Dybala. Paulino ci ha portato tra le stelle
Poche volte nella storia della Roma un acquisto ha dato la sensazione di spostare in avanti l'asticella. I Friedkin hanno semplicemente dato seguito all'impegno preso
Nella storia recente della Roma, solo due volte d’estate si è avuta la sensazione che l’asticella fosse stata spostata decisamente più avanti rispetto alle ambizioni che potevano essere autorizzate prima del colpo decisivo. È capitato nel 1980 con l’arrivo di Paulo Roberto Falcao, che come ha già ricordato il faro Cagnucci su queste pagine, ha letteralmente portato la Roma da una dimensione a un’altra, e nel 2000 con la presentazione di Gabriel Omar Batistuta, che invece ha spostato l’obiettivo di qualche grado, dal podio al primo posto. Ieri, tra la conferenza stampa del primo pomeriggio e la splendida festa della sera, celebrando il Daybala si è respirata nuovamente la stessa atmosfera di di 22 e di 42 anni fa.
In testa la domanda che Paulino per prima ha rivolto a Mourinho nel loro colloquio telefonico: "Per cosa lotteremo mister?". La presenza di Dybala a Trigoria e poi al’Eur, è stata la risposta a quella domanda: per tutto. Logico che lui, stavolta nelle vesti di pompiere più che di incendiario, non abbia assecondato gli istinti più basici di tifosi e giornalisti. Logico che a chiunque venga posta la domanda da qui a maggio la risposta non potrà che essere la stessa che ha dato Paulino: "Ci sono squadre più attrezzate della nostra a vincere". Logico che non può essere un calciatore, seppur fenomenale come lui, a far saltare una squadra dal sesto al primo posto senza passare per qualche inciampo intermedio. Però di sicuro quello che i nostri occhi hanno vestito e le nostre orecchie sentito tra quella chiacchierata postprandiale e quell’incredibile evento serale ci ha persuasi che davvero alle parole di Mourinho della serata di Tirana ("ora bisogna andare ancora avanti e alzare l’asticella") è stato dato un seguito di fatti che nessuno forse immaginava così concreti.
Eppure bastava mettere in fila comportamenti, indizi e (poche) parole per rendersene conto. Tra chi corre dietro alla presunzione di saper interpretare ogni spiffero risuonato sulle spiagge (quel Mourinho “frustrato” con Pinto messo “spalle al muro” resteranno perle in questa esaltante estate romanista) e chi si presta ad anticipare realtà che sono ben lontane dal maturare (la galleria di titoli dedicati a Dybala all’Inter e Zaniolo alla Juventus potrebbe arredare dignitosamente diverse sale di un qualsiasi museo di arti figurative) i Friedkin hanno semplicemente dato seguito all’impegno preso nel momento in cui hanno offerto a Mourinho quel contratto triennale, delegando il serissimo General Manager, scelto a loro immagine e somiglianza, a trattare su tavoli in cui non basta saper bluffare, ma bisogna anche saper calare le proprie carte al momento opportuno.
Quello di Dybala è stato un colpo da maestro, Matic è il miglior upgrade possibile (a costo zero) per Sergio Oliveira e il fatto che Zaniolo sia ancora qui non dà certezze che lo sarà anche a settembre, ma che a decidere le sue sorti sarà la Roma, e adesso è più chiaro a tutti. Manca ancora qualcosina, ma i nomi che girano sono confortanti. Forse siamo davvero entrati in una nuova era.
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