Pellegrini & Co, i moschettieri di Mourinho adesso sono quattro
Il Capitano, Zaniolo, Dybala e Abraham hanno già mostrato un’ottima intesa contro lo Shakhtar. Per José un poker da 57 gol nella passata stagione
Pellegrini per Zaniolo, Zaniolo per Dybala, che serve Abraham, tocco di prima intenzione per Pellegrini, controllo e bordata mancina del Capitano che non lascia scampo al portiere avversario. Ci sono voluti cinque secondi netti, al 19’ di Roma-Shakhtar, per infiammare i 65mila tifosi presenti all’Olimpico che, come i clienti di un prestigioso ristorante stellato, hanno avuto un celestiale assaggio di ciò che (auspicabilmente) li aspetta in questa stagione che sta per iniziare.
Si tratta di calcio estivo, d’accordo; ma se si tiene conto che la condizione atletica non è ancora al meglio, che le gambe sono imballate e che gli schemi e gli automatismi sono ancora in fase embrionale, allora l’assaggio è di quelli da leccarsi i baffi. Pellegrini, Zaniolo, Dybala e Abraham fanno già sognare, e a ragione: la potenza di fuoco del quartetto offensivo a disposizione di José Mourinho è di prim’ordine, e non ha nulla da invidiare ai reparti offensivi delle altre big italiane. Del resto, l’ambizione è quella di ritornare tra le prime quattro, per poter disputare la Champions nel 2023-24, e di andare il più avanti possibile in Europa League.
Qualcuno sosteneva che lo “Special One” non li avrebbe mai utilizzati tutti insieme: un’affermazione apparentemente assiomatica ma senza alcun fondamento, dettata forse dalla necessità di voler puntualmente spingere Zaniolo verso altri lidi. José, invece, li ha mandati in campo in contemporanea, dal primo minuto, sia contro il Tottenham sia contro lo Shakhtar Donetsk. Squadra sbilanciata? Al momento non sembra, dato che nelle due gare la Roma non ha subito reti. D’altronde gli equilibri di una squadra si basano sull’interpretazione di un modulo, più che sul modulo stesso: un 4-2-4, ad esempio, può essere efficace, se le ali sono pronte a rientrare quando gli avversari attaccano e se le punte portano pressione ai difensori al momento giusto.
Tecnica sopraffina
Partiamo da Pellegrini, ormai uomo-ovunque, capace di fare da raccordo tra centrocampo e attacco, cucendo e impostando un po’ come aveva già fatto nella passata stagione Mkhitaryan. La sua abilità nell’ultimo passaggio, ma anche nel recupero del pallone, è preziosa per la riconquista del pallone sulla trequarti, che permette l’immediata verticalizzazione. Non solo: il Capitano, come pure Dybala, rappresenta una preziosa arma per i calci piazzati, punizioni o corner che siano; lui è destro, l’argentino mancino, perciò si alterneranno alla battuta, cercando di volta in volta il tiro in porta o l’assist per i compagni in agguato in area.
La “Joya” è una seconda punta che svaria molto, con una tecnica degna di un numero 10: nonostante una condizione ancora da migliorare, con lo Shakhtar ha mostrato due o tre giocate che hanno acceso l’entusiasmo del pubblico. Se, nella passata stagione, all’attacco romanista era mancata un po’ di qualità, ora quella qualità è a disposizione. Zaniolo è apparso in condizione scintillante con gli ucraini: gol, giocate e galoppate hanno ricordato il miglior Nicolò, pronto a partire da destra per cercare l’assist o ad accentrarsi per liberare il tiro. Prima un palo, poi il gol: con lo Shakhtar è stato il migliore in campo, osannato dai tifosi. Chiusura per Abraham, centravanti generoso e letale sotto porta nella passata stagione: in questo precampionato è rimasto a secco, ma da domenica si fa sul serio, e per di più nello stesso stadio in cui ha segnato il suo primo gol in maglia giallorossa. Di certo vorrà sbloccarsi ora che le reti cominceranno a pesare davvero.
Il confronto
Guardando i numeri dei “quattro moschettieri” nell’ultima stagione, ci si rende conto che sono superiori a quelli dei possibili reparti offensivi titolari delle big italiane (quelle cioè che giocheranno la prossima Champions). I nostri portano in dote un totale di 57 reti e 28 assist; al Milan Leao, Giroud, Brahim Diaz e Origi contano 38 gol e 24 assist; Calhanoglu, Lautaro, Mkhitaryan e Lukaku all’Inter ne portano in dote 53 e 28. Per l’attacco juventino 44 gol e 22 assist, per quello del Napoli 37 reti e 24 assist.
© RIPRODUZIONE RISERVATA