lollo stia faticando. Prima di tutto crediamo ci possa stare programmare una partenza non al cento per cento, nella consapevolezza che la stagione sarà lunga e faticosa, che saranno tante le settimane con tre partite ravvicinate, che è meglio pensare a entrare nella migliore condizione progressivamente, che la cosa più sbagliata da fare sarebbe quella di dover pensare di dover rincorrere chissà cosa. Pellegrini quello che vale lo ha dimostrato, è solo questione di tempo e tornerà a garantirlo in campo. Probabilmente di questa cosa il primo a doversene convincere è proprio il Capitano, forse consapevole che da queste parti non gli perdonano nulla, quasi fosse una colpa essere romano e romanista con quella fascia al braccio che ha una storia come nessun’altra al mondo.
Ma al di là di queste considerazioni che pure il loro peso ce l’hanno, noi crediamo che questo inizio di stagione con il freno a mano tirato almeno rispetto a come il sette ci aveva abituato, stia dipendendo anche da un nuovo disegno tattico della seconda Roma mourinhana, complice anche il grave infortunio di Wijnaldum che per quattro mesi non consentirà di vedere in campo la squadra che è stata pensata in estate. Ovvero Matic e l’olandese mediani di una squadra che poi, in avanti, avrebbe potuto far ruotare i quattro tenori, Abraham, Dybala, Zaniolo e, appunto, Pellegrini. Che, in quel ruolo di trequartista, ci ha fatto vedere la sua versione migliore sia in fase realizzativa che in quella di ultimo passaggio. Invece, soprattutto nelle prime partite del dopo ko di Wijnaldum, il Capitano è tornato alla sua gioventù, centrocampista a tutto campo, allargando il suo campo di competenza, ma allontanandosi dalla porta avversaria e dai suoi compagni offensivi. Non è stato un caso, a nostro avviso, che in diverse delle partite fin qui giocate, spesso vedendolo giocare il primo pensiero che veniva in mente, era quello di un Pellegrini che non riusciva a trovare la posizione giusta in campo, troppo spesso periferico rispetto al cuore del gioco. Il tutto, sempre a nostro giudizio, appesantito dal fatto di dover ancora capire come giocare insieme a Dybala (Zaniolo purtroppo si è fatto male). Ora però, già stasera da Empoli, c’è bisogno del Lollo migliore. Noi siamo convinti che è pronto per prendersi l’ennesima rivincita.
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