Camara e Bove: quelli che aspettano
Il guineano prosegue l'inserimento: garantisce un cambio di passo. A Empoli può esordire dal 1’. Scalpita anche il romano, che in estate non si è mosso per volere di Mou
Le due battute d’arresto consecutive tra campionato ed Europa League, seppur differenti nelle dinamiche, hanno evidenziato alcune delle difficoltà dei giallorossi, poco concreti in avanti e troppo fragili dalla cintola in giù. Il centrocampo con Cristante e Matic non garantisce la copertura necessaria: simili nella struttura fisica, abili nell’impostazione dal basso ma troppo lenti per inseguire l’avversario, il friulano e l’ex Manchester United non stanno riuscendo nel compito di “filtri” in fase di non possesso, come evidenziato anche dal primo gol segnato giovedì dal Ludogorets. Un semplice passaggio dalla destra ha pescato Cauly, ben piazzato sulla trequarti, alle spalle dei due centrocampisti giallorossi, e libero di puntare l’area prima di battere Svilar.
Incassato l’1-0, Mourinho ha cambiato la mediana, togliendo Matic e Cristante per inserire Camara e Bove: i due hanno dimostrato di avere un altro passo e, nonostante la sconfitta, hanno fatto vedere cose buone. Per il venticinquenne guineano, portato a Roma da Pinto per ovviare al crac patito da Wijnaldum, si è trattato del secondo spezzone in maglia giallorossa: tra Udine e Razgrad soltanto 25’, ma sufficienti per il suo graduale inserimento nelle rotazioni di Mourinho. Che già al Castellani contro l’Empoli, lunedì sera, potrebbe farlo esordire da titolare, concedendo così un minimo di riposo a uno tra Matic e Cristante.
Il ragazzo arrivato dall’Olympiacos, del resto, ha caratteristiche diverse rispetto agli altri due colleghi di reparto: innanzitutto un’ottima gamba, grande dinamismo e la capacità di agire “box to box”, difendendo a ridosso dell’area e proiettandosi in avanti. È un calciatore, in sostanza, capace di offrire quegli strappi (siano essi offensivi o difensivi) di cui in questo momento la Roma ha bisogno. E ne ha bisogno principalmente per due motivi: perché troppo spesso, in avanti, i giocatori d’attacco appaiono isolati tra le maglie dei difensori avversari; e perché, quando si tratta di difendere, la squadra ha la tendenza a spaccarsi in due, lasciando campo prezioso agli affondi altrui.
In tal senso, anche Bove può rivelarsi un elemento prezioso: per il ventenne dell’Appio Latino più o meno lo stesso minutaggio di Camara (26’ in tre spezzoni), ma la capacità di entrare sempre in campo con il giusto atteggiamento, si veda la verticalizzazione che ha portato al gol di Shomurodov. Già l’anno scorso Mou gli ha permesso di farsi le ossa all’ombra di Cristante, Veretout e compagni; ora, dopo un’estate di corteggiamenti, Edoardo cerca conferme e un po’ di spazio in più. Su di lui s’erano informati Sassuolo e Monza, ma lo “Special One” lo ha voluto ancora con sé: una prova tangibile della stima che nutre per il numero 52; lui lavora sodo e a testa bassa, come ha sempre fatto, in attesa di una chance dal 1’.
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