AS Roma

Dybala in conferenza stampa "Voglio vincere pure qui"

Sono abituato ai successi e anche Mourinho lo è. Posso trasmettere la mia esperienza e mentalità al gruppo, lavoro per mostrare la migliore versione di me alla Roma

Paulo Dybala in conferenza stampa

Paulo Dybala in conferenza stampa (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
27 Luglio 2022 - 10:05

Il Dybala Day è iniziato sotto l’afa romana delle 14.30 di ieri. Paulo è entrato nella sala stampa di Trigoria puntualissimo, elegante e casual al tempo stesso, col sorriso stampato sul volto di chi sta per cominciare una nuova avventura ma anche di chi sa il fatto suo. Al suo fianco l’uomo che ha condotto la trattativa per portarlo nella Capitale, il General Manager del club Tiago Pinto, che ha preso la parola soltanto per presentare il suo colpo a sensazione, lasciando poi il proscenio all’argentino.

"Buongiorno a tutti, vorrei scherzare un po’ in italiano, è una gioia avere la Joya - l’esordio del dirigente portoghese, ormai padrone della nostra lingua - Volevo dire che per portare un giocatore come Paulo nella Roma c’è stato bisogno di un lavoro di squadra, quindi innanzitutto volevo ringraziare la proprietà, con tutti i coinvolgimenti nella trattativa, e il mister, che è stato molto importante. Ma anche lo staff di Paulo e il suo entourage, che hanno aiutato a creare questa partnership. Su Paulo non c’è bisogno delle mie parole per descrivere le sue qualità come giocatore, ma in questi giorni che siamo stati insieme al di là delle sue qualità da giocatore mi ha fatto piacere vedere il suo coinvolgimento e la sua empatia con la squadra. Aspetti che dimostrano che, al di là del campione che è, c’è una grande voglia di fare bene con la Roma. Da parte nostra è un piacere enorme avere un giocatore del suo spessore nella Roma, e dimostra la credibilità del progetto e l’ambizione. Adesso le domande sono per lui, in bocca al lupo Paolo e benvenuto".

Da quel momento in poi, ancora prima che si accendessero i riflettori veri e propri dell’Eur, su Dybala sono convogliate le attenzioni di tutti i cronisti, al primo vero confronto con l’attaccante da quando è diventato ufficialmente un giocatore romanista. Di seguito le sue parole in conferenza stampa:


Paulo qui a Roma trovi una proprietà solida, un allenatore che non ha bisogno di presentazioni, un gruppo che ha iniziato a vincere, con giocatori già fatti che vengono da campionati importanti come Matic e te stesso. È giusto già da adesso alzare il livello di ambizione anche sullo Scudetto, soprattutto se si dovesse completare il mercato con altri giocatori di spessore internazionale?
"Credo sia presto per parlare di Scudetto in questo momento. C’è tanta voglia da parte di tutti, la Roma lo scorso anno ha vinto un trofeo molto importante per poter nutrire sempre maggiori ambizioni in futuro. La Roma è cresciuta molto negli ultimi anni con i giocatori che sono arrivati, insieme al mister. Ci sono obiettivi importanti: a tutti piace vincere, quello deve essere il nostro obiettivo. Vincere partita dopo partita e poi più avanti vedremo dove arriveremo. Ci sono squadre, in questo momento,  che sono davanti a noi e quindi dobbiamo lavorare con serenità e pensare gara per gara".


Mi hanno incuriosito le parole di Marotta, che ha detto che Dybala non sarebbe servito all’Inter. Vorrei sapere se ti sei sentito mollato, poi sei arrivato qui, dove hai trovato un ambiente favorevole per te. Ti sei sentito tradito dall’Inter?
"No, per niente. Da quando è finito il mio contratto con la Juventus i miei agenti hanno parlato con tante squadre. Voi avete parlato tanto di alcune squadre più di altre. Io ho un rapporto molto bello con Marotta, però no, nessuna delusione. Molte squadre si sono avvicinate, ma poi è arrivato Pinto a Torino e le cose sono cambiate".


