AS Roma

Il ritratto di Wijnaldum: lo specialista delle semifinali. E quei precedenti...

Il suo ingresso ad Anfield mise in crisi la squadra di Di Francesco nel 2018. Un anno dopo la doppietta al Barcellona: senza di lui i Reds non avrebbero alzato la coppa

Wijnaldum e De Rossi

Wijnaldum e De Rossi (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
05 Agosto 2022 - 12:13

I romanisti ne sanno qualcosa, dello spessore internazionale di Gini Wijnaldum: difficilmente possono aver dimenticato il doppio confronto nella semifinale di Champions League 2017-18, quando la cavalcata della Roma di Di Francesco fu interrotta dal Liverpool, in cui brillò il centrocampista olandese, sbarcato ieri nella Capitale per mettersi agli ordini di Mourinho. 

Nella gara d’andata, giocata ad Anfield il 24 aprile 2018, Klopp aveva inizialmente deciso di farlo partire dalla panchina, preferendogli Milner e Oxlade-Chamberlain come mezzali ai lati di Henderson. Ma, dopo appena un quarto d’ora, proprio Oxlade-Chamberlain fu costretto a lasciare il campo in lacrime per quello che si rivelò poi essere un crac al crociato: il tecnico tedesco allora mandò in campo l’ex Newcastle, e la partita cambiò. Complice lo stato di grazia di Salah, Mané e Firmino, la Roma fu travolta tra la fine del primo e l’inizio del secondo tempo, riuscendo poi a segnare due gol per il 5-2 finale. L’ingresso di Wijnaldum, però, ruppe gli equilibri, permettendo agli inglesi di prendere il sopravvento a centrocampo e di innescare il tridente offensivo, devastante contro Manolas, Fazio e Juan Jesus. 

Confermato anche nella gara di ritorno all’Olimpico del 2 maggio, Georginio segnò di testa (complice una disattenzione difensiva di Manolas) il gol del momentaneo 2-1 in favore del Liverpool, poi battuto 4-2 da Nainggolan e compagni. Un risultato che permise comunque ai Reds di raggiungere la finale contro il Real Madrid, persa 3-1. Ma la festa fu soltanto rimandata di un anno, dato che nel 2019 gli uomini di Klopp sollevarono al cielo la coppa dalle grandi orecchie, ancora una volta con il neo-romanista decisivo in semifinale. 

Poker epico

Il 7 maggio 2019 i Reds erano con un piede e mezzo fuori dalla Champions, dopo il ko per 3-0 nella semifinale d’andata contro il Barcellona. Il gol di Origi in avvio dette speranza a squadra e tifosi inglesi, ma l’1-0 all’intervallo non era sufficiente. Ancora una volta, Klopp chiese aiuto a Wijnaldum, dentro all’intervallo al posto dell’infortunato Robertson. Stavolta l’impatto di Gini fu ancor più devastante: già al 9’ della ripresa trovò il gol del raddoppio che infiammò Anfield, con un tap-in su cross di Alexander-Arnold che sorprese ter Stegen; passarono soltanto 120 secondi, e sulle ali dell’entusiasmo Wijnaldum coimpletò la rimonta. Stavolta il cross arrivò dalla sinistra, e il centrocampista svettò di testa su Piqué e firmò il 3-0. Al 79’, ancora Origi calò il poker che condannò i blaugrana alla seconda rimonta choc nel giro di un anno. Stavolta in finale le cose andarono diversamente: con Gini titolare, il Liverpool batté 2-0 il Tottenham. Ma forse, se non ci fosse stato lui, all’ultimo atto i Reds non sarebbero neanche arrivati.

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