Festa Roma contro lo Shakhtar, Pellegrini: "Verso altre vittorie"
L’entusiasmo dei 65mila dell'Olimpico: Zaniolo, Abraham, Dybala e Wijnaldum i più acclamati. Le parole del capitano, a braccetto con Mourinho
Sembrava l’attesa di una sposa. E in qualche modo ieri, con la nuova divisa bianca da trasferta appena lanciata, la Roma un po’ lo era. E lo è sempre. Per i suoi tifosi vicini, sessantacinquemila, giovani e meno giovani, famiglie con e senza bambini, e lontani, in tv, in streaming o ovunque nel globo. L’attesa si respirava già da molte ore prima dell’incontro intorno all’Olimpico. Ai tornelli moltissime già le maglie numero 21 di Dybala, addirittura diverse bianche - fresche ancora di negozio, vista la commercializzazione di poche ore prima della “awbay”, qualche coda di troppo, complice la concomitanza con il nuoto al Foro Italico.
Poi già dalle 19.45 tutti sugli spalti. Anzi, anche qualche minuto per accogliere lo Shakhtar Donetsk: è stato suonato l’inno ucraino per una commovente standing ovation dello stadio, con la squadra ospite che è scesa in campo con i nomi delle città colpite dalla guerra sulla maglia (al posto dei classici cognomi dei calciatori).Poi spazio alla presentazione della squadra, con la cerimonia d’apertura ad opera della Nazionale della Federazione italiana sbandieratori (bandiera bianca con bordi giallorossi e il lupetto di Gratton), che ha accompagna tra l’altro l’entrata in campo di ogni giocatore. Chiamati dallo speaker dalla Roma, gli uomini di Mourinho hanno scelto ciascuno la propria canzone per scendere in campo a raccogliere l’applauso del pubblico, “riscaldato” da giochi di fuoco da bordo campo sulla pista di atletica.
È stato Pietro Boer il primo a essere presentato sul terreno di gioco, poi Rui Patricio, applauditissimo e tra gli artefici della vittoria in Conference League del 25 maggio scorso, Ibañez, Karsdorp, Kumbulla, Mancini, Smalling, Spinazzola, Viña, Bove e Cristante. Si è presentato con le stampelle Darboe, applaudito e incoraggiato dall’Olimpico, entrato subito prima di Zalewski, applauditissimo e a cui è stato dedicato un coro, lo stesso di Zaniolo. Da un Nico, Nicola, all’altro, è stata una standing ovation quella riservata a Nicolò Zaniolo, accompagnato dal motivo che ha spopolato dopo la vittoria di Tirana, arrivata dopo un suo gol, e non poteva essere altrimenti: “La Roma sì e il Feye no” (alias “Never going home”). Ma soprattutto: “Olé olé olé olé, Nico, Nico!”. A seguire è stato il turno del bomber, Tammy Abrbaham, ovviamente applauditismo. Felix, El Shaarawy, Shomurodov (anche se in odore di trasferimento) hanno preceduto i nuovi acquisti, presentati tutti insieme: Svilar, Celik, Matic e i due ultimi colpi che hanno acceso la fantasia dei tifosi Gini Wijnaldum (che ha scelto ovviamente la canzone a lui dedicata già cantata a squarciagola dalla Sud) e Paulo Dybala, applauditissimo e che già aveva “assaggiato” cosa significa giocare nella Roma. Poi è arrivato lo staff di José Mourinho, pochi istanti prima che, insieme, uscissero capitano e allenatore, Lorenzo Pellegrini e José Mourinho, applauditissimi, con Pellegrini che è stato chiamato al centro del campo: "Ci fa una sporpresa, ci porta José Mourinho".
Nessuna parola ma solo l’abbraccio e la rappresentanza per il tecnico, che ha lasciato il palco alla squadra (concetto che ha poi ribadito anche dopo la gara tramite il suo profilo Instagram) e quindi al capitano: "Grazie a tutti per essere qui oggi per la presentazione della squadra - ha detto Lollo, premiato per il gol più bello della scorsa stagione (contro la Lazio, ovviamente) -, ripartendo dallo stesso entusiasmo dello scorso anno verso altre vittorie. Un grande applauso a tutti quanti e forza Roma".
Poche parole ma chiare, nessun proclamo perché ora è tempo di lavorare, prima di accogliere lo Shakhtar Donetsk in campo per il riscaldamento. E prima di cantare tutti insieme per la prima volta nella nuova stagione “Mai sola mai” e “Roma Roma” con l’inedito dell’esibizione di Blanco, romanista sfegatato da Brescia, che ha cantato all’intervallo, con la nuova maglia bianca con il numero 12 sulle spalle.
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