Due domande: dal punto di vista tattico ti vedi meglio da seconda punta o più da trequartista? Prima abbiamo ascoltato le parole di Pinto: quanto ha inciso la telefonata di Mourinho per accettare la Roma?
"A proposito della prima domanda, credo che ci penserà il mister, a seconda delle partite troverà la soluzione migliore per me e per la squadra, poi deciderà lui dove dovrò giocare. Io sono aperto a entrambe le posizioni, a seconda di quello che mi verrà richiesto. La chiamata di Mourinho ovviamente è stato un piacere enorme, la prima volta l’abbiamo fatta insieme a Pinto, poi un giorno all’improvviso mi ha scritto e ci siamo sentiti di nuovo. Ho avuto il piacere di conoscere il presidente, suo figlio, ho parlato con il direttore, conoscevo alcuni dei ragazzi. La chiamata di tutti per me è stata una grande dimostrazione di affetto e farmi capire che mi volevano è stato importante per me".


Nella tua prima intervista ai social del club hai detto che tutte le persone che ti hanno parlato ti hanno dato molte certezze. Quali sono? Cosa ti hanno trasmesso? E su quali obiettivi?
"La prima domanda che ho posto al mister è su cosa puntassimo a vincere. A me piace vincere, anche a lui, ha vinto tanto, ci sono tanti ragazzi che hanno vinto titoli importanti. Ovviamente più abbiamo iniziato a parlare, sia col mister sia con la società, più mi hanno dato  punti di riferimento che già si sono visti lo scorso anno anche dall’esterno: la serietà con cui la società sta lavorando e l’entusiasmo che si è creato fra i giocatori e tutta la gente che lavora intorno alla squadra, la consapevolezza del mister e la fiducia nei ragazzi, adesso che li sto conoscendo. Sono tutte questioni molto importanti per andare avanti e continuare su questo obiettivo. Io cercherò di dare sempre il massimo e portare la mia esperienza per cercare di vincere".


Cosa ti ha più colpito dell’affetto dei tifosi romanisti che stasera conoscerai? Nella partita con la Juventus, se ti capiterà di segnare, pensi di esultare?
"Credo che la seconda domanda si risponda da sola, ovviamente no.  Sono molto curioso di vedere cosa succederà stasera. La verità è che attraverso i social adesso siamo più vicini alla gente e le dimostrazioni di affetto in quell’ambito non sono mancate anche prima di arrivare. So che questa è una piazza molto calda e la gente ci sta vicino sempre, quindi sono molto curioso di vederli stasera, di conoscerli e abbracciarli".


In un calcio sempre più fisico, dove vedere un dribbling è sempre più raro tu sei l’eccezione, capace di accendere la fantasia della gente. Pensi che Roma sia la piazza ideale per esaltare le tue caratteristiche?
"Il calcio è cambiato tanto, adesso ci sono meno dribbling e giocate individuali belle da vedere, a favore di calciatori fisici e veloci. Alla fine conta il risultato finale. Ovviamente io voglio vincere, tutti vogliamo vincere, questo deve essere il primo obiettivo nostro. Poi ho determinate caratteristiche personali con cui ho portato avanti tutta la mia carriera e lavorerò per essere pronto rispetto a quello che mi chiederà il mister".

 
Quali sono state le principali differenze in questi primi giorni tra Roma e Juventus, dove hai vissuto per sette anni? Le parole di Totti hanno contribuito al tuo arrivo a Roma?
"Sono da poco qui e sto conoscendo molta gente nuova e sto imparando i nomi di tutta le persone che lavorano intorno a noi, però vedo una società molto organizzata sotto tutti i punti di vista. Stanno aiutando in ogni aspetto me come anche la mia famiglia. Sono contento di come mi stanno trattando. Con Francesco invece ci siamo visti alla partita di Eto’o: abbiamo parlato un po’ nello spogliatoio, ma all’epoca non c’erano ancora le certezze che poi si sono evidenziate nella fase finale della trattativa. Ovviamente mi ha parlato molto bene di Rom, ma poi non ci siamo risentiti in questi ultimi giorni".


