Caldo, festa e "Never Going Home" per 60.859 dell'Olimpico
Prima della partita il doppio giro d’onore per la Primavera Femminile e l'Under 16 dopo i due scudetti vinti. Al gol di Smalling la canzone del coro della Conference
C’era un caldo umido e appiccicoso ieri nella Roma semivuota del primo lunedì dopo Ferragosto, metropolitane vuote e strade quasi, e la netta impressione che le poche macchine rimaste nella Capitale si fossero tutte date appuntamento tra Viale Angelico e Via di Tor di Quinto. C’era voglia di vedere la prima ufficiale della Roma all’Olimpico, e lo stadio era pieno: 60.859 tifosi presenti, una di loro si è portata a casa un’automobile, che la Roma aveva messo in palio per chi avesse indovinato il numero esatto degli spettatori (o chi ci fosse andato più vicino: la ragazza in questione ha sbagliato di due). Hanno iniziato il pomeriggio battendo le mani alla Primavera femminile, i 60.000 e passa presenti: hanno vinto il terzo scudetto di fila, un dominio impressionante. Giro d’onore anche per la Roma U16, l’altro scudetto di giugno.
La prima squadra si è scaldata con le maglie di Wijnaldum, per fargli coraggio dopo la frattura alla tibia rimediata alla vigilia di quella che sarebbe dovuta essere la sua prima ufficiale all’Olimpico, nel primo tempo il tifo ha accompagnato le azioni di Dybala e Zaniolo, tirando il fiato quando il 22 è uscito in barella: l’articolazione coinvolta era la spalla e non il ginocchio, ma la tensione c’è stata lo stesso. Ed è esplosa al 20’ della ripresa, quando Smalling ha sbloccato una gara che rischiava di diventare scorbutica: per festeggiare il gol gli altoparlanti hanno trasmesso il brano “Never Going Home” di Kungs, quello diffuso a Tirana dopo la finale di Conference, ben presto diventato “la Roma sì e il Feye no”. Alla fine tutti sotto la Sud, per chiudere nel modo migliore.
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