Vieni da una squadra come la Juventus, la più titolata d’Italia, eri stella tra le stelle, adesso sei venuto in un club che sta cominciando la scalata verso il successo vincendo la Conference, ma con un allenatore che ha conquistato 26 trofei in carriera. È possibile che il Dybala che si vedrà qui, aiutato dal tifo della Roma, possa rivelarsi il migliore della carriera?
"Io lavoro per quello sempre, ogni giorno. Mi auguro che possa essere così, sto cercando di mettermi nella miglior condizione fisica possibile per riuscirci. Ci sono tante partite da qui a quando si fermerà tutto per il Mondiale, quindi sto curando tutti i dettagli possibili. Sto per vivere una nuova esperienza dopo tanti anni nella Juventus, una squadra che è abituata a vincere, ti trasmette quello dal primo giorno, quindi cercherò di portare questa esperienza ai miei compagni nello spogliatoio, visto che siamo un gruppo giovane. L’esperienza serve anche ad aiutare a essere positivi nei momenti di difficoltà che ci saranno sicuramente durante l’anno". 


Leggendo il resoconto dello scorso anno, 10 gol, miglior marcatore della Juve, 2060 minuti in campionato, ci si è sbagliati  a giudicare negativamente la stagione di Dybala, oppure sei il primo a dire che non è stata eccezionale e potevi fare di più?
"Io credo che è normale che ci siano delle critiche. Quando giochi in una squadra come la Juventus si chiede sempre di più. Ovviamente avrei voluto fare molti più gol e minuti in campo. Ma ho subito qualche infortunio e non ho avuto la possibilità di farlo. Credo che per come è finito l’anno i miei numeri sono stati tra i primi in diversi aspetti, non solo in gol e assist. Ovviamente poi si va a vedere il minimo dettaglio, però come ripeto per quanto sono stato fermo credo che i miei numeri siano stati tra i migliori in diversi aspetti".


Non abbiamo mai sentito la tua versione su cosa è successo con la Juventus: ci puoi raccontare perché è finito il tuo rapporto con quel club?
"Il direttore Arrivabene è stato molto chiaro nelle sue dichiarazioni. Avevamo un accordo da firmare a ottobre, poi la società ci ha chiesto di aspettare e poi non si è fatto nulla. A marzo mi è stato detto che non facevo parte del progetto futuro, quindi non è stato un problema economico come tanti hanno detto. La società ha preso un’altra decisione insieme al mister e io gli ho detto che se era una loro scelta non era un problema per me".


Il tuo ex allenatore Allegri e diversi altri importanti personaggi del mondo del calcio sono concordi nel ritenere Roma la piazza giusta per te: quale credi sia il motivo? Tecnico, tattico, ambientale? In cosa questa realtà si sposa con Dybala?
"Ho parlato tanto con il direttore, con il mister e con il presidente. Loro mi hanno trasmesso molta positività nel progetto, e sapendo come la Roma si sta costruendo, non ci sono stati molti dubbi".


Si è parlato molto della clausola che è stata inserita nel tuo contratto: è un atto di fiducia reciproca? C’è la volontà di instaurare un rapporto lungo con la Roma?
"Io penso al campo e a fare bene. Quella è una domanda da fare al mio procuratore e a Pinto, io penso a giocare e allenarmi, poi quello che succede in futuro spero rappresenti il meglio per tutti".


Tra i ragazzi con cui ti stai allenando c’è Zaniolo: volevo chiederti cosa pensi di lui? Quanto sarebbe importante tenere Nicolò per dare un segnale forte nella corsa allo Scudetto, come chiesto prima?
"Tutti conosciamo Zaniolo e le sue caratteristiche, oltre a quello che può dare. Ho avuto modo di parlare con lui e ovviamente ogni tipo di scelta sta a lui. Tutti vogliamo avere i giocatori più forti con noi e sappiamo quello che Nicolò ci può dare. Però non posso intromettermi sul suo futuro, quella è una decisione sua".


Nella tua prima intervista hai parlato della maglia numero 10, dicendo che non è un diritto e va guadagnata. Tu hai firmato per tre anni con la Roma: ambisci a conquistarla cambiando numero nelle prossime stagioni, oppure è un discorso che ritieni chiuso?
"Sappiamo chi è l’ultimo che l’ha indossata e da parte mia c’è grandissimo rispetto, è una maglia molto importante anche per i tifosi. Ma il numero 21 per me è importantissimo per la nazionale e per quello che ho cominciato a vincere con la Juventus, spero sia il numero che darà inizio anche a una serie di vittorie con la Roma. In futuro non si sa, però ora sono contento col 21"

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